ESODATI, L?APPELLO DELLA FABI: ?SALVAGUARDARE TUTTI?
Il Segretario Generale della FABI, Sileoni: “Il Governo deve sistemare con la massima urgenza le posizioni di tutti i lavoratori esodati, che solo nel credito sono ben 22mila. Necessario restituire loro le pensioni “scippate”
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La FABI interviene in difesa dei lavoratori esodati, che nel settore del credito sono circa 22mila, e chiede con forza al Consiglio dei Ministri di salvaguardare tutte le posizioni attualmente in bilico a causa dell’entrata in vigore della riforma Fornero.
Numerosi sono, infatti, nel settore bancario i lavoratori in prepensionamento a cui sono stati cambiati in corsa i requisiti per poter andare in quiescenza e che dunque rischiano di rimanere senza un reddito: sprovvisti sia dell’assegno d’esodo sia della pensione.
Un problema risolto solo parzialmente dal decreto Milleproroghe. Ad oggi le risorse stanziate dal provvedimento sono, infatti, insufficienti per sanare tutte le posizioni aperte.
“Il Governo”, dichiara il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni, “deve sistemare con la massima urgenza la posizione di tutti i lavoratori esodati, nessuno escluso, che solo nel settore bancario sono ben ventiduemila, di cui quindicimila già usciti e di cui settemila in procinto di uscire entro il 2013, secondo gli accordi sugli ultimi piani industriali legittimamente firmati da banche e organizzazioni sindacali”.
“Il settore del credito”, sottolinea Sileoni, “utilizza ammortizzatori autofinanziati, che non pesano per un solo centesimo sulle casse dell’INPS. Non si tratta quindi di trovare le risorse ma di restituire quelle, a nostro avviso, letteralmente “scippate” a migliaia di lavoratori e famiglie”.
“Già oggi centinaia di lavoratori hanno visto respingere la propria domanda di pensione originariamente prevista per l’inizio del 2012, rischiando che le loro famiglie finissero sul lastrico.
Per finire, questi lavoratori sono andati in esodo in base ad un quadro legislativo certo. Respingiamo come una forma di vera e propria barbarie legislativa l’abitudine, iniziata con il governo precedente e proseguita con quello in carica, di adottare interventi retroattivi.
La FABI, insieme alle altre Organizzazioni sindacali”, conclude Sileoni, “continuerà la propria azione di mobilitazione sino a quando il Governo non avrà sistemato fino all’ultima delle posizioni interessate”.
Roma 02/04/2012
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