I lavoratori del Gruppo promuovono l'accordo siglato a novembre da banca e sindacati, esclusa la Fisac: 916 richieste di uscita, contro le 650 previste, e 3887 domande di sospensione dell'orario di lavoro. Citterio: "Ora l'azienda punti sulle nuove assunzioni"
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ACCORDO UBI, BOOM DI ADESIONI

I lavoratori del Gruppo promuovono l’accordo siglato a novembre da banca e sindacati, esclusa la Fisac: 916 richieste di uscita, contro le 650 previste, e 3887 domande di sospensione dell’orario di lavoro. Citterio: “Ora l’azienda punti sulle nuove assunzioni”
ACCORDO UBI, BOOM DI ADESIONI
L'accordo firmato dalla FABI e dalle altre organizzazioni sindacali, ad accezione della Fisac Cgil, fa il pieno di adesioni.

Le domande volontarie di uscita presentate dai lavoratori sono state infatti 916, contro le 650 previste dall'azienda.

Grande successo ha riscosso anche la formula della sospensione o riduzione volontaria dell’orario di lavoro. Ne hanno fatto domanda ben 3.887 dipendenti per un totale di 375.000 giornate richieste contro le 220mila preventivate dall’accordo.

I dipendenti del Gruppo hanno così “promosso” l’intesa firmato lo scorso 29 novembre da banca e delegazioni sindacali aziendali.

I punti salienti dell’accordo. L’accordo in sostanza prevedeva 650 uscite tutte su base volontaria e incentivata per i prossimi 5 anni dal 2013 al 2017, di cui una parte attraverso il pensionamento e l’altra attraverso l’accesso al Fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria, con un assegno di sostegno al reddito pari all’85% dell’ultima retribuzione netta mensile percepita dal lavoratore.

Sul fronte della riduzione o sospensione volontaria dell’orario di lavoro, ai lavoratori è stato concesso a titolo d’incentivo di recuperare il 60% del salario, nelle ore non lavorate, una misura finanziata dall’ammortizzatore sociale di categoria, il Fondo esuberi.

Ma con l’accordo era stato anche respinto l’attacco ai contratti integrativi aziendali, con impegno a non toccarli fino al 30 giugno 2014, ed era stata ottenuta la garanzia a ridurre del 20% i costi degli organi di gestione e ad assumere 240 giovani, di cui 100 precari già in servizio presso la banca.

Ora nuove assunzioni. “Le massicce adesioni dei lavoratori al piano d’esodi dimostra che questo accordo è stato sottoscritto nell’esclusivo interesse dei dipendenti del Gruppo Ubi”, ha commentato Paolo Citterio Coordinatore FABI in Ubi. “L’intesa ha permesso di salvaguardare la contrattazione aziendale e di applicare misure di solidarietà solo dietro incentivo economico e su base volontaria, ossia previo consenso del personale, coniugando così il rispetto dei diritti acquisiti dei lavoratori con le esigenze di competitività dell’azienda”.

“Adesso, nel prossimo incontro fissato i primi di febbraio, chiederemo ai vertici un numero di nuove assunzioni più alto rispetto alle 240 già previste dall’accordo di novembre, anche in ragione delle consistenti uscite di personale che si realizzeranno da adesso al 2017, e più efficaci soluzioni organizzative per far fronte agli esodi dei colleghi”.

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