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“Il nuovo piano di ristrutturazione di Santander Consumer Bank non solo mette a rischio il futuro di circa 200 lavoratori e delle loro famiglie, ma pregiudica – a nostro parere – lo stesso futuro industriale del Gruppo in Italia”.
“Come Segreteria Nazionale della FABI, siamo fortemente intenzionati a scendere in campo per contrastare qualsiasi ipotesi di licenziamento dei lavoratori”.
Così la FABI Nazionale ha commentato il nuovo piano di ristrutturazione consegnato ieri sera dal Gruppo Santander Consumer Bank alle rappresentanze sindacali interne.
Stando a quanto comunicato, il colosso spagnolo intende ridimensionare notevolmente il volume delle attività in Italia, tagliando del 30% gli organici e del 75% la rete delle filiali.
“Riteniamo che questo progetto, basandosi soltanto sull’ennesimo tentativo di taglio del costo del lavoro e delle attività industriali, non innescherà un rilancio del gruppo ma un suo impoverimento, con conseguenze pesanti su tutti i lavoratori”, ha ribadito la Segreteria Nazionale.
Tra l’altro non si tratterebbe nemmeno della prima ristrutturazione. Il Gruppo in Italia ha, infatti, all’attivo numerose riorganizzazioni. Si è cominciato nel 2010 con il trasferimento di 19 lavoratori del Back office filiale su Torino, proseguendo nel 2011 con la cessione di un ramo d’azienda e degli addetti a COMDATA, fino all’annuncio di 24 licenziamenti alla fine del 2012 dei dipendenti dell’unità recupero crediti (CBU) che non avevano raggiunto gli obiettivi aziendali. Una procedura che si era risolta grazie all’intervento dei sindacati con un drastica riduzione dei licenziamenti e l’attivazione degli ammortizzatori sociali per chi perdeva il posto.
Adesso si parla invece di 181 possibili esuberi, che l’azienda è intenzionata a gestire con l’attivazione della legge sui licenziamenti collettivi e a cui la FABI si opporrà con tutti i mezzi.
Intanto a Torino, piazza dove sono a rischio 53 posti di lavoro, è previsto un presidio dei lavoratori il 18 settembre davanti alla sede del Lingotto dall’una alle due di pomeriggio.
Torino 10/09/2013
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CORRIERE DELLA SERA mercoledì 11 settembre 2013
Troppa crisi in Italia, Santander taglia il Consumer bank
(f.mas.) La crisi economica italiana colpisce duro anche un colosso come la spagnola Santander, che ha deciso di ridimensionare drasticamente la sua attività in Italia, dove è forte in particolare nel credito al consumo. Santander Consumer bank — la società del gruppo guidata dall’amministratore delegato Vito Volpe — ha presentato ieri ai sindacati un piano «lacrime e sangue»: esuberi per il 30% del personale (181 dipendenti da tagliare su 632 totali) e chiusura del 75% circa delle filiali (ne resteranno in piedi solo 13). Dopo anni di tentativi di recupero di efficienza che non hanno avuto successo, il colosso guidato da Emilio Botin ha deciso una sterzata sulla sua presenza in Italia, pur confermando di volere restare nel Paese. Ieri i sindacati Fisac-Cgil e Fabi hanno criticato pesantemente il progetto che — per dirla con la Fabi — «basandosi soltanto sull’ennesimo tentativo di taglio del costo del lavoro e delle attività industriali, non innescherà un rilancio del gruppo ma un suo impoverimento, con conseguenze pesanti su tutti i lavoratori». Da parte sua Santander oppone la cruda realtà dei numeri, tutti con segno negativo, che fotografano le forti difficoltà delle famiglie italiane. Fra il 2010 e il 2012 Santander ha finanziato il 40% in meno di acquisti di auto, il 37% di acquisti personali, il 71% in meno di leasing e il 21% in meno di carte di credito. Un crollo che è stato severo anche nel 2013: nei primi sei mesi dell’anno i crediti personali sono crollati del 52%. E quest’anno Santander si attende che l’8% di chi ha preso un prestito sarà in insolvenza.
IL SOLE 24 ORE mercoledì 11 settembre 2013
Santander annuncia 181 tagli in Italia
«No al piano di ristrutturazione di Santander consumer bank che prevede la soppressione di 181 posti di lavoro in un’azienda che registra in Italia poco più di 600 dipendenti». Ad affermarlo é il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, in merito al piano di ristrutturazione dell’operatore del credito al consumo. Per la Fabi «il piano non innescherà un rilancio del gruppo ma un suo impoverimento, con conseguenze pesanti su tutti i lavoratori».