Al centro della seconda giornata della IX Conferenza di Organizzazione la governance delle Banche Popolari e del Credito Cooperativo. Sileoni: "Sì a rappresentanti dei lavoratori nei consigli di sorveglianza: così si saldano interessi del management con quelli dei dipendenti"
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GOVERNANCE POPOLARI, LE PROPOSTE DELLA FABI

Al centro della seconda giornata della IX Conferenza di Organizzazione la governance delle Banche Popolari e del Credito Cooperativo. Sileoni: “Sì a rappresentanti dei lavoratori nei consigli di sorveglianza: così si saldano interessi del management con quelli dei dipendenti”
GOVERNANCE POPOLARI, LE PROPOSTE DELLA FABI
Favorire la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori negli organismi di sorveglianza delle banche popolari, sulla falsariga del modello tedesco, e dare la possibilità ai dipendenti di diventare soci delle banche di credito cooperativo.
Queste le proposte lanciate dalla FABI (Federazione autonoma bancari italiani), il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari, durante la tavola rotonda "Crisi Finanziaria: Banche Popolari e Banche di Credito Cooperativo, esempio per un nuovo modello di governance?",organizzata oggi a Roma presso l'Ergife Palace Hotel, nell'ambito della IX Conferenza d'Organizzazione FABI.
Il dibattito, moderato dal giornalista Nicola Borzi, ha visto la partecipazione dei vertici delle principali banche popolari e di credito cooperativo, che per la prima volta si sono confrontati con i rappresentanti del maggiore sindacato bancario italiano sulla governance delle banche popolari, recentemente riformata.
Presenti tra gli altri: Pier Francesco Saviotti, Amministratore Delegato Gruppo Banco Popolare, Victor Massiah, Amministratore Delegato Gruppo UBI, Andrea Bonomi, Presidente Gruppo Banca Popolare di Milano, Vincenzo De Bustis, Direttore Generale Gruppo Banca Popolare di Bari, Alessandro Azzi, Presidente Federcasse, Eugenio Garavini, Vice Direttore Generale e COO Gruppo BPERe Lando Maria Sileoni, Segretario Generale FABI.
Partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori agli organismi di sorveglianza. "Riteniamo sia giunta l'ora che nei consigli di sorveglianza delle banche popolari siano presenti anche i rappresentanti dei lavoratori", ha detto il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni. "Un'iniziativa che completerebbe il processo di partecipazione alla governance dei dipendenti, che potrebbero così esercitare un ruolo di responsabilità e di controllo terzo rispetto a quello degli organi di gestione, favorendo sia le istanze dei lavoratori stessi che quelle della clientela".

"Per noi avere rappresentanti dei lavoratori nei Consigli di Sorveglianza significa saldare gli interessi del management con quelli dei dipendenti", ha spiegato Sileoni, "e significa anche una differente politica di remunerazione dei manager e di gestione delle consulenze, che noi riteniamo al momento troppo alte nel sistema".

Proprio sull’argomento, il segretario generale della FABI ha detto senza mezzi termini all’Amministratore delegato del Banco Popolare, Saviotti, che “non ci pu ò esser accordo sul piano industriale (quello che l’azienda presenterà il prossimo gennaio, ndr), se non ci sarà un impegno importante della controparte a ridurre i compensi agli amministratori”, come avvenuto recentemente nel Gruppo Ubi.
No al divieto ai dipendenti di diventare soci delle banche di credito cooperativo. “In alcune banche di credito cooperativo”, ha poi rimarcato Sileoni, “vige ancora il divieto sostanziale per i dipendenti di diventare soci. Riteniamo che questa previsione vada corretta e superata in quanto, a nostro avviso, i dipendenti sono portatori di valore come tutti gli altre stakeholders. Non devono, quindi, essere discriminati e si deve garantire loro la piena partecipazione al voto, proprio nell’ottica di quello spirito mutualistico tipico del movimento cooperativo”.

Le aperture delle banche. Le proposte della FABI hanno riscosso consensi anche presso alcuni rappresentanti delle banche Popolari. A cominciare da Victor Massiah, consigliere delegato del Gruppo Ubi. “Ci pu ò essere una figura con capacità d’ascolto e di sintesi che rappresenti il pensiero dei lavoratori”, ha detto Massiah. Di avviso simile Eugenio Garavini, Vice Direttore Generale Gruppo Bper, che ha ricordato come i dipendenti siano portatori non solo dei propri legittimi interessi ma anche di quelli del territorio.

Infine, sempre nell’ottica di una maggiore convergenza di obiettivi tra banca e lavoratori, il Presidente della Bpm, Andrea Bonomi, ha annunciato che da gennaio “partirà la riforma della governance della Bpm con il contributo di tutti e dei sindacati” perché “non vogliamo andare in assemblea e fare a cazzotti. “Vogliamo fare della Bpm un esempio per tutto il sistema, anche perché dopo gli eccessi passati, vogliamo ripartire da zero e mettere a punto strutture che funzionino”. Bonomi, sollecitato dal segretario generale Fabi Lando Sileoni, ha ribadito “il suo impegno nella banca per dare il proprio contributo”.

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