L?ACCORDO UBI SULLA STAMPA

La notizia presente su tutti i quotidiani nazionali e le agenzie di stampa. Paolo Citterio, Coordinatore Nazionale FABI in UBI: “per la prima volta ottenuto impegno a contenere costi governance”
SPECIALE
Accordo esuberi UBI
MF-MILANO FINANZA venerdì 30 novembre 2012
Accordo fatto tra Ubi e i sindacati
di Raffaele Ricciardi
è stato raggiunto ieri, al termine di una trattativa durata oltre tre mesi, l’accordo sugli esuberi tra il gruppo Ubi Banca e le organizzazioni sindacali aziendali. L’intesa prevede circa 140 nuove assunzioni e un centinaio di stabilizzazioni dei lavoratori precari; il rinnovo automatico dei contratti part time in scadenza entro il 2015 per altri 48 mesi, salvo rinuncia degli interessati; 650 uscite tutte su base volontaria e incentivata per i prossimi 5 anni dal 2013 al 2017, di cui una parte attraverso il pensionamento e una parte attraverso l’accesso al fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria, con un incentivo che porterà l’assegno di sostegno al reddito ad arrivare all’85% dell’ultima retribuzione netta mensile percepita dal lavoratore. Attilio Granelli, segretario nazionale Fabi, ha sottolineato l’importanza di aver così «evitato di imporre pesanti deroghe al contratto nazionale». è atteso invece per oggi un incontro decisivo nella vertenza Popolare di Milano. (riproduzione riservata)
IL SOLE 24 ORE venerdì 30 novembre 2012
Banche. Solo uscite volontarie – Ubi, c’è l’intesa sugli esuberi L’ACCORDO Previste 240 assunzioni, nessuna disdetta dell’integrativo fino al 2014, tagliati i costi di governance di almeno il 20%
Nei prossimi 5 anni in Ubi ci saranno solo uscite volontarie e incentivate, 240 nuove assunzioni e nessuna disdetta degli integrativi fino al 2014 con l’impegno da parte dell’azienda a ridurre costi del management. Un piano di risparmi da 100 milioni annui. Questi gli elementi principali dell’accordo raggiunto ieri da sindacato (non firmataria la Fisac) e Ubi sul piano di esuberi annunciato dal gruppi tre mesi fa. «Le organizzazioni sindacali unitariamente, guardando in faccia la negativa realtà economica e sociale del Paese, hanno ottenuto risposte positive e concrete per chi entra a lavorare, per chi rimane, per chi esce attraverso i prepensionamenti volontari. In quest’ottica, ritengo positivo l’accordo raggiunto nel gruppo Ubi» ha spiegato il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni.
L’accordo, come detto, prevede circa 140 nuove assunzioni e un centinaio di stabilizzazioni, oltre al rinnovo dei part time in scadenza entro il 2015 per altri 48 mesi (salvo rinuncia degli interessati) 650 uscite volontarie e incentivate dal 2013 al 2017, in parte attraverso il pensionamento, in parte attraverso il Fondo esuberi. è stata, inoltre, ottenuta una clausola di salvaguardia per chi sceglierà di andare in esodo, nel caso si vedesse cambiare in corsa i requisiti pensionistici da eventuali nuove riforme previdenziali. Per la contrattazione di secondo livello è stato ottenuto l’impegno a non disdettarla fino alla scadenza del contratto nazionale fissato al 30 giugno 2014.
Sul fronte dei costi della governance, Ubi si è impegnata a ridurre il costo degli organi di gestione di almeno il 20% attraverso la diminuzione dei compensi o del numero degli amministratori, a tagliare il parco auto di almeno il 10%, a ridurre le spese amministrative per 45 milioni. «L’accordo – si legge in una nota di Ugl credito – è socialmente sostenibile in quanto garantisce nuova occupazione e salvaguarda il principio di volontarietà all’esodo incentivato, senza penalizzare la contrattazione di secondo livello».
CORIERE DELLA SERA venerdì 30 novembre 2012
C’è l’accordo Ubi La Cgil non firma
MILANO — Dopo oltre tre mesi di trattative Ubi e sindacati (con l’eccezione di Fisac-Cgil) hanno firmato l’accordo sugli esuberi. L’intesa punta a tagliare a regime 100 milioni di spese l’anno. Si tratta di una integrazione importante al piano industriale dell’istituto guidato da Victor Massiah, e segna anche una svolta nel mondo bancario in una fase di profonda trasformazione, in particolar modo per il personale. Nel caso di Ubi sono state ottenute importanti garanzie sul fronte dell’integrativo e delle nuove assunzioni. Ed è stato ottenuto anche l’impegno del vertice a sobbarcarsi una parte dei sacrifici attraverso la riduzione del costo complessivo degli organi di gestione di almeno il 20%, il taglio del parco auto aziendale e la riduzione delle spese amministrative per oltre 45 milioni di euro.
E’ la prima volta che questo impegno viene contrattualizzato. La parte preponderante dell’intesa riguarda tuttavia il personale. Il quale ha strappato a Massiah l’impegno a non disdettare il contratto integrativo fino al 30 giugno 2014 (Mps, Intesa, Bpm, per dirne solo alcune, lo hanno già disdettato). «Le organizzazioni sindacali unitariamente, guardando in faccia la negativa realtà economica e sociale del Paese — ha commentato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni —, hanno ottenuto risposte positive e concrete per chi sarà assunto, per chi resta e per chi esce attraverso i prepensionamenti volontari. In quest’ottica ritengo positivo l’accordo». Accordo improntato alla «solidarietà generazionale» ha aggiunto Sileoni. Dai 1.500 di luglio, gli esuberi in Ubi sono scesi a 650 e le uscite saranno tutte su base volontaria e incentivata per i prossimi 5 anni. Chi deciderà per la pensione avrà garantito l’85% dell’ultima retribuzione (a livello medio di sistema è il 60%) attraverso l’accesso al Fondo esuberi e la solidarietà. L’accordo prevede inoltre 140 nuove assunzione e la stabilizzazione di altri 100 addetti.
Adesso il fronte si sposta sulla Bpm. Lunedì è stata annunciata la disdetta del contratto integrativo. Ieri c’è stato un nuovo incontro nel corso del quale i vertici di Piazza Meda avrebbero fatto presente ai sindacati che loro richieste porterebbero a 30-35 milioni i risparmi, contro i 70 previsti. Oggi è prevista una nuova riunione. Federico De Rosa
LIBERO venerdì 30 novembre 2012
Ubi: siglato accordo sindacale, 140 nuove assunzioni e 650 uscite volontarie
(Adnkronos) – Per quanto riguarda infine i costi della governance, sono stati ottenuti una serie di impegni da parte dell’azienda: riduzione del costo complessivo degli organi di gestione di almeno il 20% attraverso la diminuzione dei compensi o del numero degli amministratori, taglio del parco auto aziendale a uso promiscuo di almeno il 10%, impegno a ridurre le spese amministrative (consulenze, servizi professionali, spese viaggio, immobili) per oltre 45 milioni di euro.
“Con questo accordo -dichiara Attilio Granelli, segretario nazionale Fabi- sono stati definitivamente respinti i tentativi dell’azienda di collocare obbligatoriamente in uscita 650 lavoratori, di cancellare i contratti integrativi aziendali nelle singole aziende del Gruppo, e di imporre pesanti deroghe al contratto nazionale”.
“Particolarmente rilevanti -aggiunge Paolo Citterio, coordinatore nazionale Fabi del Gruppo Ubi- sono infine le nuove assunzioni previste dall’accordo, che danno il via a nuova occupazione nonostante il difficile contesto economico, e l’impegno ottenuto pe la prima volta dal gruppo a contenere i costi della governance, che in Ubi raggiungono cifre superiori alla media di sistema, circa 19 milioni all’anno”.
VARESENEWS venerdì 30 novembre 2012
Gruppo Ubi, raggiunto l’accordo. A casa in 650
L’intesa è stata trovata dopo 58 giorni di trattativa. La scelta sarà su base volontaria, in provincia di Varese interessati circa 150 bancari su un totale di 1.100 lavoratori. Previste 240 nuove assunzioni a tempo indeterminato
Dopo quasi due mesi di trattative, è stato raggiunto l’accordo sull’occupazione tra il Gruppo Ubi Banca e il sindacato: 650 lavoratori, su base volontaria, saranno accompagnati alla pensione. In provincia di Varese sono interessati circa 150 bancari, su un totale di 1.100 occupati. Una perdita di occupazione che viene parzialmente compensata da 240 nuove assunzioni (15 in provincia di Varese) di giovani lavoratori a tempo indeterminato, in parte scelti tra i precari già al lavoro nel gruppo.
Per quanto riguarda il destino dei 700 lavoratori, di cui 60 nella nostra provincia, distaccati a tempo nella società società Ubiss (Ubi servizi e sistemi), nell’accordo è previsto che vengano tutti riassorbiti in Ubi entro il 2014. Per il momento rimarranno distaccati, ma sempre nello stesso posto di lavoro e senza cambio di mansioni. «è stata una trattativa difficilissima – spiega Rosalina Di Spirito, segretario provinciale della Fabi – ma siamo soddisfatti perché abbiamo dimezzato i costi strutturali (il Gruppo aveva previsto tagli per 115 milioni di euro pari a 1.578 lavoratori in meno ndr) e trovato soluzioni interessanti per i distacchi perché tutti avevano richiesto di rientrare alla casa madre, cioè in Ubi, spaventati dalla prospettiva di dover scegliere entro il 31 dicembre se stare di qua o di là con il rischio di dover cambiare sede di lavoro».
I 650 lavoratori in uscita sceglieranno di andarsene volontariamente. Si tratta per lo più di profili professionali che sarebbero andati in pensione nei prossimi 5 anni e, secondo il sindacato, le richieste non dovrebbero mancare. Nell’accordo è previsto che già a gennaio ci sia una verifica del rispetto della volontarietà della decisione. Non ci sarebbe inoltre un pericolo «esodati», cioè lavoratori che rimarrebbero senza stipendio e senza pensione, per effetto della nuova normativa previdenziale. «L’accordo – continua la sindacalista – prevede una formula di garanzia perché laddove ci saranno modifiche alla legge, l’azienda sarà disponibile a rivedere l’accordo».
Anche la riduzione dell’orario di lavoro incentivata sarà su base volontaria, fino ad un massimo di 220.000 giornate lavorative nel triennio 2013-2015, con utilizzo della parte ordinaria del fondo di solidarietà che prevede la retribuzione al 60% circa del periodo di riduzione. Nell’accordo è prevista la chiusura di due filiali e «forti contenimenti dei costi di tutta la governance, come inizio di un percorso di equità», che vuol dire meno soldi ai manager.
In questa trattativa rimane un’ombra: l’abbandono del tavolo, proprio nel rush finale dell’accordo, da parte della Fisac Cgil con la conseguente rottura dell’unitarietà sindacale con le altre organizzazioni, ovvero: Fabi, Dircredito, Fiba-Cisl, Sinfub, Ugl, Uilca. «è stata una sorpresa – conclude Di Spirito -. Dopo due mesi di trattativa faticosa, passati fianco a fianco, e dopo aver superato momenti difficili trovando la forza necessaria per continuare proprio nell’unità del tavolo, all’improvviso se ne vanno. Penso che siano intervenuti problemi esterni».
AVVENIRE venerdì 30 novembre 2012
Ubi Banca, intesa sui tagli. Sì anche a 240 assunzioni
Un lungo confronto, culminato con un accordo non condiviso da tutti. Nell’ambito delle manovre tese a semplificare l’organizzazione del gruppo Ubi Banca e ridurre in modo strutturale i costi operativi nel loro insieme, è stata raggiunta l’intesa relativa al personale con l’intesa siglata dalla proprietà e da Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Ugl, Uilca-Uil, Sinfub e Unità sindacale Falcri/Silcea. Non è stata condivisa (ma è comunque valida), dalla Fisac/Cgil.
L’accordo, tra l’altro, prevede una riduzione di organico (650 unità in un quinquennio, anche se la maggior parte dovrebbe uscire nei primi mesi del 2013) mediante accesso, prioritariamente su base volontaria, al trattamento pensionistico o al Fondo nazionale di sostegno al reddito; un contenimento degli oneri derivanti dalla riduzione delle prestazioni lavorative straordinarie, dai criteri di fruizione dei congedi, nonché dal ricorso a forme di flessibilità e di riduzione/sospensione dell’orario in parte finanziate dalle prestazioni del Fondo nazionale di sostegno al reddito. è stato inoltre condiviso un piano di stabilizzazione contrattuale e di assunzioni a favore di 240 giovani in tre anni dal 2013. Il complesso degli interventi, pur avendo caratteristiche per gran parte strutturali, «presenta un limitato impatto sociale» ha precisato Ubi e consente un risparmio a regime di circa 100 milioni di euro lordi annui, principalmente già dal 2013. In una nota, la Fisca/Cgil ha sottolineato di aver rifiutato la filosofia aziendale secondo la quale «i lavoratori pagano e ripagano… », e ha ribadito il «no alla solidarietà obbligatoria». L’azienda, a sua volta, auspica «che si possano creare nel futuro prossimo le condizioni di contesto che permettano anche a tale componente di condividere le intese sottoscritte». Carlo Guerrini
IL GIORNALE venerdì 30 novembre 2012
Ubi pensiona 650 esuberi risparmi per 100 milioni
Massimo Restelli
Ubi Banca accetta di ridurre gli esuberi a 650 addetti (meno delle metà dei 1.578 inizialmente preventivati) ma in buona sostanza tutti i dipendenti del gruppo cooperativo dovranno lavorare 3-4 giorni l’anno senza quasi pesare sul bilancio dell’istituto. L’adesione ai contratti di solidarietà è comunque facoltativa, mentre vige l’obbligo di ridurre drasticamente gli straordinari e di smaltire ferie ed ex festività. Il pacchetto «anti-crisi» di Ubi, non molto distante da quello adottato da Intesa Sanpaolo, è stato firmato ieri alle 15.30 nella sede di via Fratelli Calvi a Bergamo, da azienda e sindacati, con la defezione della Fisac-Cgil. L’ad Victor Massiah centra un risparmio di 100 milioni lordi sul costo del lavoro, in parte effettivo il prossimo anno. L’importo va sommato a quanto atteso dalla riorganizzazione territoriale (40 le filiali destinate a chiudere), dalla sforbiciata alle spese di governance (con taglio dei consiglieri e degli emolumenti) e dalla rinuncia a 71 dirigenti (la metà dei quali demansionati a «quadro»). Per i 650 addetti in eccesso si apre l’accesso diretto alla pensione o, su base volontaria, il prepensionamento lungo lo scivolo del Fondo esuberi: considerando i cinque anni di durata dell’ammortizzatore sociale il bacino potenziale sarebbe di circa 800 addetti. Ubi prevede oneri una tantum per 130 mlioni.
Per i contratti di solidarietà è invece stato fissato un monte massimo di 220mila giornate di lavoro nel triennio 2013-2015, frutto della riduzione degli orari di impiego (compresa la settimana corta) e del relativo salario, poi parzialmente ristorato dal Fondo (60%). Massiah «rottamerà» parte delle macchine aziendali oggi concesse ai dirigenti (per un risparmio perlomeno del 10%) e ridurrà le consulenze. Ubi assumerà poi 240 giovani, inclusa la stabilizzazione di un centinaio di precari, e rinnoverà i part-time. Prevista infine l’ottimizzazione dei «distacchi» in Ubi Sistemi e Servizi, riportando chi ne ha fatto richiesta sotto il tetto della capogruppo, così da annullare i cosiddetti «assegni di mobilità» (pari a 770 euro mensili lordi). L’intesa recepisce gli strumenti messi a disposizione dal contratto nazionale ma la Fisac si è chiamata fuori dal tavolo, malgrado Massiah nel corso di un recente dibattito a Bergamo avesse provato a tendere la mano al sindacato rosso.
CORRIERE DELLA SERA/Bergamo venerdì 30 novembre 2012
Esuberi Ubi, accordo su 650 volontari
Previste anche 240 assunzioni, inclusi i precari. Non toccati gli accordi aziendali Alla fine dal gruppo Ubi usciranno «solo» 650 lavoratori, su base volontaria e con pensionamento incentivato (da 9 a 15 mensilità) o con passaggio dal fondo esuberi (trattamento pari a circa l’85% della retribuzione netta). Rispetto agli oltre 1.500 posti equivalenti «full time» previsti inizialmente c’è una notevole riduzione degli esuberi sancita nell’accordo quadro siglato ieri dopo quattro giorni di non stop da Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Sinfub, Ugl e Uilca, ma non dalla Fisac-Cgil.
L’obiettivo di uscita di 650 persone, 200 circa sarebbero nell’area di Bergamo, appare facilmente raggiungibile dato che circa 825 lavoratori matureranno i requisiti per la pensione e a loro tutela l’accordo prevede anche una clausola di salvaguardia «esodandi» in caso di variazione della normativa. A fronte di oneri «una tantum» di circa 130 milioni che saranno contabilizzati nel bilancio 2012, la banca con l’accordo beneficerà di minori costi del lavoro per circa 100 milioni di euro lordi dal 2013. Oltre alle uscite sono infatti stati concordati una serie di provvedimenti quali riduzione degli straordinari, revisione dei criteri di funzione dei congedi e soprattutto ricorso a forme di flessibilità e di riduzione-sospensione dell’orario di lavoro (fino a 240 mila giornate lavorative, su base volontaria, per introdurre, ad esempio, «settimane cortissime»). Sono, queste ultime, le giornate di solidarietà, contestate dalla Fisac, che su questo nodo si è ritirata mercoledì dalla trattativa, con posizione confermata ieri dal segretario Pierangelo Casanova. Le giornate di solidarietà, come gli omonimi contratti, prevedono una riduzione di orario, ma una limitata perdita di salario, grazie alle indennità previste dal Fondo nazionale di sostegno al reddito (la denominazione ufficiale del Fondo Esuberi).
Alla fine i «risparmi» per la banca saranno ampiamente superiori ai 115 milioni previsti nell’annuncio di metà luglio. Nel conto, oltre agli interventi sul costo del lavoro, vanno infatti aggiunti anche i minori costi per la riorganizzazione territoriale con chiusura di una quarantina di sportelli, per l’uscita di 70 dirigenti e per un taglio alle spese amministrative, stimato dai sindacati dal valore di oltre 45 milioni, che comprende una riduzione di almeno il 20% per i costi della governance (tra componenti e emolumenti degli organi societari) e di almeno il 10% nel parco auto e un impegno aziendale a ridurre significativamente e in modo progressivo le spese amministrative, tra consulenze, spese di viaggio, affitti e così via.
Oltre alle uscite, l’accordo prevede anche nuove entrate: almeno 240 assunzioni, in tre anni, dal 2013, con stabilizzazione dell’attuale ottantina di precari. Il 6% delle assunzioni, ovvero una quindicina di persone, sarà riservato ai figli dei dipendenti in uscita, previa comunque verifica dei requisiti necessari per ricoprire le posizioni disponibili.
Viene anche sancita la possibilità di rientro in Ubi Banca dei circa 700 distaccati dal 2007 nella società di servizi Ubis: metà delle richieste saranno accolte dal primo gennaio e l’altra metà dal 2014. Stefano Ravaschio
CORRIERE DELLA SERA/Bergamo venerdì 30 novembre 2012
I sindacati «Grande soddisfazione»
In un comunicato congiunto Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Sinfub, Ugl e Uilca esprime «anche in considerazione dell’attuale contesto economico» — va ricordato che in gruppi come Bpm o Mps ci sono state disdette degli integrativi ed esternazionalizzazioni — «grande soddisfazione per l’esito del negoziato: l’accordo garantisce chi resta, chi va e chi entra». Ora si terranno le assemblee coi lavoratori, in tempi stretti, perché entro il 14 dicembre è prevista la raccolta delle adesioni dei volontari. A gennaio ci sarà una verifica sulle richieste di uscita e sulla questione delle giornata di solidarietà.
VARESENEWS venerdì 30 novembre 2012
Gruppo Ubi, raggiunto l’accordo. A casa in 650
L’intesa è stata trovata dopo 58 giorni di trattativa. La scelta sarà su base volontaria, in provincia di Varese interessati circa 150 bancari su un totale di 1.100 lavoratori. Previste 240 nuove assunzioni a tempo indeterminato
Dopo quasi due mesi di trattative, è stato raggiunto l’accordo sull’occupazione tra il Gruppo Ubi Banca e il sindacato: 650 lavoratori, su base volontaria, saranno accompagnati alla pensione. In provincia di Varese sono interessati circa 150 bancari, su un totale di 1.100 occupati. Una perdita di occupazione che viene parzialmente compensata da 240 nuove assunzioni (15 in provincia di Varese) di giovani lavoratori a tempo indeterminato, in parte scelti tra i precari già al lavoro nel gruppo.
Per quanto riguarda il destino dei 700 lavoratori, di cui 60 nella nostra provincia, distaccati a tempo nella società Ubiss (Ubi servizi e sistemi), nell’accordo è previsto che vengano tutti riassorbiti in Ubi entro il 2014. Per il momento alcuni rimarranno distaccati, ma sempre nello stesso posto di lavoro e senza cambio di mansioni. «è stata una trattativa difficilissima – spiega Rosalina Di Spirito, segretario provinciale della Fabi – ma siamo soddisfatti perché abbiamo dimezzato i costi strutturali (il Gruppo aveva previsto tagli per 115 milioni di euro pari a 1.578 lavoratori in meno ndr) e trovato soluzioni interessanti per i distacchi perché tutti avevano richiesto di rientrare alla casa madre, cioè in Ubi, spaventati dalla prospettiva di dover scegliere entro il 31 dicembre se stare di qua o di là con il rischio di dover cambiare sede di lavoro».
I 650 lavoratori in uscita sceglieranno di andarsene volontariamente. Si tratta per lo più di profili professionali che sarebbero andati in pensione nei prossimi 5 anni e, secondo il sindacato, le richieste non dovrebbero mancare. Nell’accordo è previsto che già a gennaio ci sia una verifica del rispetto della volontarietà della decisione. Inoltre, non ci dovrebbe essere un problema «esodati», cioè quei lavoratori che rimarrebbero senza stipendio e senza pensione, per effetto della nuova normativa previdenziale. «L’accordo – continua la sindacalista – prevede una formula di garanzia perché laddove ci saranno modifiche alla legge, l’azienda sarà disponibile a rivedere l’accordo».
Anche la riduzione dell’orario di lavoro incentivata sarà su base volontaria, fino ad un massimo di 220.000 giornate lavorative nel triennio 2013-2015, con utilizzo della parte ordinaria del fondo di solidarietà che prevede la retribuzione al 60% circa del periodo di riduzione. Nell’accordo è prevista la chiusura di due filiali e «forti contenimenti dei costi di tutta la governance, come inizio di un percorso di equità», che vuol dire meno soldi ai manager.
In questa trattativa rimane un’ombra: l’abbandono del tavolo, proprio nel rush finale dell’accordo, da parte della Fisac-Cgil con la conseguente rottura dell’unitarietà sindacale con le altre organizzazioni, ovvero: Fabi, Dircredito, Fiba-Cisl, Sinfub, Ugl, Uilca. «è stata una sorpresa – conclude Di Spirito -. Dopo due mesi di trattativa faticosa, passati fianco a fianco, e dopo aver superato momenti difficili trovando la forza necessaria per continuare proprio nell’unità del tavolo, all’improvviso se ne vanno. Penso che siano intervenuti problemi esterni». 30/11/2012
IL SOLE 24 ORE.it 29 novembre 2012
Ubi: siglato accordo sindacale, 140 nuove assunzioni e 650 uscite volontarie
è stato raggiunto oggi, al termine di una trattativa durata oltre tre mesi, l’accordo sugli esuberi tra il Gruppo Ubi e le organizzazioni sindacali aziendali. L’accordo prevede: circa 140 nuove assunzioni e un centinaio di stabilizzazioni dei lavoratori precari; rinnovo automatico dei contratti part time in scadenza entro il 2015 per altri 48 mesi, salvo rinuncia degli interessati; 650 uscite tutte su base volontaria e incentivata per i prossimi 5 anni dal 2013 al 2017, di cui una parte attraverso il pensionamento e l parte attraverso l’accesso al Fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria, con un incentivo che portera’ l’assegno di sostegno al reddito ad arrivare all’85% dell’ultima retribuzione netta mensile percepita dal lavoratore.
E’ stata, inoltre, ottenuta una clausola di salvaguardia per i lavoratori che sceglieranno di andare in esodo, nel caso si vedessero cambiare in corsa i requisiti pensionistici da eventuali nuove riforme previdenziali. Sul fronte della contrattazione di secondo livello e’ stato ottenuto dall’azienda l’impegno a non disdettarli fino alla scadenza del contratto nazionale fissato al 30 giugno 2014.
E’ stata prevista anche, nell’ottica di un taglio dei costi, la riduzione o sospensione dell’orario di lavoro, ma solo su base volontaria, un misura di solidarieta’ finanziata dall’ammortizzatore sociale di categoria, con recupero del 60% del salario, nelle ore non lavorate, una misura finanziata dall’ammortizzatore sociale di categoria, il Fondo esuberi.
Per quanto riguarda infine i costi della governance, sono stati ottenuti una serie di impegni da parte dell’azienda: riduzione del costo complessivo degli organi di gestione di almeno il 20% attraverso la diminuzione dei compensi o del numero degli amministratori, taglio del parco auto aziendale a uso promiscuo di almeno il 10%, impegno a ridurre le spese amministrative (consulenze, servizi professionali, spese viaggio, immobili) per oltre 45 milioni di euro.
”Con questo accordo -dichiara Attilio Granelli, segretario nazionale Fabi- sono stati definitivamente respinti i tentativi dell’azienda di collocare obbligatoriamente in uscita 650 lavoratori, di cancellare i contratti integrativi aziendali nelle singole aziende del Gruppo, e di imporre pesanti deroghe al contratto nazionale”.
”Particolarmente rilevanti -aggiunge Paolo Citterio, coordinatore nazionale Fabi del Gruppo Ubi- sono infine le nuove assunzioni previste dall’accordo, che danno il via a nuova occupazione nonostante il difficile contesto economico, e l’impegno ottenuto pe la prima volta dal gruppo a contenere i costi della governance, che in Ubi raggiungono cifre superiori alla media di sistema, circa 19 milioni all’anno”.
FINANZA&MERCATI.it 29 novembre 2012
Ubi Banca, intesa con i sindacati: 650 gli esuberi
Saranno 650 gli esuberi per Ubi banca. L’istituto ha raggiunto l’intesa sindacale per tagliare i costi del personale, che verranno effettuati con prepensionamenti nei primi mesi del 2013. Tra le sigle che hanno firmato l’accordo non figura però Fisac-Cgil.
L’ammontare della riduzione dei posti di lavoro è pertanto decisamente inferiore rispetto ai 1.500 esuberi annunciati a luglio. L’accordo odierno è stato siglato da Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Ugl, Uilca, Sinfub e Unità sindacale Falcri/Silcea. “Per quanto riguarda la Fisac-Cgil, che non ha siglato l’accordo, comunque valido – si legge in una nota – l’azienda auspica che si possano creare nel futuro prossimo le condizioni di contesto che permettano anche a tale componente di condividere le intese sottoscritte”. Nel dettaglio, l’intesa contiene una serie di previsioni che contemplano, oltre a una riduzione di organico (650 unità nei primi mesi del 2013) mediante accesso, prioritariamente su base volontaria, al trattamento pensionistico o al fondo nazionale di sostegno al reddito, anche un contenimento degli oneri derivanti dalla riduzione delle prestazioni lavorative straordinarie, dai criteri di fruizione dei congedi, nonchè dal ricorso a forme di flessibilità e di riduzione/sospensione dell’orario di lavoro in parte finanziate dalle prestazioni del fondo nazionale di sostegno al reddito. Approvato inoltre un piano di stabilizzazione contrattuale e di assunzione di personale a favore di 240 giovani in tre anni a partire dal 2013. Gli interventi, spiega il comunicato, hanno caratteristiche per gran parte strutturali, ma con un limitato impatto sociale e consentono una riduzione del costo del lavoro a regime di circa 100 milioni di euro lordi annui principalmente conseguiti già dal 2013. Ubi avvicina così già da ora il target di riduzione dei costi annui per 115 milioni a partire dal 2014 annunciato a luglio. Gli oneri una tantum, da contabilizzarsi interamente nel quarto trimestre dell’esercizio in corso, sono stimati in circa 130 milioni lordi.
Trend-OnLine.com 29 novembre 2012
Ubi Banca: siglato l’Accordo Quadro con le Organizzazioni Sindacali
Con riferimento all’insieme articolato di manovre tese a semplificare l’organizzazione del Gruppo UBI e a ridurre in modo strutturale i costi operativi nel loro complesso, annunciato in data 18 luglio 2012, si comunica che questo pomeriggio e’ stata finalizzata la componente relativa al costo del personale.
Con riferimento all’insieme articolato di manovre tese a semplificare l’organizzazione del Gruppo UBI e a ridurre in modo strutturale i costi operativi nel loro complesso, annunciato in data 18 luglio 2012, si comunica che questo pomeriggio e’ stata finalizzata la componente relativa al costo del personale.
Si è infatti conclusa la procedura avviata con informativa sindacale del 28 agosto 2012, con un accordo siglato da DIRCREDITO, FABI, FIBA/CISL, UGL Credito, UIL.CA, SINFUB e UNITA’ SINDACALE FALCRI/SILCEA.
Per quanto riguarda la FISAC/CGIL, che non ha siglato l’accordo, comunque valido, l’azienda auspica che si possano creare nel futuro prossimo le condizioni di contesto che permettano

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