VIII CONGRESSO PROVINCIALE RIMINI, RIMINI, RIMINI
Sileoni: “Dobbiamo conquistarci il nostro Contratto e il nostro futuro”
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“Prima di iniziare la relazione -dice Giuseppe Taddia, Segretario Coordinatore FABI Rimini – è opportuno dare un senso allo slogan del congresso: la F.A.B.I., da sempre faro del settore, deve continuare nel solco della tradizione e riscriverne, per i bancari, e non solo, le regole.
Poi Taddia parla di un quadriennio, quello appena trascorso, che definisce caratterizzato da un drammatico e progressivo accentuarsi del deterioramento della situazione economica.
“In questo contesto è chiaro che le vittime più indifese, sia pure a diversi gradi di incidenza, sono i lavoratori dipendenti ed i pensionati che pagano pesantemente la crisi in atto: con la disoccupazione, con un progressivo assottigliarsi del reale potere d’acquisto delle retribuzioni che, con l’avvento dell’euro, si è aggravato (salario in euro e utilizzo in lire) l’affievolirsi o la cassazione di importanti garanzie contrattuali e giuridiche faticosamente conquistate in passato.
A fronte di una tale situazione non si pu ò che constatare l’incapacità dei governi succedutisi nel tempo ad impostare linee e programmi coerenti, equi, credibili, ed a perseguirne la realizzazione con inflessibile fermezza. Programmi e linee volti al risanamento del paese, ma in una prospettiva di sviluppo e di ripresa che ne giustifichi, e quindi renda accettabili, i sacrifici sopportati”.
Qui s’inserisce la posizione di ABI, avallata da Bankitalia, ed aspramente criticata dalla FABI, che punta il dito contro “il progetto di creare un’Italia, un’Europa, un mondo, governati dalle banche e dalla finanza, in sostanza dal capitalismo più spinto. L’attenzione di questo progetto alle persone, ai bisognosi, al mondo del lavoro, ai popoli in generale è risultata praticamente inesistente. Quelle che per noi sono persone, nel settore bancario, sono definite oggi “risorse umane”.
è paradossale, infatti, che l’equazione per la soluzione dei problemi del settore si concretizzi in rafforzamento del patrimonio e aumento della redditività = riduzione del costo del lavoro”.
Ora, alla luce della recente disdetta anticipata del nostro CCNL, quanto enunciato dalla nostra Segreteria assume un carattere profetico.
Taddia non risparmia critiche al sindacato per la scarsa partecipazione “per la quale il sindacato deve avviare un’analisi per individuare e capire le difficoltà nel rapporto con i lavoratori”.
Tra giovani e anziani, nessuno sembra ormai al sicuro dagli effetti di una crisi infinita che continua a colpire senza pietà, in particolare le fasce sociali più esposte.
Nel nostro settore poi, il mancato accordo sulla revisione del fondo di solidarietà e la posizione assunta da ABI, che di fatto vuole estromettere obbligatoriamente i colleghi più anziani, metterà seriamente a rischio la tenuta dei livelli occupazionali.
Poi, indicando le linee d’azione per i prossimi anni, Taddia suggerisce che l’iniziativa della FABI dovrà sempre più svilupparsi avendo come obiettivo il perseguimento della tutela e della promozione degli interessi della categoria, ma senza trascurare che detti interessi vanno rapportati ad una società nazionale e sovranazionale complessa ed in radicale ed imprevedibile trasformazione ed inseriti in un settore caratterizzato dal continuo cambiamento.
“è di conseguenza indispensabile, per la FABI, realizzare una sintesi strategica tra azione sindacale collettiva, situazione generale e specificità professionali di categoria e di gruppi di lavoratori. Allo stato dei fatti dobbiamo riconoscere che l’attuale Segreteria Generale sta realizzando, con atti concreti, questo percorso”.
Compito impegnativo, reso più arduodall’evidente crisi, almeno nel nostro paese, di alcuni valori morali ed etici ai quali si vanno sempre più contrapponendo l’individualismo, la competizione ed il successo da raggiungere ad ogni costo.”Mai come ora – dice il Coordinatore della provincia romagnola -si possono condividere le dichiarazioni di Papa Bergoglio che, facendo riferimento alla Giornata mondiale della Gioventù, ha affermato che “sono soprattutto i ragazzi a dover affrontare la vanità quotidiana, il veleno del vuoto che s’insinua nelle nostre società basate sul profitto e sull’avere, che illudono i giovani con il consumismo” e che ” sono particolarmente sensibili al vuoto di significato e di valori che spesso li circonda. E purtroppo ne pagano le conseguenze”.
Infatti, la FABI riminese ha sempre rivolto molta attenzione ai giovani che si è tradotta, localmente, in assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori occupati in aziende alcune delle quali, nel corso del passato quadriennio, sono state sottoposte anche al regime di Amministrazione Controllata.
Poi Taddia descrive l’attività svolta nel quadriennio che si chiude e, soprattutto, il salvataggio fortemente voluto dalla FABI della CARIM.
Infine, conclude con una serie di ringraziamenti sia per la Segreteria Nazionale e per Lando Maria Sileoni, “che ci hanno sempre supportato”, sia per numerosi dirigenti provinciali, da quelli che occupano gli incarichi più prestigiosi a quelli che lavorano quotidianamente nell’ombra, “con impegno, umiltà ed in spirito di solidarietà e di servizio”.
Accolto da un lungo applauso, l’intervento di Lando Sileoni si è appuntato sulla crisi del settore bancario, con 140 miliardi di sofferenze e con un calo di circa il 50% delle operazioni allo sportello.
“Il sindacato deve far riuscire lo sciopero del 31 ottobre prossimo, sensibilizzando i lavoratori, che non devono più credere che i Contratti Nazionali si rinnovino facilmente e senza combattere. I Contratti sono una conquista e, se non la difendiamo noi, ci mettiamo seriamente nei guai”.
Se entro 30 giugno il Contratto non viene rinnovato, decade. E allora si aprirebbero scenari inquietanti: balcanizzazione del settore e modello Marchionne esportato nelle banche, che vorrebbero avere mano libera negli integrativi.
“Le banche hanno diversi obiettivi – ha detto Sileoni – fare un Contratto prima della scadenza, ma alle loro condizioni, congelando aumenti ed automatismi economici per i prossimi 2 anni; far pressione sul governo sia per ottenere sgravi fiscali sia per riformare il fondo esuberi”.
“Ho l’obbligo morale di dirvi come stanno le cose: non voglio vendere fumo ed usare la demagogia”.
Sileoni non ha risparmiato critiche agli sprechi delle banche, alla montagna di appalti per le manutenzioni, alle consulenze milionarie, alla cattiva gestione del credito.
Per uscire dalle sabbie mobili della crisi, la FABI propone una cabina di regia con professionisti indipendenti e rappresentanti di banche e dei lavoratori per affrontare la situazione con intelligenza e creatività.
“Il nostro obiettivo è costringere le banche a confrontarsi con noi, per mantenere livelli occupazionali, far ripartire le banche, garantire aumenti economici a lavoratori” – ha concluso Sileoni, che ha lanciato un forte monito all’unità ed alla compattezza nello sciopero, “perché dobbiamo conquistarci il nostro contratto ed il nostro futuro”.
Molti gli interventi in un dibattito vivace, a tratti frizzante, e davvero partecipato. Tutti sulla scia della relazione, degli stimoli offerti da Sileoni e con spunti di novità.
Al termine le votazioni, con l’elezione della Segreteria e del Direttivo provinciali.
Rimini, 23/10/2013
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