PIANO BPM, CALMA PIATTA
La trattativa sul piano industriale non decolla. Negli incontri con le organizzazioni sindacali, l’azienda non ha fornito alcuna indicazione su come intende gestire gli esodi. Magrini: “Vogliamo chiarezza. Indispensabile prevedere ricambio generazionale”
Non decolla la trattativa sul piano industriale della Banca Popolare di Milano.
Gli incontri di ieri e di oggi tra Giovanni Rossi, Direttore delle Risorse umane, e le organizzazioni sindacali si sono conclusi con un nulla di fatto. L'azienda non ha fornito ai sindacati alcuna indicazione utile su quali saranno le caratteristiche della proposte aziendali per gestire gli esodi. Il piano prevede infatti la riduzione del personale di circa 700 unità sulle 8.500 attive, attraverso il ricorso al Fondo di Solidarietà, oltre alla chiusura di 30 sportelli su 769, al calo da 200 a 150 dei dirigenti e alla riqualificazione e formazione di 2.300 dipendenti.
“A distanza di trenta giorni dall’ inizio dell’apertura della procedura”, commenta Matteo Magrini, Coordinatore FABI Bpm, “pare che l’ Azienda abbia smarrito il senso della trattativa. Pur avendo dichiarato esuberi, a nostro parere più teorici che funzionali, l’ Azienda non ha ancora presentato una proposta di accordo per il Fondo di Solidarietà. Per la FABI é necessaria maggiore chiarezza nei confronti delle bancarie e dei bancari del Gruppo BPM che sono e saranno parte attiva nel rilancio aziendale. Indispensabile prevedere il ricambio generazionale e la creazione di buona occupazione giovanile”.
Il nuovo incontro con l’azienda è fissato orientativamente tra mercoledì e giovedì della prossima settimana.
Milano 12/09/2012