BPM, SILEONI: ?CON DISDETTA INTEGRATIVO A RISCHIO TRATTATIVA?
La BPM disdetta i trattamenti integrativi dei dipendenti e la FABI risponde: “no a soluzioni pasticciate e non in linea con gli accordi conseguiti negli altri gruppi bancari. Così in bilico la ripresa del confronto su piano industriale”
"La disdetta del contratto integrativo aziendale in Bpm è la riprova di un piano industriale che non guarda allo sviluppo dell'azienda né sul piano della produttività né su quello della stabilità occupazionale, elementi inscindibili in una cooperativa, e mette a serio rischio l'esito delle trattative, momentaneamente interrotte per effettuare le assemblee dei lavoratori".
Così il Segretario Generale, Lando Maria Sileoni, della FABI ha risposto al Gruppo Bpm, all'indomani della disdetta dei trattamenti integrativi dei dipendenti disposta unilateralmente dall'azienda.
“La FABI, il sindacato più rappresentativo del Gruppo Bpm”, ha poi avvertito Sileoni, “si opporrà a soluzioni pasticciate e non in linea con gli accordi conseguiti negli altri gruppi bancari”.
La procedura sindacale sul piano industriale in Bpm è stata sospesa la scorsa settimana per dare il via alle assemblee dei lavoratori, in calendario a partire da lunedì prossimo.
I sindacati hanno contestato diversi punti delle proposte formulate dalla controparte, tra queste: l’attacco alle retribuzioni aziendali, le uscite di fatto obbligatorie e l’assenza di garanzie concrete sulla stabilizzazione dei precari.
Inesistente, nella bozza aziendale, anche l’accenno a un contenimento delle retribuzioni dei top manager, che in Bpm sono superiori alla media di sistema.
Proposte che non hanno reso possibile il raggiungimento di un accordo.
Milano 06/11/2012