Unipol Banca nega il premio aziendale ai lavoratori nonostante il bilancio in utile. Intanto aumentano le consulenze e i compensi al consiglio d'amministrazione. FABI: "Ingiusta redistribuzione della ricchezza. Al via stato d'agitazione"
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UNIPOL BANCA, NIENTE VAP PER I LAVORATORI E LA FABI VA ALL?ATTACCO

Unipol Banca nega il premio aziendale ai lavoratori nonostante il bilancio in utile. Intanto aumentano le consulenze e i compensi al consiglio d’amministrazione. FABI: “Ingiusta redistribuzione della ricchezza. Al via stato d’agitazione”
UNIPOL BANCA, NIENTE VAP PER I LAVORATORI E LA FABI VA ALL?ATTACCO

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Acque agitate in Unipol Banca. L’istituto ha, infatti, negato il premio aziendale ai lavoratori, nonostante abbia chiuso il bilancio del 2012 con un utile di 27 milioni di euro. Per tutta risposta la FABI e le altre Organizzazioni Sindacali hanno proclamato lo stato d’agitazione e hanno attivato la procedura per indire il blocco degli straordinari, valutando anche la possibilità dello sciopero.
Secondo il primo Sindacato di settore, la posizione dell’azienda è profondamente irrispettosa del lavoro dei dipendenti, oltre che essere decisamente ingiusta.
“Mentre ai lavoratori viene chiesto di rinunciare al VAP, le consulenze solo nell’ultimo anno crescono del 26%, con un impegno di spesa che lievita dai precedenti 8 agli ultimi oltre 10 milioni di euro tutti finiti nelle tasche dei consulenti esterni, come del resto aumentano del 5% i compensi del consiglio d’amministrazione”, attacca Adriano Di Martino, Coordinatore FABI Unipol Banca.
“Siamo di fronte a una politica di redistribuzione della ricchezza del tutto iniqua”, aggiunge il sindacalista.
Dal canto suo la banca si giustifica dicendo che quei 27 milioni di utile non sono frutto del duro lavoro dei dipendenti ma dell’attività di negoziazione titoli effettuata dall’area finanza dell’istituto.
Una giustificazione inaccettabile per la FABI, un ennesimo pretesto, l’ultimo di una lunga serie, per mortificare l’impegno degli addetti, già disorientati dall’assenza di politiche commerciali valide e di un vero piano strategico per il rilancio della banca.
“Attacchi”, dice Di Martino, “Che non siamo più disposti a tollerare”.
Bologna 18/07/2013
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