Con la ventilata chiusura della rete italiana, sarebbero infatti a rischio quasi 400 posti di lavoro, prevalentemente concentrati in Friuli, Veneto e Lombardia.
Il Presidente Johannes Proksch, giunto ieri a Tavagnacco per discutere con la Governatrice Serracchiani, ha delineato il quadro della situazione, confermando l’intenzione di riprivatizzare il gruppo come richiesto dalla Commissione Europea.
In questa logica, ha spiegato, si inserisce la vendita della banca in Austria, e la stessa operazione si vorrebbe compiere in Italia, avviando un percorso che vede al suo termine una banca che si autofinanzia, con un capitale sociale adeguato a mantenere le attività, cioè, ha detto Proksch, “una banca viva”.
Nessun piano di chiusura della rete italiana, quindi, anche se sul tema ci sono voci discordanti. Secondo alcune fonti, l’Unione Europea starebbe facendo forti pressioni sul governo austriaco, che detiene il capitale di maggioranza della banca, nazionalizzata nel 2009, per ricevere un piano di ristrutturazione dell’istituto credibile e funzionale. E il modo più rapido per ottenere una migliore efficienza dei costi sarebbe proprio quello di dismettere la rete italiana.
Concordando con Proksch di mantenere aperto un canale di comunicazione tra la banca e la Regione e di aggiornarsi dopo l’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea e soprattutto dopo la pronuncia della Commissione Europea, quando si conosceranno i dettagli del piano di ristrutturazione, Serracchiani ha evidenziato l’interesse della Regione al mantenimento delle attività di Hypo Bank Italia, confermando l’intenzione di coinvolgere Veneto e Lombardia.
Massima l’attenzione della FABI e degli altri sindacati. “Ora attendiamo rassicurazioni da fonti dirette e non intermediate dalla stampa”, hanno commentato a margine Guido Fasano e Nicoletta Simonetti, rispettivamente Coordinatore FABI Udine e Coordinatrice di Hypo Alpe Adria Bank, ribadendo come sia “scandaloso che ancora una volta i lavoratori paghino per gravi errori dei manager, i quali, a distanza di quattro anni, non hanno onorato ancora i loro impegni con la Comunità Europea”.
Udine 04/06/2013