I quasi 400 dipendenti di T System Italia, la società di Information Technology che fa capo a Deutsche Telekom, incroceranno le braccia per tutta la giornata di giovedì 22 novembre. Prevista inoltre la sospensione degli straordinari e della reperibilità dal 18 novembre al 31 dicembre.
Lo sciopero è stato indetto dalla FABI e dalle altre organizzazioni sindacali, dopo che si è rotta la trattativa sulla cessione della società e conseguenti esuberi, circa un centinaio, in corso da quasi un mese.
L’azienda ha infatti messo sul piatto un budget insufficiente per gestire i prepensionamenti, che, secondo le richieste della FABI, dovevano avvenire esclusivamente su base volontaria e incentivata.
Non solo. I sindacati avevano anche chiesto alla casa madre tedesca di stanziare fondi per riqualificare i circa 300 lavoratori che invece sarebbero rimasti in servizio.
Ma Deutsche Telekom ha risposto picche. “La cifra messa a disposizione era irrisoria e non bastava nemmeno a garantire adeguati incentivi all’esodo”, spiega Giovanni Pierotti del Coordinamento FABI Vicenza con delega a T System Italia.
Da qui la decisione di interrompere le trattative e proclamare lo stato d’agitazione.
Assai difficile la situazione patrimoniale di T System. La società da due anni attraversa una crisi che sembra irreversibile: le commesse si stanno riducendo progressivamente e Deutsche Telekom cerca di risanare i conti aziendali continuando a tagliare sul costo del personale per poter così rendere più appetibile sul mercato la società e venderla. Al momento sarebbero interessati all’acquisto già alcuni fondi come Engineering, Gores e Aurelius, società dove non viene applicato il contratto del credito, in vigore invece, seppure con protocollo modificato, presso T System Italia.
Ed è proprio questo uno degli aspetti che preoccupa maggiormente la FABI, che in trattativa ha anche chiesto specifiche garanzie contrattuali e occupazionali per i 300 lavoratori oggetto di cessione.
Vicenza 16/11/2012