CON RIFORMA FORNERO SOLIDARIET? GENERAZIONALE A RISCHIO
La denuncia della FABI al Convegno “Solidarietà tra generazioni” di Venezia: nel prossimo triennio 12mila uscite bloccate nelle banche italiane. Se non si interviene, ci ò comporterà anche un rallentamento delle assunzioni
La riforma Fornero mette a rischio la "solidarietà generazionale" nelle banche.
Su 16 mila uscite di lavoratori bancari previste nel prossimo triennio, come stabilito dagli ultimi piani industriali dei principali gruppi creditizi, circa 12mila dovranno essere posticipate per effetto della nuova normativa previdenziale, che allunga i tempi di accesso alla pensione.
Ci ò comporterà per le aziende del settore maggiori difficoltà ad assumere giovani e dunque rallenterà notevolmente il ricambio generazionale all’interno degli istituti di credito.
è quanto ha denunciato questa mattina la FABI, Federazione autonoma bancari italiani, il sindacato maggioritario del credito, nel corso del Convegno “La solidarietà generazionale”, organizzato in occasione dell’anno europeo dell’invecchiamento attivo e che si è svolto a Venezia presso il Centro Congressi San Servolo alla presenza del Segretario Generale della FABI Lando Maria Sileoni, del Coordinatore Pensionati FABI Carlo Franchin, del Coordinatore Giovani FABI Mattia Pari, del Delegato Patriarcale per la Pastorale del Lavoro, Monsignor Fabio Longoni, del Professor Marco Galizioli, e del Direttore dei Servizi Sociali della Regione Veneto, Mario Modolo.
Non sono mancate bordate al Governo Monti da parte del Segretario Generale Sileoni, che ha fortemente criticato la nuova riforma previdenziale per gli effetti devastanti che avrà sui lavoratori esodati o in procinto di andare in esodo come già concordato con le aziende.
Bloccare le uscite dei lavoratori è inaccettabile, ha ribadito Sileoni. Per questo la FABI il 5 giugno organizzerà in tutta Italia presidi di contestazione.
“Per realizzare davvero il cambiamento”, ha concluso il leader della FABI, “serve il consenso delle parti sociali”.
BANCHE: LA SOLIDARIETÁ GENERAZIONALE ABITA QUI
Nel corso del Convegno sono stati inoltre forniti dati sulle dinamiche occupazionali nel comparto bancario negli ultimi 10 anni, che hanno confermato quello creditizio come uno dei settori più aperti alla solidarietà generazionale.
Grazie all’azione concertativa dei sindacati di categoria, infatti, dal 2000 al 2010 sono stati assunti in banca, tra contratti a tempo determinato e a tempo indeterminato, oltre 200mila giovani.
Un ricambio generazionale favorito anche e soprattutto dal Fondo di Solidarietà, l’ammortizzatore sociale di categoria costituto nel 2000 dall’Abi di comune accordo con i sindacati e completamente autofinanziato dal settore senza alcun contributo pubblico, che ha permesso il pre-pensionamento volontario e incentivato dal 2001 al 2010 di oltre 37.000 bancari prossimi alla pensione.
In cambio di esodi concordati con i lavoratori e di pensionamenti naturali è stato così possibile rinnovare gli organici delle banche, agevolando la nuova occupazione senza impatti “traumatici” sul personale più anziano.
Un dinamica virtuosa che adesso, a causa della nuova riforma previdenziale, rischia di subire un rallentamento.
IL FONDO PER LA NUOVA OCCUPAZIONE: UNA LUCE IN FONDO AL TUNNEL
All’insegna della solidarietà generazionale è stato anche l’ultimo contratto di lavoro firmato dalle organizzazioni sindacali del credito il 19 gennaio scorso e approvato dai lavoratori, che prevede la creazione di un Fondo per la nuova occupazione, il quale consentirà nei prossimi 5 anni circa 25.000 nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani nelle banche italiane.
Il fondo, finanziato dai lavoratori del credito, con l’equivalente di una giornata di lavoro, e dal top management di settore con un contributo di almeno il 4% della propria retribuzione fissa, rappresenterà un sicuro incentivo alla nuova occupazione stabile in quanto permetterà alle banche assunzioni a condizioni economiche agevolate.
Il Fondo, inoltre, incentiva la solidarietà espansiva, prevedendo la possibilità per il lavoratore prossimo alla pensione di richiedere il part-time in cambio dell’assunzione part-time di un giovane.
Uno strumento che in parte potrà attenuare gli impatti negativi della nuova riforma previdenziale sulle dinamiche occupazionali di settore.
Venezia 30/05/2012