L'azienda vuole uscite obbligatorie, senza nè incentivi né nuove assunzioni. Rimane in pista la disdetta del contratto integrativo. La FABI sul piede di guerra: "Proposte irricevibili: sono un'assoluta mancanza di rispetto verso i lavoratori del Gruppo"">

BPM, E? GUERRA SUL PIANO INDUSTRIALE

L’azienda vuole uscite obbligatorie, senza nè incentivi né nuove assunzioni. Rimane in pista la disdetta del contratto integrativo. La FABI sul piede di guerra: “Proposte irricevibili: sono un’assoluta mancanza di rispetto verso i lavoratori del Gruppo”
BPM, E? GUERRA SUL PIANO INDUSTRIALE
è guerra aperta in Bpm tra il responsabile delle Risorse umane, Giovanni Rossi, e le organizzazioni sindacali, FABI in testa.

Nell'incontro di ieri Rossi ha, infatti, presentato alla controparte una bozza d'accordo irricevibile per i sindacati. La banca ha proposto che le uscite previste dal piano avvengano su base obbligatoria, senza alcun incentivo economico e senza un'adeguata contropartita in termini di nuove assunzioni. Non solo. Non è stata prevista nessuna salvaguardia per i potenziali esodati qualora cambi il quadro previdenziale ed è ancora in piedi l'ipotesi di disdire il contratto integrativo aziendale, per quanto riguarda la parte economica.

E non c’è stato accenno di schiarita neanche oggi. L’incontro previsto nel pomeriggio tra le parti è infatti saltato.

“Riteniamo una provocazione questa proposta aziendale, giunta dopo ben 40 giorni di confronto. Rappresenta di sicuro una grandissima mancanza di rispetto verso i lavoratori di tutto il Gruppo”, ha tuonato Matteo Magrini, Coordinatore FABI di Bpm, nell’incontro che si è svolto ieri a Milano.

“Le Organizzazioni sindacali”, hanno concluso le sigle unitariamente, “considerano inaccettabile che il recupero della produttività si realizzi solo attraverso la riduzione dei costi del personale sulla base di una quantificazione degli esuberi puramente teorica ed irragionevole”.

Milano 20/09/2012