Il 19 giugno presidi in tutta Italia davanti alle banche per chiedere garanzie a favore dei lavoratori in esodo. Già da gennaio sono ben 400 i lavoratori del credito rimasti senza copertura. "Banche e istituzioni facciano la loro parte. Emanare subito decreto"
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LA FABI DI NUOVO IN PIAZZA PER DIFENDERE GLI ESODATI

Il 19 giugno presidi in tutta Italia davanti alle banche per chiedere garanzie a favore dei lavoratori in esodo. Già da gennaio sono ben 400 i lavoratori del credito rimasti senza copertura. “Banche e istituzioni facciano la loro parte. Emanare subito decreto”
LA FABI DI NUOVO IN PIAZZA PER DIFENDERE GLI ESODATI
Ennesima forte mobilitazione della FABI in favore dei lavoratori esodati. Dopo l'adesione alla manifestazione nazionale del 13 aprile, il primo sindacato dei bancari ha organizzato per martedì 19 giugno insieme agli altri sindacati di categoria dei presidi di informazione e di lotta nelle città di Milano, Roma, Torino, Genova, Bergamo, Padova, Bologna, Firenze, Siena, Napoli, Cagliari, Bari e Palermo.

Un presidio che si svolgerà di fronte alle banche e al quale sono invitati a partecipare tutti i lavoratori del settore.

“Il Governo e le banche devono sviluppare tutte le iniziative per garantire la piena funzionalità del Fondo di Solidarietà. I lavoratori attualmente in esodo non devono essere lasciati soli e si deve continuare a garantire loro l’assegno di sostegno al reddito”, scrivono unitariamente la FABI e le altre sigle, sollecitando le istituzioni ma anche le aziende di credito a risolvere quanto prima il problema esodati, creato dalla nuova riforma previdenziale e aggravato dalla mancata emanazione del decreto che proroga le prestazioni del Fondo di Solidarietà.

Il 17 gennaio 2012 è scaduto il mandato del Comitato Amministratore del Fondo di solidarietà, ma la ricostituzione del Comitato è subordinata al Decreto del Ministero del Lavoro.
Provvedimento ad oggi non emanato nonostante le ripetute sollecitazioni della FABI.
Senza il decreto, così, circa 400 lavoratori esodati , che hanno maturato i requisiti pensionistici già nel 2011, sono rimasti privi di reddito.
Un numero destinato ad aumentare nei prossimi mesi se il governo non interverrà tempestivamente.
Roma 24/05/2012
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