350 SINDACALISTI FABI SENZA RETE COL SEGRETARIO GENERALE, LANDO MARIA SILEONI. SEMBRAVA UN CONSIGLIO NAZIONALE.
PROSSIMA TAPPA 07/05/2013 "LODI"
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FABI ON THE ROAD FA TAPPA IN SICILIA

350 SINDACALISTI FABI SENZA RETE COL SEGRETARIO GENERALE, LANDO MARIA SILEONI. SEMBRAVA UN CONSIGLIO NAZIONALE.
PROSSIMA TAPPA 07/05/2013 “LODI”
FABI ON THE ROAD FA TAPPA IN SICILIA
"Sono venuto per stare in mezzo a voi e per ascoltarvi, per ascoltare le vostre istanze, le vostre richieste ed anche le vostre critiche, se ci sono" - ha iniziato il Segretario Generale della FABI.

Le banche soffrono di una crisi di classe dirigente, ma soprattutto di una crisi d'idee, di proposte, di politiche di sviluppo per uscire dalla crisi e per rilanciare il settore e, con esso, il Paese.

Tutti i Dirigenti sindacali FABI sono accorsi a Giardini Naxos (ME) per accogliere ed ascoltare il Segretario generale della FABI, che ha voluto incontrarli proprio in questa fase di grande difficoltà politico-economica, che squassa il Paese e anche il sistema bancario, con le conseguenze sotto gli occhi di tutti ogni giorno.

“Il potere delle banche è concentrato nelle mani di poche famiglie – quasi sempre le stesse da decenni – che fanno quello che vogliono e tengono sotto scacco anche la politica”.

Nonostante la spada di Damocle dei licenziamenti, il sindacato è riuscito a tamponare la situazione, con la costituzione del Fondo di sostegno alla nuova occupazione e con il Fondo esuberi, evitando la rottamazione dei 55enni.

Poi sono venute le richieste di flessibilità, a cui i sindacati sono stati costretti ad aderire, per evitare espulsioni di decine di migliaia di lavoratori dal sistema.

“Non è stato facile – ha detto Sileoni – ma non si poteva fare altro”.

Una categoria che sarebbe stata “normalizzata” senza la FABI e senza un Contratto Nazionale lungimirante, che ha consentito comunque di mantenere parecchi vantaggi, rispetto ad altri settori.

Dopo l’introduzione del Segretario Generale della FABI, è venuto il turno dei dirigenti siciliani.

In questo luogo, che fu dimora degli dei e dove ancora essi si nascondono, confondendosi fra le testimonianze della cultura greca, la spuma del mare ed il fuoco dell’Etna ad osservare ignari visitatori, forse dimentichi dei poemi d’Omero, dei capricci di Zeus, delle vendette di Poseidone ed Efesto, più di 350 sindacalisti FABI hanno fatto domande, hanno portato le loro esperienze, si sono confrontati col loro lider maximo, certi di trovare un interlocutore attento e sensibile per le istanze che loro hanno raccolto fra gli iscritti dell’Isola. Un capo, a cui confidare i loro timori, cui affidare le proprie speranze.

Al centro del fitto botta e risposta fra Lando Maria Sileoni e i dirigenti di base, il tema del “lavoro che non c’è”, dramma costante in Sicilia, e delle difficoltà incontrate dai lavoratori dell’Isola anche nelle banche, trasformate, accorpate, vendute, col loro seguito di lavoratori, falcidiati dai tagli imposti dai nuovi padroni, costretti a inseguire budget irraggiungibili, soffocati dalle pressioni commerciali. “Niente di nuovo” – direte voi. è vero, anche nel resto dell’Italia il momento è difficile. Ma in Sicilia i problemi s’innestano su una situazione di mancanza di lavoro, di arretratezza socio-economica, di assenza di prospettive di sviluppo endemiche, portandone gli effetti a livelli non di rado parossistici.

Così anche i giovani sindacalisti hanno rappresentato il dramma di chi non ha lavoro e non riesce a progettare il suo futuro, poi di coloro che un lavoro ce l’hanno, ma precario ed instabile.

I Dirigenti del comparto Esattoriali hanno denunciato un clima di intimidazione verso chi deve riscuotere i crediti della Pubblica Amministrazione ed una gestione opaca ed allegra della riscossione siciliana.

Anche le donne hanno voluto far sentire la loro voce, richiamando l’attenzione sul problema della grave carenza di strutture sociali di supporto al lavoro femminile (ad esempio, asili nido e scuole materne pubbliche), ancora ostaggio di una cultura di subalternità della donna. Propongono di prendere esempio da altri Paesi europei e si dicono pronte a dare battaglia, con una serie d’incontri e d’iniziative per sensibilizzare amministratori locali e politici nazionali. Lo scopo è quello di creare una nuova coscienza sociale e di stimolare le istituzioni a dare le risposte attese dalla gente.

Molti intervenuti hanno sollecitato la Segreteria Nazionale a continuare con la politica di “avvicinamento” dei territori e dei lavoratori, sia con i confronti diretti sia con i nuovi canali di comunicazione, internet e web television in primis.

Apprezzamenti ripetuti sono venuti per il lavoro svolto dalla Segreteria Nazionale e dal Segretario Generale sia per quanto concerne l’azione politica, sia per la capacità organizzativa e di innovazione del modo di fare sindacato e di comunicare con gli iscritti e con l’esterno.

Una FABI profondamente cambiata e rinnovata, quella che si sta preparando ad affrontare la stagione congressuale ed il merito è certo di chi sta al timone, ma anche e soprattutto delle strutture territoriali, che sono state capaci di tenere il ritmo e di fare il lavoro sul campo.

Insomma, un successone l’incontro di Giardini Naxos, dove il Segretario Generale della FABI è stato accolto col calore della gente sicula ed infine salutato con un interminabile applauso.

Sulla via del ritorno, ripercorrendo la costa, guardiamo istintivamente verso il Vulcano e ammirando i Faraglioni, non possiamo non riandare con la memoria alla collera di Polifemo, che li scagli ò contro Nessuno, l’uomo che l’aveva sfidato e vinto con la sua astuzia, cioè il molto accorto Odisseo. Emblema senza tempo dell’intelligenza umana, che sfida il destino e le avversità.

Un buon presagio anche per la nave della FABI, col suo timoniere dalle mani sicure, che conosce il vento e fiuta le tempeste, con i suoi passeggeri timorosi delle onde perigliose, ma fiduciosi di giungere a Itaca sotto il suo comando.

Giardini Naxos, 24/04/2013

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