I lavori si sono aperti a Rimini con la relazione del Segretario Nazionale Bertinotti: "con nuovo contratto abbiamo salvato la categoria, garantendo nuova occupazione". La lectio magistralis dell'economista Sapelli: "sindacato unica istituzione che resiste"
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119? CONSIGLIO FABI AL VIA: OSPITE D’ONORE SAPELLI

I lavori si sono aperti a Rimini con la relazione del Segretario Nazionale Bertinotti: “con nuovo contratto abbiamo salvato la categoria, garantendo nuova occupazione”. La lectio magistralis dell’economista Sapelli: “sindacato unica istituzione che resiste”
119? CONSIGLIO FABI AL VIA: OSPITE D'ONORE SAPELLI
Il 119 Consiglio Nazionale si è aperto ufficialmente oggi a Rimini. Circa 1000 i delegati sindacali giunti da tutta Italia per partecipare al'ultimo grande appuntamento sindacale prima del Congresso Nazionale del marzo 2014, nel quale verranno rinnovati i vertici della FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari.

Il primo a salire sul palco dell'affollato Teatro Ermete Novelli è stato il Segretario Nazionale, Luca Bertinotti, che ha introdotto con una dettagliata relazione sullo stato dell'arte nel settore bancario. Una relazione appassionata sulla crisi che stanno vivendo le banche all'interno di un Paese che cerca risposte e responsabilità. La responsabilità di chi avrebbe dovuto guidare la comunità con più coraggio, energia e determinazione e cogliere le istanze di cambiamento e modernità.

“Stiamo scontando – ha detto il Segretario Nazionale della FABI – sette trimestri continuati di recessione. Si parla di un tasso di disoccupazione del 11,5% a marzo con punte del 38,4 se si parla dei giovani”.

Ma per quanto riguarda il settore dei bancari, ha sottolineato Bertinotti, “abbiamo un contratto e quindi esistiamo”. E questo grazie alla lungimiranza del Segretario Generale Lando Sileoni e al lavoro della Segreteria con il Comitato Direttivo Centrale e degli oltre 4 mila quadri sindacali.

“Abbiamo saputo interpretare e cogliere lo spirito dei tempi – ha detto Bertinotti – e dare un “riparo” dalla tempesta coniugando tutele dei diritti e nuova occupazione. Come dimostrano le 520 nuove assunzioni annunciate dal Gruppo Unicredit. La FABI ha agito nell’unico modo possibile: praticando e non predicando, per rispettare i lavoratori e dare loro risposte sindacali e garanzie contrattuali tangibili”.

Ma Bertinotti ha lanciato uno sguardo anche al prossimo futuro e alle battaglie che presto la FABI si troverà ad affrontare, come la riforma del Fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria, il nodo esodati, non ancora del tutto sciolto, e la staffetta generazionale da realizzare attraverso la solidarietà espansiva, purtroppo ancora bloccata a causa delle pastoie burocratiche dell’INPS.

“Vanno respinti i tentativi dell’ABI di ridurre le coperture del fondo esuberi”, ha detto Bertinotti. Infine un appello a l governo: “sugli esodati servono coperture e certezze di lunga durata”.

Forte il plauso al Segretario Generale Sileoni per aver sbloccato le trattative sul Contratto Nazionale del Credito Cooperativo e per aver fatto pressioni sul presidente dell’ABI Patuelli affinché i banchieri versassero il loro contributo sul fondo per la nuova occupazione, istituito da Contratto Nazionale.

La lectio magistralis di Sapelli. Ma a scaldare la platea la lectio magistralis del Professor Giulio Sapelli, economista di fama internazionale. Intervistato dai giornalisti Nicola Borzi di Plus 24 e Francesco De Dominicis di Libero, Sapelli ha toccato tutti gli argomenti di maggior attualità nell’agenda bancaria ed economica nazionale. Sotto i riflettori il ruolo della Banca d’Italia, che ha dimostrato un odio ideologico ingiustificato verso il mondo cooperativo, e che da Carli in poi ha spesso dimostrato di avere una dirigenza non all’altezza, come rivelano ad esempio gli ultimi scandali finanziari a cominciare da MPS.

Sapelli ha rivendicato, poi, la necessità di porre un freno agli incentivi dei top manager e ha difeso il modello popolare, volano di sviluppo per il territorio, come l’esperienza della Germania, dove esistono migliaia di Banche di Credito Cooperativo, insegna.

“Per le Banche Popolari non quotate non c’è bisogno di un cambio di governance”, ha sottolineato Sapelli.

Impossibile non parlare, a questo punto, della BPM. Secondo Sapelli “Eleggere i soci su liste sindacali in una banca cooperativa è profondamente sbagliato: ci squalifichiamo e squalifichiamo il sistema cooperativo. Il sindacato in BPM deve mantenere il potere contrattuale ma non quello gestionale”.

L’economista ha poi plaudito alla coraggiosa iniziativa della FABI che, in pieno scandalo BPM, ha avuto il coraggio di commissariare la propria rappresentanza sindacale aziendale interna in popolare di Milano.

Pronta la risposta del Segretario Generale Sileoni: “Ci eravamo stufati che un gruppetto estraneo ai valori della FABI usasse il nostro logo per fini propri”.

Durissimo il j’accuse alle Fondazioni bancarie, “che hanno consentito a gruppi di potere, che stavano per essere travolti, di rimanere a galla”.

“I partiti sono squalificati”, ha concluso Sapelli, “l’unica istituzione che ha resistito è stato il sindacato. Avete una grande responsabilità”.

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