T SYSTEMS ITALIA, VENDESI LAVORATORI?
La società IT, che fa capo a Deutsche Telekom, pronta ad essere venduta. A rischio 400 posti di lavoro e il contratto del credito. Dieci lavoratori andranno in cassa integrazione. La FABI: “Azienda ha fallito suo obiettivo di rilancio industriale. Salvaguardare tutti i lavoratori”
400 posti di lavoro a rischio in T Systems Italia, la società di Information technology che fa capo a Deutsche Telekom, con filiali a Roma, Milano, Vicenza e Napoli.
La casa madre tedesca è infatti a un passo dal vendere la sua controllata italiana, già da tempo in crisi, che anche quest'anno sta registrando una performance industriale negativa.
Una situazione che ha convinto i vertici tedeschi ad accelerare le procedure di vendita, proponendo inoltre la cassa integrazione, dal 1 ottobre 2012 al 1 gennaio 2013, ad alcuni lavoratori, circa 10-15, che non avevano aderito ai contratti di riduzione dello stipendio.
La società in lizza per acquisire il controllo di T Systems sono Engineering, Gores e Aurelius, che hanno già presentato una sostanziosa offerta d’acquisto a Deutsche Telekom.
Forte, a tal proposito, la preoccupazione della FABI e delle altre sigle, visto che le aziende in questione applicano un contratto diverso da quello del credito.
Contratto, seppur con protocollo modificato, a tutt’oggi applicato ai 400 dipendenti di T Systems Italia. Un lascito degli anni d’oro, quando la società faceva parte di Banca cattolica del Veneto e macinava utili.
Ma adesso, con le commesse che si sono notevolmente ridotte, la musica è cambiata e i dipendenti ormai da 2 anni stanno scontando una grave crisi, che ha portato all’introduzione di diversi strumenti di solidarietà.
“Constatiamo”, commenta Diego Severi, Rsa FABI di T Systems Italia, “che, nonostante le dichiarazioni fatte, il top management italiano di T Systems on ha mai realizzato una vera politica di rilancio industriale della società. E adesso si pensa di far pagare queste mancanze ancora una volta ai lavoratori, che già hanno già sostenuto notevoli sacrifici per contribuire a rilanciarla”.
Il rischio più concreto, qualora la società fosse venduta, sarebbe la perdita del contratto del credito per i 400 dipendenti, che, inoltre, un domani rischierebbero di non avere tutele anche da un punto di vista occupazionale in caso di spezzatino societario.
“Un’eventualità che come FABI”, dichiara Giuliano Xausa, Segretario Coordinatore FABI Vicenza, “contrasteremo con ogni mezzo. Ora abbiamo un conto da presentare all’azienda e sarà molto salato, ma di questo ne discuteremo nelle assemblee di sigla e generali che si svolgeranno nel giro di una settimana. Dopo il passaggio assembleare ci ritroveremo con T Systems per comunicare la posizione e le azioni decise dai lavoratori”.
Vicenza 21/09/2012