ALBA LEASING, PARTE LA DIFFIDA SUI LICENZIAMENTI
La FABI e le altre Organizzazioni Sindacali diffidano l’azienda dall’applicare la legge 223 sui licenziamenti collettivi e proclamano lo stato d’agitazione. A rischio 57 posti di lavoro e possibili 27 trasferimenti forzati. “Azienda non rispetta gli impegni presi”
La FABI e le altre Organizzazioni Sindacali diffidano Alba Leasing dal procedere ai tagli e proclamano lo stato d'agitazione.
La società, controllata da Banco Popolare, BPER, Banca Popolare di Sondrio e BPM, ha infatti dichiarato chiusa senza accordo la trattativa sugli esuberi, iniziata a fine gennaio, e si è detta pronta ad attivare la legge 223 sui licenziamenti collettivi, mettendo così a rischio 57 posti di lavoro e ventilando 27 trasferimenti forzati.
Nella diffida, subito inviata all’azienda, i sindacati hanno contestato la legittimità stessa della procedura.
Proprio nel 2009, quando sulle ceneri di Italease è stata costituita Alba Leasing, le banche proprietarie avevano sottoscritto una lettera d’impegno con le Organizzazioni Sindacali: in caso di future tensioni occupazionali o ristrutturazioni si sarebbero impegnate e riprendere in carico i lavoratori.
Un’intesa che alla luce dei fatti di oggi non è stata minimamente rispettata, lamenta la FABI.
Non solo. I vertici, nell’ambito della procedura sindacale, hanno anche eluso il confronto con le Segreterie Nazionali dei sindacati, più volte richiesto.
“Riteniamo molto grave l’atteggiamento delle banche proprietarie di Alba Leasing, venute meno ai loro impegni con le Organizzazioni Sindacali”, attacca la FABI. “Rigettiamo l’attivazione della legge sui licenziamenti collettivi e metteremo in atto ogni iniziativa in nostro potere per contrastare i piani aziendali”.
Milano 11/04/2013