“L’incontro – ha spiegato Matteo Magrini, coordinatore FABI di Bpm, sulle pagine di a F&M di oggi- è andato esattamente come previsto, non abbiamo sentito nulla di nuovo. Il piano sarà da valutare con estrema attenzione nel momento in cui si aprirà la procedura. Oggi non abbiamo ritenuto di fare domande visto il contesto dell’incontro. Faremo gli opportuni approfondimenti quando la procedura verrà avviata. Per la Fabi – conclude Magrini – è condizione irrinunciabile che l’adesione al fondo sia esclusivamente su base volontaria e incentivata. Non siamo disponibili per ò”, ha sottolineato il Coordinatore FABI in Bpm, “ad aperture per eventuali esternalizzazioni”.
“In sede di trattativa, inoltre, “, aggiunge il sindacalista, “punteremo a salvaguardare le prerogative del contratto integrativo aziendale”.
Nel dettaglio il piano prevede un abbattimento del costo del personale entro il 2015 del 10%, da realizzare attraverso una riduzione dei dirigenti del 25%, il collocamento sul fondo di Solidarietà di 700 dipendenti e 2.300 riconversioni professionali, che deriveranno dalla semplificazione della struttura organizzativa, con la nascita della banca unica e la fusione per incorporazione nella Capogruppo delle controllate Banca di Legnano, Banca Popolare di Mantova e della società di credito al consumo Profamily.
Il prossimo incontro tra sindacati e management è ancora da definire. Il ceo della banca, Piero Montani, ha per ò fatto sapere di essere intenzionato a chiudere il confronto entro l’anno. “Il dialogo sarà articolato”, ha detto Montani, “se riusciremo, partiremo già nel mese di agosto”.
Roma 27/07/2012