La denuncia di Uni-Finance, associazione dei sindacati bancari europei di cui fa parte anche la FABI: "Nonostante gli utili tra i 4 e i 40 miliardi di euro del 2011, le banche europee hanno fatto piazza pulita di impiegati". In Italia attualmente in bilico 19mila posti
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BANCHE, IN EUROPA LA CRISI HA MANGIATO 300MILA POSTI DI LAVORO

La denuncia di Uni-Finance, associazione dei sindacati bancari europei di cui fa parte anche la FABI: “Nonostante gli utili tra i 4 e i 40 miliardi di euro del 2011, le banche europee hanno fatto piazza pulita di impiegati”. In Italia attualmente in bilico 19mila posti
BANCHE, IN EUROPA LA CRISI HA MANGIATO 300MILA POSTI DI LAVORO
Dall'inizio della crisi a oggi hanno perso il lavoro in Europa ben 300.360 lavoratori del settore finanziario.

Nelle 14 banche europee più importanti, che messe insieme contano oltre 3 milioni di lavoratori, gli esuberi sono stati più di 121mila, nonostante le stesse l'anno scorso abbiano registrato utili tra i 4 e i 40 miliardi di dollari.

Alcuni esempi? Hsbc, il colosso britannico, nel 2011 ha macinato profitti per 22 miliardi di dollari, ma nonostante ci ò ha deciso di mandare a casa 30mila lavoratori. Come del resto Deutsche bank: 7 miliardi di dollari di utili nel 2011 a fronte di 20mila dipendenti licenziati.

A denunciarlo, in uno studio condotto sulle realtà creditizie di 18 Paesi europei , UniFinance, l’associazione dei sindacati bancari e assicurativi dell’Ue di cui fa parte anche la FABI e che rappresenta 3 milioni di lavoratori.

Gli autori del report evidenziano inoltre che la crisi finanziaria non soltanto ha determinato un’ondata di esuberi senza precedenti ma ha causato un significativo peggioramento delle condizioni di lavoro per gli impiegati di banca, l’aumento delle pressioni commerciali e la delocalizzazioni di diverse lavorazioni all’estero dove il costo del lavoro è più basso.

“La nostra ricerca”, ha commentato Marcio Monzane, Segretario generale di Uni-finance, “dimostra chiaramente che c’è un grande bisogno di stabilire a livello europeo buone pratiche per salvaguardare il più possibile posti di lavoro e che è sempre più necessario firmare accordi collettivi che permettano ai lavoratori di partecipare ai profitti delle banche. Come dimostrano i casi di Bnp, Nordea e Santander, aziende nelle quali il dialogo sociale tra aziende e organizzazioni sindacali ha dato i suoi frutti”.

E l’Italia non sta meglio. Proprio poche settimane fa a alzare il velo sulla situazione italiana è stato il Segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, che ha denunciato in un’intervista al quotidiano La Repubblica e a Radio capital, come da qui al 2015 le banche italiane siano pronte a tagliare circa 19 mila posti di lavoro. Piani che la FABI è intenzionata a contrastare con ogni mezzo.

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