UBI, NO ALLE DEROGHE SUL CONTRATTO
Nuovo incontro a Bergamo. L’azienda propone deroghe al contratto aziendale e nazionale. In ballo ci sono 1578 esuberi e un obiettivo di risparmio fissato a 115 milioni di euro. La FABI: “Richieste aziendali inaccettabile. Sì a esodi solo se volontari”
Continua la trattativa sugli esuberi, in tutto 1578, nel Gruppo Ubi.
Oggi a Bergamo si è svolto un nuovo incontro e l'azienda, per conseguire l'obiettivo di risparmio fissato a 115 milioni di euro, ha proposto di ritoccare le previsioni del contratto nazionale in materia di orario di lavoro, di banca ore, straordinari, festività soppresse e missioni e tagliare voci del contratto integrativo aziendale quali inquadramenti, automatismi, indennità di mobilità, ticket pasto, rimborso kilometrico, premi fedeltà.
Dal canto loro la FABI e le altre organizzazioni sindacali hanno definito inaccettabili le proposte aziendali chiedendo che le uscite avvengano soltanto su base volontaria attraverso l’utilizzo del Part time, del Fondo esuberi e degli altri strumenti contrattuali di categoria.
“Non ci sono spazi di trattativa per iniziative che vanno oltre la volontarietà. Non siamo disponibili a proseguire il confronto se l’azienda proseguirà nel suo percorso di attacco al contratto nazionale e agli integrativi”, chiosa Paolo Citterio, Coordinatore FABI Gruppo Ubi.
Il prossimo incontro è previsto a Bergamo il 4 ottobre. In quell’occasione l’azienda sarà chiamata a dare una risposta ai sindacati.
Bergamo 27/09/2012