Il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni, si scaglia contro la maxi buonuscita di Enrico Cucchiani (3,6 milioni di euro), dimessosi domenica da Amministratore Delegato del Gruppo Intesa ma al quale la banca ha concesso di restare in carica, pur senza deleghe operative, per altri 6 mesi in modo tale da poter maturare i requisiti pensionistici.

“Il Presidente dell’ABI Patuelli in ogni occasione ribadisce che la disdetta, dieci mesi prima della scadenza, del Contratto Nazionale dei 310mila bancari italiani è una decisione “tecnica” e non politica. Anche la liquidazione di Cucchiani per l’ABI e per il Gruppo Intesa rappresenta un atto puramente tecnico e non politico, come la decisione, se dovesse ritenersi vera, di permettergli il disimpegno per altri sei mesi fino al raggiungimento della pensione”, ha esordito il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni.

“In questo Paese e nel settore bancario ormai si è superato ogni limite e ogni decisione, anche la più politicamente assurda, viene comunicata senza avere il minimo rispetto per l’intelligenza delle persone”.

“Sono indispensabili comportamenti e decisioni in linea con l’attuale e delicatissimo momento di crisi. Predicare bene e razzolare male fa perdere quel minimo di credibilità che il sistema bancario ancora pensa di avere”.

“Cucchiani non si preoccupi”, ha concluso provocatoriamente Sileoni, “se Intesa non paga le sue sei mensilità provvederemo noi a organizzare una colletta tra lavoratori bancari”.

Roma 01/10/2013