BCC DEL PADOVANO, A RISCHIO 50 POSTI DI LAVORO
Dopo la semestrale negativa, la banca pronta a chiudere le filiali in perdita. La FABI attacca gli ex vertici rimossi da Bankitalia: “Le sofferenze di oggi sono figlie della vecchia gestione. Subito azione di responsabilità contro di loro. Salvaguardare l’occupazione”
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La Banca di Credito Cooperativo del Padovano dichiara 50 esuberi per ripianare le perdite degli ultimi 6 mesi.
La semestrale del 2013 si è, infatti, chiusa in negativo per 12 milioni di euro, in linea con i bilanci degli ultimi 3 anni, ad eccezione di quello del 2012 che era stato chiuso in pareggio.
A determinare la cattiva performance dell’istituto soprattutto le sofferenze del settore immobiliare, comparto verso il quale la banca è eccessivamente esposta.
Da qui la decisione di intervenire sul costo del lavoro, come comunicato in questi giorni dai vertici alle Organizzazioni Sindacali.
L’informativa parla della necessità di chiudere le filiali con redditività negativa, quantificando gli esuberi in 50 unità su un totale di 338 dipendenti.
La FABI e gli altri sindacati, per tutta risposta, pongono quale condizione imprescindibile per il buon esito della trattativa la salvaguardia dell’occupazione, richiesta che ribadiranno a gran voce anche in occasione dell’incontro con l’azienda previsto verso la metà del mese.
In particolare, la FABI punta l’indice contro il precedente Consiglio d’Amministrazione, già rimosso da Bankitalia nel 2010. “Le sofferenze di adesso”, dichiara Delfo Azzolin, Coordinatore FABI BCC del Veneto, “sono figlie della vecchia dirigenza, che ha adottato una gestione del credito fallimentare, come certificato anche dalle successive disposizioni della Banca d’Italia. Invochiamo, quindi, nei confronti degli ex vertici un’azione di responsabilità. è moralmente inaccettabile che i lavoratori paghino con la perdita di posti di lavoro le scelte scellerate di un management inadeguato”.
Padova 07/10/2013
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