CONGRESSO FABI BRESCIA, “OGNI CAMBIAMENTO ? UNA SFIDA”
De Filippis: “Le banche non hanno davvero idea di cosa fare, di come muoversi per l’immediato futuro: siamo quindi noi a dover proporre la giusta idea per un nuovo modello di banca. è una nostra precisa responsabilità”
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Con questo slogan di buon auspicio è iniziata la giornata di lavori per il XV Congresso provinciale FABI di Brescia, tappa fondamentale della democrazia interna del sindacato: è, infatti, in questa sede che vengono votati ed eletti i nuovi organismi dirigenti provinciali, Comitato Direttivo e Segreteria.
è Werner Pedoth, Responsabile Nazionale BCC, a presiedere i lavori, introducendo la relazione del Segretario, Piergiuseppe Mazzoldi, che saluta la numerosa platea e ricorda l’importanza di ogni appuntamento congressuale: “Per un’organizzazione rappresentativa e democratica come la FABI, il congresso rappresenta il momento in assoluto più importante per il clima e la vita associativa. è indispensabile per interpretare al meglio le necessità, le richieste, le ragioni di chi ci ha dato la sua fiducia: donne, uomini, lavoratori che credono in noi e nel nostro operato”.
Poi, la difficile situazione economica causata dalla crisi finanziaria mondiale, che ha costretto tutti i governi, ed in particolare quelli dei paesi dell’Unione Europea, ad intervenire a salvataggio delle istituzioni finanziarie, innescando, di conseguenza, l’esplosione del debito pubblico.
“In questo scenario, l’Unione Europea ha mostrato grandi limiti: invece di affermare le ragioni dello stare insieme, ha dimostrato al mondo intero di essere preda della contrapposizione degli interessi nazionali dei singoli paesi che la compongono” queste le parole di Mazzoldi.
“In questo contesto negativo, il mondo sindacale non è rimasto indenne: si sono, infatti, registrate fratture, anche profonde, legate a scelte estreme di componenti importanti del mondo imprenditoriale. La FABI ha sempre risposto con fermezza e durezza a queste spinte estreme: risposte all’altezza delle esigenze dei lavoratori coinvolti e dei tempi in cui le problematiche si sviluppavano.”
La FABI, sindacato dei bancari per eccellenza, ha sempre cercato un approccio negoziale e flessibilità, per consentire anche la gestione delle situazioni emergenziali, evitando impatti sull’occupazione che sarebbero stati a dir poco socialmente devastanti.
Brillante esempio di questa innovazione è il Fondo Esuberi, ammortizzatore sociale della categoria, uno strumento fondamentale, unico nel suo genere, che permette il ricambio generazionale all’interno dei gruppi e la gestione dei prepensionamenti senza grossi traumi.
Così come la costituzione del Fondo per l’occupazione giovanile, che permette di combattere in maniera concreta il precariato selvaggio.
Poi, Mazzoldi affronta lo spinoso argomento top-manager: “I top manager hanno dimostrato totale incapacità nel programmare investimenti per l’innovazione, per l’occupazione e per progetti a lungo e medio termine, mentre sono stati molto efficienti nel procedere a pesanti tagli all’occupazione, cercando di ricattare lo stato per ottenere benefici fiscali e normativi”.
Poi, nello specifico, la difficile situazione bancaria a Brescia.
La provincia lombarda ha, infatti, subito sostanziali modifiche nel panorama economico-sociale complessivo, dopo aver sopportato la scomparsa, nell’ultimo decennio, di importanti istituti che sviluppavano la loro attività bancaria sul territorio: Bipop, poi confluita in Capitalia, e Banca San Paolo di Brescia, che con il Credito Agrario Bresciano si è fusa nel Banco di Brescia, ora facente parte del Gruppo UBI.
Si è, perci ò, registrato un notevole ridimensionamento del numero di sedi e sportelli e, va da sé, degli occupati nel settore: rispetto al 2010, si è passati da 1206 sportelli ai 903 attuali e da circa 8300 lavoratori a 7500.
Poi, i dati positivi: “La FABI di Brescia vanta, territorialmente, il primato di rappresentatività, con oltre 4000 iscritti nel settore e pu ò fregiarsi di essere l’unica sigla presente in tutte le aziende del territorio. Rappresentanza territoriale che consente alla nostra struttura Provinciale di essere annoverata fra le 5 strutture più rappresentative a livello nazionale”.
Piergiuseppe Mazzoldi conclude con l’invito ad una massiccia adesione allo sciopero nazionale proclamato per il prossimo 31 ottobre 2013, in concomitanza con la giornata del risparmio: “Una volta di più saremo in prima fila nella difesa della categoria”.
Molti gli interventi degli ospiti e dei delegati.
Di rilevo anche le parole di Mauro Pampana, Direttore del personale in UBI Banca, che ricorda l’importanza della tutela della persona e della dignità del lavoro, ricordando che la FABI ha sempre usato buon senso e concretezza, per affrontare i problemi della quotidianità: “Non possiamo perdere la sfida della concretezza” – ha detto.
Giuliano De Filippis, Segretario Nazionale Amministrativo: “Non siamo più nella fase in cui il sindacato pu ò limitarsi alla difesa della dignità del lavoro e della persona. Bisogna andare oltre.
L’incapacità della classe dirigente bancaria, politica, impone ai sindacati l’assunzione di responsabilità altrui, secondo il “principio di sussidiarietà”: in pratica, è essenziale riuscire ad avere una lucida visione del futuro, capire quale possa essere il modello di banca da contrapporre a quello attuale. Negli ultimi anni sono fuoriusciti circa 30.000 addetti al settore, che abbiamo accompagnato con gli esodi volontari e incentivati. Vogliamo continuare a farlo, in maniera socialmente sostenibile. Per farlo, per ò, dobbiamo cambiare il modello di banca.
L’esempio Marchionne dovrà pur insegnarci qualcosa: non avere un Contratto Nazionale significa dare ad ogni gruppo bancario la possibilità di farsi un proprio contratto. La balcanizzazione della categoria, insomma. è questo il rischio che corriamo”.
“L’esigenza di mediare il principio di concorrenza tra le banche è compito delle associazioni sindacali. Salvare il futuro dei giovani: è questa una responsabilità condivisa fortemente da tutto il mondo sindacale. Noi abbiamo la certezza che le banche non abbiano davvero idea di cosa fare, di come muoversi per l’immediato futuro: siamo quindi noi a dover proporre la giusta idea per un nuovo modello di banca. è una nostra precisa responsabilità”, questa la conclusione di Giuliano De Filippis.
In tutti gli interventi, un unico denominatore, un concetto di base unanimemente condiviso: non ci si pu ò limitare a parlare dei valori, è necessario applicarli.
Brescia si prepara perci ò al 31 ottobre, per affiancare la FABI nazionale nell’importante giornata di sciopero. E, ne siamo certi, la “Leonessa d’Italia” saprà essere all’altezza di questo glorioso appellativo.
Brescia, 19/10/2013
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