POPOLARE SPOLETO, FABI: ?RILANCIO FACCIA RIMA CON OCCUPAZIONE?
Ci sarebbero quattro cordate di imprenditori interessate a rilevare la Banca Popolare di Spoleto, già commissariata da Bankitalia. La FABI: “Chiediamo piani industriali credibili e un impegno serio per il rilancio dell’istituto. No ai tagli sui dipendenti”
"Alle cordate di imprenditori locali che si candidano a rilevare la Banca Popolare di Spoleto, recentemente commissariata per gravi irregolarità gestionali dalla Banca d'Italia, chiediamo piani industriali credibili e innovativi e un impegno serio e puntuale finalizzato all'effettivo rilancio dell'istituto, nel pieno rispetto delle professionalità di tutti i dipendenti e senza incidere sui livelli occupazionali".
Questa la richiesta fatta oggi dal Coordinamento FABI, il sindacato maggiormente rappresentativo all'interno della Banca Popolare di Spoleto, istituto che occupa sul territorio oltre 800 dipendenti.
Al momento, secondo indiscrezioni, sarebbero quattro le cordate che avrebbero presentato proposte giudicate “meritevoli d’attenzione dalla Banca d’Italia, per rilevare il pacchetto azionario, o parzialmente o totalmente, della Bps.
Tra queste ci sarebbe un newco di imprenditori locali, denominata Clitumnus, guidata dal professor Francesco Carbonetti. Della newco fanno parte 9 soggetti fra imprenditori e società: 4 sull’asse Perugia-Gubbio (tra cui Coop Centro Italia e Fondazione CariPerugia), 2 di Foligno e 3 di Spoleto.
Poi ci sarebbe in lizza anche la Banca Popolare di Vicenza, che avrebbero manifestato interesse a rilevare il 51% del pacchetto azionario della Bps, e altre due cordate di cui ancora non si conoscono le generalità.
“Non vorremmo che dietro alcuni interessamenti ci fossero intenzioni meramente speculative, che in questo momento danneggerebbero dipendenti e clientela e comprometterebbero lo sviluppo industriale della banca stessa, sana dal punto di vista patrimoniale, come rilevato dagli stessi commissari della Banca d’Italia, e punto di riferimento per l’economia umbra”.
“Come FABI siamo disponibili a dialogare con i commissari, a patto che non ci vengano proposti tagli lineari sul personale. Siamo infatti convinti che per rilanciare la Banca Popolare di Spoleto occorra incidere sulle sacche d’inefficienza, in particolare sugli sprechi e sulle disfunzioni organizzative, dunque su tutte quelle anomalie che hanno determinato il commissariamento dell’istituto da parte di Bankitalia.
Facciamo notare che l’incremento del 20% del costo del personale, registrato nell’ultimo anno, è da attribuirsi non certo a un miglioramento delle condizioni economiche dei lavoratori, ma piuttosto all’amento ingiustificato delle retribuzioni del Direttore Generale e dell’area dirigenziale e al pagamento di ricche clausole di fedeltà, accordate ad alcuni quadri direttivi di alto livello della banca, licenziati e poi riassunti dalla Bps”.
Spoleto 21/02/2013