L'Abi e i sindacati chiedono ai ministri Fornero e Grilli un incontro urgente. "Emanare subito i decreti attuativi che consentano al nuovo Fondo di Solidarietà di entrare in funzione". L'allarme della FABI: "da gennaio a oggi circa 1000 lavoratori senza assegno"
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ESODATI, LA FABI SCRIVE AI MINISTRI: ?SBLOCCARE IL FONDO ESUBERI?

L’Abi e i sindacati chiedono ai ministri Fornero e Grilli un incontro urgente. “Emanare subito i decreti attuativi che consentano al nuovo Fondo di Solidarietà di entrare in funzione”. L’allarme della FABI: “da gennaio a oggi circa 1000 lavoratori senza assegno”
ESODATI, LA FABI SCRIVE AI MINISTRI: ?SBLOCCARE IL FONDO ESUBERI?
Un incontro urgente con il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e quello dell'Economia, Vittorio Grilli, per sollecitare l'attivazione del nuovo Fondo di Solidarietà (o Fondo esuberi), l'ammortizzatore sociale di categoria riformato l'otto luglio 2011 ma non ancora entrato in funzione perché mancano i decreti ministeriali attuativi.

è quanto chiedono la FABI e le altre organizzazioni sindacali unitariamente in una lettera aperta, co-firmata con l'ABI, e spedita all'indirizzo dei ministri competenti lo scorso 19 luglio.

“Il Fondo di Solidarietà del settore del credito”, scrivono i sindacati, “rappresenta lo strumento attraverso il quale Ab i e sindacati hanno efficacemente gestito, da oltre un decennio, i processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale, nonché le correlate tensioni occupazionali: dal 2000 ad oggi sono circa 40mila gli esuberi gestiti attraverso un ammortizzatore sociale di origine pattizia, la cui operatività non ha comportato oneri per la collettività”.

“Tuttavia”, proseguono la FABI e gli altri sindacati, “a distanza da più di un anno dalla stipulazione non è stato ancora emanato il decreto interministeriale di recepimento dell’accordo dell’8 luglio 2011”.

“Proprio nel momento di maggiore necessità”, lanciano l’allarme le organizzazioni sindacali, “diversi strumenti previsti dalle parti non possono essere utilizzati a pieno in un quadro di regole certe”.

L’accordo sul nuovo fondo di Solidarietà, firmato dall’Abi e dai sindacati l’otto luglio 2011, al termine di un lunghissimo braccio di ferro, prevedeva infatti una serie di misure utili a gestire in maniera “morbida” le eventuali ristrutturazioni aziendali di settore: dai contratti di solidarietà difensivi a quelli espansivi (il lavoratore anziano accetta un contratto part-time in cambio dell’assunzione part time di un giovane).

Non solo. A fronte della salvaguardia del principio della “volontarietà” delle uscite, ossia della libertà concessa al lavoratore di aderire o meno ai piani aziendali di pre-pensionamento, si stabiliva una piccola decurtazione dell’assegno d’esodo (-8%), con l’obiettivo di rendere il fondo economicamente più sostenibile per le aziende bancarie.

Tutto perfetto se non fosse che i ministri del Lavoro e dell’Economia ad oggi non hanno emanato alcun decreto attuativo che consenta al nuovo Fondo di entrare a regime.

E le conseguenze, purtroppo, le stanno pagando a caro prezzo i lavoratori. In assenza dei decreti attuativi e di disposizioni chiare da parte del Governo, l’Inps, infatti, a partire da gennaio ha sospeso l’erogazione dell’assegno di sostegno al reddito a tutti quei bancari andati in prepensionamento in base ad accordi firmati dopo l’otto luglio.

“Si parla in totale di circa 1000 bancari rimasti senza assegno”, stima Vincenzo Saporito, Responsabile Welfare della FBI, “di cui 580 provenienti dal Gruppo Intesa Sanpaolo e usciti a gennaio in base all’accordo sul piano industriale del 29 luglio 2011. è una situazione molto grave”, sottolinea Saporito, “per la cui soluzione chiediamo al Governo un intervento tempestivo”.

Una richiesta fatta gran voce anche dal Segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni.

“Tale situazione”, scrivono i sindacati nella lettera indirizzata a Fornero e a Grilli, “condiziona pesantemente l’attuazione dei piani di riorganizzazione aziendale e i connessi meccanismi di turn over del personale”.

Senza i decreti attuativi, sono di fatto messe a rischio anche le uscite che sono state concordate da gennaio a oggi.

Pertanto, concludono i sindacati “alla luce del complesso scenario di cui sopra, siamo a richiedere un urgente incontro per definire con la massima tempestività idonee e stabili soluzioni alle problematiche sollevate, al fine di consentire al settore bancario di affrontare in maniera adeguata i processi di ristrutturazione e riorganizzazione”.

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