POPOLARE SPOLETO, L?OCCUPAZIONE PRIMA DI TUTTO
Dopo il commissariamento voluto dalla Banca d’Italia per una serie di carenze gestionali, la FABI chiede che non vengano toccati i livelli occupazionali e gli istituti contrattuali degli 840 lavoratori. “Criticità di gestione già abbondantemente segnalate”
All'indomani del commissariamento della Banca Popolare di Spoleto, disposto dalla Banca d'Italia nei giorni scorsi, il Coordinamento FABI di gruppo chiede piena tutela occupazionale e contrattuale degli 840 dipendenti dell'istituto e dei 6 dipendenti della finanziaria controllante, la Spoleto Crediti e Servizi.
Ieri pomeriggio, durante l'incontro con i commissari che ha coinvolto anche le altre organizzazioni sindacali, è emerso che all'origine del provvedimento ci sono carenze di controllo gestionali, eccessiva facilità nell'erogazione del credito con riflessi sul rapporto del patrimonio, scarsa qualità del credito, politiche organizzative errate, bassa qualità di alcune aree del management, la disdetta dei patti parasociali di Mps che comporterà una ricostituzione del patrimonio, conflittualità tra gli organismi sociali della finanziaria controllante e di Banca Popolare di Spoleto (Bps).
“Già da tre mesi a questa parte”, spiega il Coordinamento FABI in Bps, “avevamo evidenziato una serie di criticità nella gestione della banca, richiamando i vertici e amministratori alle loro responsabilità, e tali rilievi si sono rivelati fondati anche alla luce della relazione finale redatta dagli ispettori della banca d’Italia”.
“Auspichiamo che i commissari ridefiniscano le politiche organizzative della banca, senza tuttavia incidere sull’occupazione e sugli istituti contrattuali dei lavoratori faticosamente conquistati negli anni”.
“Nel frattempo seguiremo con la massima accuratezza la situazione e ci impegneremo, in tutte le sedi, affinché non sia compromesso il buon nome e l’immagine della banca, che non presenta alcun problema di liquidità”.
Spoleto 14/02/2013