PIANO BPER, IN ABRUZZO PRONTI ALLA MOBILITAZIONE
Le Segreterie abruzzesi della FABI e degli altri sindacati sul piede di guerra contro i 230 tagli in Carispaq e Banca Popolare di Lanciano e Sulmona annunciati dal Gruppo modenese. “Bper presenti soluzione che tuteli occupazione, altrimenti sciopero”
Le Segreterie abruzzesi della FABI e degli altri sindacati del credito sul piede di guerra contro i 230 tagli annunciati dalla Banca Popolare dell'Emilia Romagna in Abruzzo, nelle due controllate Banca popolare di Lanciano e Sulmona e Cassa di risparmio dell'Aquila.
"Siamo pronti a indire due giornate di sciopero", dichiarano unitariamente le Segreterie, "se la Bper non ci presenterà nei prossimi giorni una soluzione che tuteli occupazione e territorio nel piano di ristrutturazione che prevede la fusione per incorporazione delle due banche nella Capogruppo".
I tagli erano stati annunciati a sorpresa, il dieci e l’undici aprile, dall’amministratore delegato del Gruppo, Luigi Odorici, durante due conferenze stampa convocate rispettivamente all’Aquila e a Lanciano senza alcun confronto preventivo con i sindacati.
Un’azione duramente contestata dalla FABI, che per bocca della Coordinatrice Bper Maria Antonietta Soggiu, aveva parlato di “strappo inaccettabile alle relazioni sindacali”.
Gli esuberi, come anticipato, interesseranno le due controllate abruzzesi di Bper: Cassa di risparmio dell’Aquila e Banca popolare di Lanciano e Sulmona che, in base alle previsioni del nuovo piano industriale, nel 2013 dovranno fondersi per incorporazione nella Capogruppo trasformandosi in divisioni territoriali e mantenendo soltanto i rispettivi brand aziendali.
In particolare, la prima dovrebbe ridurre il proprio organico di 100 unità e la seconda di 130, così come annunciato da Odorici.
Circa il 30% dei lavoratori in esubero potrà uscire attraverso il meccanismo del pensionamento o pre-pensionamento volontario e incentivato, mentre la restante parte dovrebbe essere oggetto di riqualificazione professionale.
Ma la FABI non ci sta. “I tagli annunciati”, attacca Antonella Sboro, Coordinatrice FABI in Banca popolare di Lanciano e Sulmona, “sono assolutamente ingiustificati e non vagliati dai sindacati. Come FABI chiediamo invece alla Bper di creare posti di lavoro, sfruttando e valorizzando le professionalità esistenti, di aprire nuovi poli di lavorazione in Abruzzo, considerato che i costi del personale in Bls sono già ampiamente in linea con gli obiettivi che il Gruppo si prefigge entro il 2016 e senza dimenticare che la Banca popolare di Lanciano e Sulmona e la Cassa di risparmio dell’Aquila sono due punti di riferimento importanti per le imprese, i soci e le migliaia di clienti in Abruzzo”.
“Destano infine preoccupazioni le sorti dei lavoratori di Banca Serfina di Chieti, partecipata dalla Bls. In vista di questi tagli, la situazione non lascia ben sperare”
A fine 2011 la Bper aveva lanciato un’offerta pubblica di scambio delle azioni Bls e Carispaq che ha portato il gruppo modenese a detenere un pacchetto di maggioranza delle due banche di oltre il 90%.
“A distanza di pochi mesi”, sottolinea la sindacalista, “invece di essere sviluppate, queste due importanti realtà creditizie sono state ingiustamente depotenziate. Una politica industriale estremamente miope”.
Pescara 23/04/2012