Firmato l'accordo sulla cessione ad Accenture del ramo d'azienda Invoices Management. Morelli: "garantite le migliori condizioni economiche e normative ai lavoratori, ma rimaniamo contrari a esternalizzazioni"
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UNICREDIT, FABI: ?LA CESSIONE DI INVOICES MANAGEMENT ? UNA SVENDITA?

Firmato l’accordo sulla cessione ad Accenture del ramo d’azienda Invoices Management. Morelli: “garantite le migliori condizioni economiche e normative ai lavoratori, ma rimaniamo contrari a esternalizzazioni”
UNICREDIT, FABI: ?LA CESSIONE DI INVOICES MANAGEMENT ? UNA SVENDITA?
Nella tarda serata di venerdì 12 aprile si è conclusa con un accordo la trattativa tra Organizzazioni Sindacali di categoria e Unicredit sulla cessione ad Accenture del ramo d'azienda Invoices Management, nuova tranche di esternalizzazioni del programma Newton, che mira ad appaltare a società esterne i servizi di back office e Information technology del Gruppo per un totale di 800 lavoratori coinvolti in Italia.

L'accordo tutela i 109 dipendenti di Invoices Management, collocati nelle piazze di Trieste e Roma, garantendo loro il mantenimento nel tempo del Contratto del credito, la salvaguardia di tutti i trattamenti economici, normativi, previdenziali e assistenziali vigenti, la possibilità di rientro in Ubis (Consorzio informatico del Gruppo Unicredit, ndr) dei lavoratori oggetto di cessione anche in caso di future tensioni occupazionali, fatte salve comunque tutte le iniziative che si vorranno intraprendere per la verifica della legittimità o meno della cessione del ramo d'azienda.

Un’intesa inevitabile secondo la FABI, in assenza della quale i lavoratori non avrebbero avuto alcune garanzia in tema di retribuzione e di previsioni integrative.

Anche se il No alle esternalizzazioni resta fermo.

“Abbiamo voluto esprimere all’interno dell’accordo stesso – è la prima volta che accade – tutta la nostra contrarietà a questo tipo di operazioni, che non vengono né accettate né tantomeno condivise, come ribadito in questi ultimi mesi con scioperi e manifestazioni”, ha commentato Mauro Morelli, Segretario Nazionale della FABI.

“Riteniamo, infatti, che la “svendita” dei servizi di back office e It a società esterne non sia giustificata da alcuna crisi aziendale e che sia in netto contrasto con la tambureggiante pubblicità di nuove assunzioni recentemente orchestrata dal Gruppo Unicredit”.

“Siamo tuttavia stati costretti dalle vigenti normative ad avviare una trattativa con l’azienda, con l’unico obiettivo di ottenere le migliori condizioni economiche e normative a favore dei lavoratori rispetto ai minimi previsti dall’articolo 2112 del Codice Civile”, ha concluso il Segretario Nazionale.

Milano 15/04/2013
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