L’allarme è stato lanciato oggi dalla FABI, il sindacato di maggioranza dei lavoratori del credito, nell’ambito della tavola rotonda “Banche e territorio, il ruolo del sindacato e delle istituzioni”, organizzata presso il circolo Ufficiali e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Sindaco di Verona Flavio Tosi, della Presidente della Commissione Lavoro della Provincia di Verona Franca Rizzi e del Segretario Generale della FABI Lando Maria Sileoni.
“I dati ci dimostrano purtroppo che il settore del credito, strategico per la nostra provincia ricca di piccole medie imprese, ha subito un impoverimento a tutti i livelli. Le fusioni e la nascita dei grandi gruppi bancari hanno portato a un allontanamento delle banche dal loro territorio di riferimento, con conseguenze negative sull’ occupazione e sui rapporti commerciali con le realtà locali”, ha detto Marco Muratore, Coordinatore FABI Verona.
L’appello della FABI. E proprio alla luce dei dati presentati il Coordinatore di FABI Verona, Marco Muratore, ha voluto lanciare un appello al Sindaco della città, Flavio Tosi. “Chiediamo al Comune di Verona di condividere la battaglia del sindacato per una banca più vicina ai lavoratori e alle piccole medie imprese locali e di farsi concretamente portavoce anch’esso di queste istanze attraverso la Fondazione Cariverona, uno dei maggiori azionisti del Gruppo Unicredit”.
La FABI ha poi sollecitato Provincia e Comune a prendere posizione rispetto al maxi piano di esternalizzazioni avviato dal Gruppo Unicredit, che prevede la cessione di numerose attività del Consorzio informatico Ubis ad aziende che operano al di fuori del perimetro bancario, per un totale di 800 lavoratori coinvolti in Italia, di cui ben 117 nella provincia di Verona. “Chiediamo che Provincia e Comune, già impegnate su questo fronte con due ordini del giorno”, he detto Muratore, “continuino a sostenere il sindacato nel rivendicare solide garanzie occupazionali per i lavoratori dell’area di Verona, toccati da questo ennesimo piano di taglio del costo del lavoro privo di prospettive”. Ma un forte impegno è stato richiesto anche su altre vertenze bancarie con impatti sul Veronese, come quella di Hypo Alpe Adria Bank e Bhv, pronte a ritirarsi dal mercato italiano e Hypo Tirol Bank. “Serve un nuovo patto sociale tra istituzioni e sindacato per sollecitare un riavvicinamento delle banche alle economie del territorio e ai lavoratori”, ha concluso Muratore.
IL DIBATTITO. Partecipato e vivace il dibattito che si è sviluppato tra i relatori, con Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI nel ruolo di moderatore e Marco Muratore in quello di padrone di casa, davanti a una platea di circa 130 delegati sindacali e i vari coordinatori FABI del Veneto, oltre a quelli di Brescia, Mantova, Bergamo, Trento, Bolzano e Udine.
Banche popolari, rapporto tra gruppi bancari e istituzioni e necessità di sostenere le economie locali attraverso un credito tagliato sulle esigenze del territorio, ruolo delle fondazioni bancarie e importanza di un raccordo politico tra imprese e banche. Questi i grandi temi al centro del dibattito.
Sia il Sindaco di Verona, Flavio Tosi, e il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni, hanno riconosciuto il ruolo fondamentale delle banche popolari, le uniche “che rispondono al territorio e dove i soci ogni 3 anni valutano il management”.
Tosi ha più volte elogiato il modello cooperativo perché in grado di interpretare le esigenze del territorio e dotato di centri decisionali in dialogo costante con le piccole medi imprese locali. Caratteristiche che facilitano “una corretta e consapevole allocazione del credito”, più difficile invece nelle grandi banche spa, con sedi decentrate.
Il Sindaco di Verona ha poi lanciato alcune proposte utili per il settore. “Servirebbe una bad bank che alleggerisse i bilanci delle banche dalle sofferenze accumulate. Queste ultime, infatti, insieme ai rigidi paletti sui requisiti di capitale imposti da Basilea 3, sono tra le principali cause del credit crunch”.
Non solo. “Quello che stiamo vivendo è un momento di crisi e di difficoltà che coinvolge ovviamente anche le banche”, ha aggiunto il Sindaco, “e quindi purtroppo la riduzione dell’occupazione interessa anche questo settore, con un sensibile calo delle filiali e del personale anche a Verona. In questo particolare momento potrebbero rivelarsi utili meccanismi di salvataggio messi in atto dallo Stato, anche se questi interventi vengono mal sopportati dalle banche che li vivono come intrusioni. Il rischio per ò è quello di andare verso una china pericolosa”.
Infine un intervento in difesa delle Fondazioni bancarie. “I meccanismi di nomina politica sono corretti, purché siano trasparenti e le Fondazioni stesse non diventino autoreferenziale, come purtroppo successo qualche volta in passato, e perseguano gli interessi della città”, ha ribadito il Sindaco. Il loro obiettivo, infatti, è quello di perseguire gli interessi della città”, ha ribadito il Sindaco.
Tosi ha, inoltre, raccolto l’invito della FABI a prender posizione nell’ambito della vertenza Ubis di Unicredit. “La situazione va monitorata”, ha detto Tosi, “dovremo confrontarci con Unicredit affinché i posti di lavoro restino sul territorio”.
Il Segretario Generale della FABI ha invece posto l’accento sulla necessità di un collegamento politico “tra banche e imprese”. “Le loro posizioni sono chiare”, ha detto Sileoni, “manca solo che la politica offra un punto di raccordo tra le due”.
Una progettualità e una sinergia ancora tutta da costruire, ha convenuto Franca Rizzi, Presidente della Commissione Lavoro della Provincia di Verona.
Sinergia auspicabile che per ò non deve pregiudicare l’autonomia degli istituti, ha rimarcato Sileoni. Proprio a questo proposito il Segretario Generale della FABI ha citato il caso MPS, su cui incombe lo spettro di una possibile nazionalizzazione (se non sarà in grado di rimborsare i prestiti di Stato, ndr).
“Se le banche venissero nazionalizzate i lavoratori bancari potrebbero perdere il proprio status di dipendenti privati: una prospettiva inaccettabile. Non vediamo bene un intervento dello Stato così a gamba tesa, è auspicabile che le banche camminino con le proprie gambe. Mentre un intervento mirato della cassa depositi e prestiti sarebbe fondamentale perché darebbe sostegno temporaneo al Gruppo”
Verona 10/06/2013