Chiusa senza accordo la trattativa sulla ristrutturazione della rete. La Banca vuole azzerare gli inquadramenti degli addetti delle nuove filiali leggere, ma la FABI non ci sta. Xausa: "Discriminazione intollerabile"
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POPOLARE VICENZA, BATTAGLIA SUGLI INQUADRAMENTI

Chiusa senza accordo la trattativa sulla ristrutturazione della rete. La Banca vuole azzerare gli inquadramenti degli addetti delle nuove filiali leggere, ma la FABI non ci sta. Xausa: “Discriminazione intollerabile”
POPOLARE VICENZA, BATTAGLIA SUGLI INQUADRAMENTI
Il gruppo Banca Popolare di Vicenza vuole azzerare gli inquadramenti degli addetti alle filiali "leggere", ma la FABI non ci sta e annuncia battaglia.

Si è chiusa così senza accordo la trattativa sulla ristrutturazione della rete del gruppo veneto. All'origine della rottura, consumata ieri sera al termine di un serrato confronto tra le parti, la proposta unilaterale dell'azienda di non far valere più per i mono-addetti delle così dette filiali leggere gli inquadramenti previsti dal contratto integrativo aziendale.

Con la ristrutturazione in questione, la Banca realizzerà infatti un nuovo modello distributivo “a stella”, che prevede l’introduzione di filiali satellite, con uno, due o più addetti, prive di direzione e che avranno come referente un’agenzia capofila. Per il momento l’operazione coinvolge 64 sportelli e un totale di circa 150 lavoratori.

La FABI sul piede di guerra. “Non abbiamo firmato la bozza d’accordo presentata dall’azienda poiché fortemente discriminatoria e penalizzante nei confronti degli operatori di monosportello”, dichiara Giuliano Xausa, Coordinatore nazionale FABI in Gruppo Banca Popolare di Vicenza.

“L’azienda”, prosegue Xausa, “sta attuando un comportamento gravissimo, contro cui siamo pronti a ricorrere anche legalmente, in quanto la decisione di azzerare gli inquadramenti di alcuni dipendenti contravviene al contratto integrativo aziendale, legittimamente firmato e tutt’ora in vigore”.

“Spiace poi constatare l’ingiustificata intransigenza del Gruppo, che, sull’argomento, si è fino all’ultimo rifiutato di discutere le soluzioni di buon senso proposte dal sindacato a tutela di tutti i lavoratori”, conclude Xausa.

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