Il Tribunale del Lavoro di Torino dispone il reintegro di una lavoratrice part time ingiustamente licenziata per violazione della policy aziendale in materia di accesso ai dati. La FABI: "La dipendente svolgeva le proprie mansioni. Licenziamento illegittimo"
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BCC ALPI MARITTIME, IL TRIBUNALE D? RAGIONE ALLA FABI

Il Tribunale del Lavoro di Torino dispone il reintegro di una lavoratrice part time ingiustamente licenziata per violazione della policy aziendale in materia di accesso ai dati. La FABI: “La dipendente svolgeva le proprie mansioni. Licenziamento illegittimo”
BCC ALPI MARITTIME, IL TRIBUNALE D? RAGIONE ALLA FABI
Il Tribunale del Lavoro dà ragione alla FABI e condanna la Banca Alpi Marittime- Credito cooperativo di Carrù, filiale di Torino, a reintegrare una lavoratrice ingiustamente licenziata per violazione delle policy aziendali anche in materia di accesso a Internet.

La donna, capoufficio con orario di lavoro part time, era stata licenziata dalla banca nel febbraio scorso per giustificato motivo oggettivo a seguito di una contestazione disciplinare.

Nel dettaglio, tra le altre cose, l’azienda le contestava di aver utilizzato in più occasioni la password del direttore per accedere ai documenti di visura catastale, violando così le regole aziendali in materia di accesso ai dati.

La lavoratrice tuttavia aveva seguito questa procedura soltanto quando il Direttore era assente al fine di non compromettere l’operatività aziendale e garantire ai clienti il servizio richiesto.

Proprio su questo elemento ha puntato, nella sua memoria difensiva, il legale della FABI, Paolo Berti del Foro di Torino, che ha assistito la donna in sede di dibattimento.

L’avvocato, inoltre, ha evidenziato come le motivazioni alla base del licenziamento fossero futili e come la policy aziendale in materia di accesso ai dati Internet fosse stata stilata soltanto in una fase successiva allo svolgimento dei fatti.

Una tesi accolta in pieno dal Giudice del lavoro del Tribunale di Torino che ha quindi dichiarato illegittimo il licenziamento e ha condannato la Bcc Alpi Marittime a reintegrare la lavoratrice, obbligando inoltre l’azienda a versarle tutti gli arretrati di stipendio dal momento del licenziamento a oggi.

“Siamo pienamente soddisfatti dell’esito della causa”, ha commentato a caldo Luca Bertinotti, Segretario nazionale della FABI con delega al settore Bcc, “La lavoratrice non era nuova a provvedimenti persecutori: già 6 anni fa l’azienda era stata condannata per mobbing nei suoi confronti. Anche in quel caso la lavoratrice si era rivolta a noi, ottenendo poi giustizia. A questo punto ci auguriamo davvero che questa sentenza induca finalmente la banca ad adottare una politica di gestione del personale più consona, che non potrà che giovare anche ai risultati e al clima aziendale”.

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