MPS, AL VIA LA STAGIONE DELLE MOBILITAZIONI
La FABI e gli altri sindacati mettono a punto le iniziative di lotta contro l’azienda, che vuole procedere unilateralmente alle esternalizzazioni. Il 9 ottobre i lavoratori parteciperanno all’assemblea degli azionisti per dire no ai piani del management
Le organizzazioni sindacali del Gruppo Mps sono pronte a mobilitarsi contro la scelta dell'azienda di procedere unilateralmente all'esternalizzazione del back office e alla disdetta del contratto integrativo.
Diverse le iniziative di mobilitazione che i sindacati stanno programmando.
La prima è già stata fissata per il 9 ottobre, quando a Siena si svolgerà l’assemblea degli azionisti del Gruppo Mps. I sindacati hanno invitato la Fondazione Mps e tutti i dipendenti azionisti a partecipare fisicamente all’assemblea e a esprimere il loro voto contrario ad alcuni punti all’ordine del giorno, come l’aumento di capitale e la delega di determinati poteri, anche quelli in materia di esternalizzazioni, dal cda al Presidente e all’amministratore delegato.
Ormai noti i motivi della mobilitazione. L’azienda ha voluto tirare dritto su esternalizzazioni e disdetta del contratto integrativo aziendale, ignorando completamente le controproposte sindacali.
I sindacati nella fattispecie avevano proposto una serie di misure alternative utili a riequilibrare i costi con impatti meno traumatici sui dipendenti.
Tra questi l’utilizzo del Fondo esuberi e il congelamento temporaneo di alcune voci salariali differite, sacrifici circoscritti nel tempo e necessari a finanziare le uscite dei lavoratori prossimi alla pensione.
Ma niente da fare. Il Gruppo guidato da Alessandro Profumo è andato avanti per la sua strada e così ieri la procedura si è chiusa senza accordo.
Secco e categorico il no che le organizzazioni sindacali hanno opposto ai piani del management.
A cominciare dal Segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, che ieri, in una dichiarazione ripresa da tutti i quotidiani nazionali e dalle agenzie di stampa, ha detto che “adesso con l’azienda sarà muro contro muro, “perché esternalizzare significa trasferire alle aziende che subentrano i licenziamenti”.
“Premesso che – ha spiegato Sileoni – il termine della procedura deve essere sancito ufficialmente da un documento, la rottura va addebitata esclusivamente al gruppo Mps, che intende fare da apripista a livello di sistema per esternalizzare le lavorazioni e i lavoratori che il gruppo ritiene in esubero”. “Se passasse questo disegno sarebbe l’inizio della fine della categoria perché ogni gruppo esternalizzerebbe migliaia di lavoratori”.
“Voglio inoltre ricordare”, ha sottolineato il leader FABI, “che le esternalizzazioni sono in aperta contraddizione politica con quanto stabilito dal contratto nazionale recentemente firmato da ABI e sindacati che invece prevede di portare all’interno del perimetro bancario le attività e i lavoratori precedentemente esternalizzati”.
“Ho l’impressione”, ha concluso Sileoni, “che dietro le vicende Mps si nascondano le ambizioni di chi vuole ritornare nel giro che conta calpestando i diritti dei lavoratori”.
Siena 02/10/2012