Chiude l'associazione Amici della Bpm travolta dagli scandali e abbandonata dalla FABI un anno fa. Sileoni: "Pronti a stringere alleanze con gli altri sindacati per difendere il modello partecipativo della Popolare milanese".I servizi di Mf, Sole 24 Ore, Il Giornale">

BPM, SI SCIOGLIE L?ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI

Chiude l’associazione Amici della Bpm travolta dagli scandali e abbandonata dalla FABI un anno fa. Sileoni: “Pronti a stringere alleanze con gli altri sindacati per difendere il modello partecipativo della Popolare milanese”.I servizi di Mf, Sole 24 Ore, Il Giornale
BPM, SI SCIOGLIE L?ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI
MF-MILANO FINANZA giovedì 20 settembre 2012

Al via il primo ottobre il tavolo per il risarcimento del prestito convertendo del 2009. A Pop Milano parte la conciliazione. Ammessi gli obbligazionisti che hanno comprato il prodotto tra settembre e fine dicembre 2009 e quelli che hanno esercitato i diritti di opzione tra giugno e luglio 2009.
Si scioglie l'associazione degli Amici
di Luca Gualtieri
Dopo il robusto piano industriale e l'avvio della trattativa sugli esuberi, sarà la sfida più importante per la nuova Banca Popolare di Milano targata Andrea Bonomi e Piero Montani.
Il prossimo primo ottobre si aprirà il tavolo di conciliazione tra l'istituto di credito di Piazza Meda, le associazioni dei consumatori e i sottoscrittori del famigerato prestito convertendo 2009-2013. Quell'emissione, voluta dai precedenti vertici della banca, è costata ai risparmiatori perdite pesanti, tra il 70 e l'80% del capitale iniziale. Sulla vicenda indaga peraltro la Procura di Milano che ha disposto quattro avvisi di garanzia per l'ex presidente Massimo Ponzellini, l'ex direttore generale Fiorenzo Dalu, l'ex condirettore Enzo Chiesa e l'ex responsabile della funzione compliance Ivano Venturini. Per archiviare quella spinosa eredità e riabilitare l'immagine di Bpm sarà costituita una commissione paritetica che esaminerà nei prossimi mesi i casi di circa novemila risparmiatori. Al tavolo saranno ammesse due categorie di investitori: quelli che hanno comprato il bond allo sportello tra il settembre e il dicembre del 2009 e quelli che hanno sottoscritto i diritti di opzione giugno a luglio del 2009, pur senza essere azionisti di Bpm.
Saranno invece esclusi dalla conciliazione coloro che erano già azionisti della banca al momento della sottoscrizione del bond, i quali per ò potranno rivalersi sulla banca seguendo le normali vie della giustizia civile. L'accordo tra banca e consumatori quantifica l'entità della perdita in una misura pari al 65% del valore nominale delle obbligazioni a suo tempo sottoscritte. è chiaro per ò che ogni singolo caso rappresenta una situazione a sé stante che andrà esaminata con tutte le cautele necessarie. Sicché ci sarà molto lavoro da fare in Piazza Meda tra il primo ottobre e il 30 aprile 2013, data fissata come limite della conciliazione, salvo proroghe.
Ieri nel frattempo, come anticipato da MF-Milano Finanza, l'assemblea dei delegati dell'Associazione amici della Bipiemme ha approvato all'unanimità la proposta di scioglimento presentata dal consiglio direttivo. Si sono espressi a favore tutti i delegati presenti. Ora sarà quindi indetto un referendum tra gli iscritti, che si terrà tra ottobre e novembre. Una volta sparita la vecchia associazione, resterà da capire se i dipendenti-soci vorranno dare vita a una nuova realtà in grado di rappresentarli. «Un secondo dopo che gli Amici si sono sciolti siamo pronti a sederci al tavolo con le altre organizzazioni sindacali per far nascere una nuova associazione unitaria», ha commentato Lando Sileoni, segretario generale della Fabi. (riproduzione riservata)
IL SOLE 24 ORE giovedì 20 settembre 2012
Banche. Si scioglie l'Associazione - Scontato il sì dei dipendenti - Bpm, referendum sugli Amici- LA SVOLTA IN PIAZZA MEDA- Cala il sipario sull'organo che per decenni ha rappresentato la cinghia di trasmissione tra i vertici aziendali e i dipendenti-soci
di Paolo Paronetto

Non i corridoi e le stanze di Piazza Meda, ma la sala di un oratorio, presa in affitto per qualche ora: è in una cornice inusuale, segno tangibile della distanza che ormai la separa dai vertici della banca, che l’Associazione Amici della Bpm ha di fatto deciso di chiudere i battenti.
Ieri sera l’assemblea dei delegati ha approvato all’unanimità la proposta di scioglimento presentata dal consiglio direttivo, che ora sarà sottoposta a un referendum tra tutti gli iscritti. Bpm, confermando la linea varata qualche mese fa dal consigliere delegato Piero Montani, ha impedito all’assemblea di riunirsi nei locali della banca e ora negherà anche l’utilizzo delle strutture interne per lo svolgimento della consultazione referendaria.
Le tensioni con la nuova gestione dell’istituto, decisa a segnare una discontinuità rispetto a molte pratiche del recente passato, è solo una delle cause del lento declino dell’Associazione, lacerata negli ultimi mesi dalle divisioni tra le diverse componenti sindacali sfociate nella spaccatura che ha portato al duello assembleare di ottobre tra Andrea Bonomi e Matteo Arpe, e messa a dura prova dallo scontro con la Banca d’Italia.
Cala così il sipario su una realtà che per decenni ha rappresentato la cinghia di trasmissione tra la base dei dipendenti soci e i vertici aziendali: gli Amici esistono solo dal 2003, ma non sono che l’ultima incarnazione di un sistema che, partendo dal Comitato elettorale degli albori e passando attraverso l’Organismo di rappresentanza, ha da sempre governato, nel bene e nel male, i destini della cooperativa, eleggendo la maggioranza del cda e indicando il presidente.
In attesa dell’esito, scontato, del referendum, all’interno e attorno a Bpm c’è comunque chi già sta immaginando gli scenari futuri. «Un secondo dopo che gli Amici si saranno sciolti siamo pronti a sederci al tavolo con le altre organizzazioni sindacali per far nascere un’associazione unitaria, con l’obiettivo di superare le diversità e le difficoltà nate nel passato e ancora presenti e di non buttare a mare la rappresentatività dei dipendenti soci all’interno del modello di Bpm», annuncia il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. Posizione con cui si dice «assolutamente d’accordo» il numero uno della Uilca, Massimo Masi, ponendo di fatto le basi per una ricomposizione della frattura tra i sindacati che aveva portato alla battaglia di ottobre.
I vertici societari, nel frattempo, osservano senza interferire. «Gli Amici sono gli Amici, la banca è la banca», ha sottolineato il presidente del consiglio di sorveglianza, Filippo Annunziata. Quella di sciogliersi, ha aggiunto «è una loro decisione, che riflette un cambiamento di contesto per la banca e per i mercati. Noi rispettiamo e assistiamo».
IL GIORNALE.IT giovedì 20 settembre 2012
Popolare Milano, finisce l’era dell’associazione «Amici» Si scioglie l’avamposto che per anni ha trattato con il vecchio vertice della banca per conto dei dipendenti-soci. Sileoni (Fabi): «Ora una nuova realtà unitaria». Alta tensine sugli esuberi, la banca nega le buonuscite
di Massimo Restelli
L’associazione Amici di Bipiemme finisce di esistere. La storica «costola» della cooperativa lombarda, che per decenni aveva fatto da stanza di compensazione tra il vertice di Piazza Meda e le istanze dei dipendenti soci, ieri si è auto-sciolta. Mandata in frantumi prima dal pressing di Consob e Bankitalia ai tempi della battaglia che ha portato alla consegna di Popolare Milano ad Andrea Bonomi, poi dal nuovo corso industriale predisposto dall’amministratore delegato Piero Montani sotto l’occhio della Vigilanza.Così ieri l’assemblea dei delegati degli Amici- scivolata nel tardo pomeriggio proprio per l’indisponibilità della banca a concedere gli spazi per la riunione durante l’orario di lavoro – ha approvato all’unanimità la proposta di scioglimento dell’associazione presentata dallo stesso consiglio direttivo: 30 i presenti. Tra settembre e ottobre si esprimeranno invece direttamente gli iscritti tramite un referendum. A spezzare gli Amici sono state anche le rese dei conti sindacali interne a Bpm, dopo lo scontro per prendere la guida della banca tra Bonomi e Matteo Arpe e la nascita di «Arco», la nuova realtà associativa promossa dalle delegazioni interne di Fabi e Fiba per tagliare i ponti con il passato e dissociarsi dalle scelte di Uilca e Fisac, sancendo anche una rigida separazione tra l’attività sindacale e quella associativa. Il testamento spirituale degli «Amici» dovrebbe tuttavia essere raccolto da una nuova realtà. E il leader nazionale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha già lanciato un preciso segnale politico: «Un secondo dopo che gli Amici si saranno sciolti siamo pronti a sederci al tavolo con le altre organizzazioni sindacali per far nascere una nuova associazione unitaria, con l’obiettivo di superare le diversità e difficoltà nate nel passato e ancora presenti e di non buttare a mare la rappresentatività dei dipendenti-soci all’interno del modello cooperativo di Bpm».Il richiamo all’unità di Sileoni cade in una fase estremamente delicata per i dipendenti di Piazza Meda, impegnata nella «ricostruzione-risanamento» impostato da Montani ma anche con un piano industriale che prevede 700 esuberi e la rottamazione di un contratto integrativo finora molto generoso: ieri il responsabile delle Risorse umane Gianni Rossi avrebbe inoltre ribaditi al primo tavolo sindacale come Bpm non intenda concedere «buonuscite» al personale che accederà al fondo esuberi. Un diktat che i rappresentanti dei lavoratori respingono con forza. L’incendio in Bpm è a un passo dal divampare.
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Da Il Corriere della Sera di mercoledì 19 settembre 2012

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