La Delegazione trattante FABI del Gruppo Intesa Sanpaolo riconferma il proprio no al piano del Gruppo che azzera tutele contrattuali e diritti acquisiti dei lavoratori. "No a ricatto tra salvaguardia dell'occupazione e recupero costi"
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INTESA SANPAOLO, LA FABI ALL?ATTACCO: ?NO A RICATTI SUI LAVORATORI?

La Delegazione trattante FABI del Gruppo Intesa Sanpaolo riconferma il proprio no al piano del Gruppo che azzera tutele contrattuali e diritti acquisiti dei lavoratori. “No a ricatto tra salvaguardia dell’occupazione e recupero costi”
INTESA SANPAOLO, LA FABI ALL?ATTACCO: ?NO A RICATTI SUI LAVORATORI?
La Delegazione trattante della FABI del Gruppo intesa Sanpaolo ribadisce con forza il proprio no al piano di contenimento costi presentato dal gruppo Intesa Sanpaolo, che dal 30 giugno ha annullato tutti gli accordi d'armonizzazione esistenti.

è quanto è emerso durante la riunione della Delegazione, svoltasi ieri a Milano.

Dopo lo sciopero del 2 luglio, che ha ottenuto il 90% delle adesioni da parte dei dipendenti, la FABI ha riconfermato la propria ferma contrarietà all’azzeramento dei contratti aziendali, alla chiusura dei 1000 sportelli ventilata dall’azienda, all’annullamento dell’accordo del 29 luglio 2011, che prevedeva in totale 4500 uscite volontarie e incentivate (di cui ne sono state realizzate poco più di 500) e allo stop dell’utilizzo del Fondo di Solidarietà disposto da Intesa Sanpaolo, con la minaccia di licenziamenti collettivi, manovre che nelle intenzioni delle aziende dovrebbero portare a un risparmio di 250 milioni di euro.
“Diritti e tutele senza scambi arditi e impropri: questo è il mandato che la FABI raccoglie dai lavoratori e rilancia a Intesa Sanpaolo”, ha dichiarato la delegazione trattante.
“Con la stessa certezza la FABI IntesaSanpaolo respinge il ricatto tra salvaguardia dell’occupazione e recupero dei costi a senso unico sui lavoratori, da ottenere secondo la banca azzerando in via strutturale diritti e tutele aziendali e dice NO al ricatto sui Licenziamenti individuali e collettivi, all’imposizione di risparmi costruiti sulla pelle di chi lavora, sui suoi diritti, sulle sue aspettative, in IntesaSanpaolo come altrove.

Le manovre ricattatorie – già respinte a livello di contratto nazionale – non devono passare.

La FABI INTESASANPAOLO non potrà prescindere dal chiaro mandato dei lavoratori nei prossimi passaggi con controparte aziendale”, ha sottolineato la delegazione trattante.
Infine una stilettata all’attuale Governo. “La situazione drammatica e assurda degli “esodati” è l’esempio di come gli “accademici” quale il Ministro del Lavoro, in stato di grave ignoranza della sfera sociale, possano provocare danni irreparabili a una consistente fascia di lavoratori.

E’ inspiegabile e irresponsabile come, a distanza di 1 anno dalla revisione del Fondo Esuberi e della previsione dei contratti di solidarietà difensivi ed espansivi, manchino ancora i decreti attuativi governativi”, ha concluso la Delegazione trattante della FABI.
Milano 13/07/2012
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