Dal primo gennaio parte la riorganizzazione della rete. Prevista la chiusura di 50 filiali e di 3 Direzioni territoriali. Riqualificazioni professionali, mobilità e revisione degli inquadramenti in vista. FABI: "ennesimo sperpero di risorse".
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BANCO POPOLARE, RIVOLUZIONE ALLO SPORTELLO AL VIA

Dal primo gennaio parte la riorganizzazione della rete. Prevista la chiusura di 50 filiali e di 3 Direzioni territoriali. Riqualificazioni professionali, mobilità e revisione degli inquadramenti in vista. FABI: “ennesimo sperpero di risorse”.
BANCO POPOLARE, RIVOLUZIONE ALLO SPORTELLO AL VIA
Riorganizzazione della rete ai nastri di partenza in Banco Popolare. La lettera di avvio procedura è stata ufficialmente recapitata ai sindacati lo scorso fine settimana e dunque la trattativa inizierà domani.

I piani dell'azienda parlano di una vera e propria rivoluzione del modello distributivo, che partirà da gennaio 2014: chiuderanno 50 agenzie e le Direzioni territoriali di Lodi, Novara e Verona, mentre gli sportelli saranno suddivisi in due categoria: hub e spoke con una differenziazione tra filiali tradizionali e filiali specificamente rivolte alle imprese.

Ad essere trasformate in hub saranno 394 agenzie, mentre 705 saranno quelle adibite a spoke, ossia filiali leggere, prive di responsabile ma facenti capo agli hub.

Una trasformazione che secondo il Gruppo si rende necessaria proprio in conseguenza della dei ricavi che non accenna a fermarsi a causa della perdurante recessione e dell’attuale basso livello dei tassi d’interesse, penalizzante per l’intero sistema.

Le ricadute sul personale. Al momento l’azienda non ha fornito indicazioni sull’effettivo numero di lavoratori coinvolti ma ha detto chiaramente che l’operazione potrà comportare trasferimenti e processi di mobilità del personale, interventi di riqualificazione e fungibilità delle mansioni, ossia possibilità che venga chiesto al lavoratore di svolgere compiti non in linea con il proprio inquadramento.

E proprio quest’ultimo argomento dovrà essere oggetto di trattativa a parte, poiché la banca, con l’applicazione del nuovo modello di rete, intende disdettare le previsioni del Contratto Integrativo Aziendale relative agli inquadramenti.

“Una prima valutazione, seppur frettolosa, dell’impianto proposto non ci pu ò che preoccupare seriamente”, ha dichiarato Piero Marioli, Coordinatore FABI del Banco Popolare, lanciando poi precise accuse al management.
“Negli ultimi anni si sono spese decine di milioni di euro per finanziare progetti che prevedevano creazioni di sovrastrutture destinate, non a far calare i costi, bensì a farli lievitare per poi smantellarne una buona parte e ritornare all’antico”.
“Questo per noi dipendenti non è programmazione, è semplicemente caos e sperpero di risorse che potrebbero trovare sicuramente migliore destinazione”, ha concluso Marioli.
Domani trattativa al via.
Verona 02/07/2013
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