La denuncia della FABI su Il Sole 24 Ore: ancora bloccati i fondi per il pensionamento dei dipendenti del settore bancario usciti entro maggio 2010. "Ritardo vergognoso. Governo emani subito decreto"">

ESODATI, DECRETO CERCASI

La denuncia della FABI su Il Sole 24 Ore: ancora bloccati i fondi per il pensionamento dei dipendenti del settore bancario usciti entro maggio 2010. “Ritardo vergognoso. Governo emani subito decreto”
ESODATI, DECRETO CERCASI
La denuncia della FABI su Il Sole 24 Ore: ancora bloccati i fondi per il pensionamento dei dipendenti del settore bancario usciti entro maggio 2010. "Ritardo vergognoso. Governo emani subito decreto"

v align=”center”>IL SOLE 24 ORE giovedì 31 ottobre 2013

DECRETO CERCASI
Salvaguardati, istruttoria al via per il terzo gruppo
Ancora bloccati i fondi per il pensionamento dei dipendenti del settore bancario usciti entro maggio 2010
Matteo Prioschi
Inizia l’attività di certificazione della salvaguardia per i lavoratori interessati dal terzo provvedimento, quello contenuto nella legge 228/2012 che prevede 10.130 posti suddivisi in quattro categorie. Con il messaggio 17385 di ieri, infatti, l’Inps ha comunicato alle sedi territoriali che sono operative le procedure per la certificazione delle posizioni.
Conclusi i termini per l’invio delle domande di accesso al beneficio da parte degli interessati (la scadenza era il 25 settembre), l’Istituto di previdenza provvederà ora a vagliare le singole posizioni e invierà successivamente la lettera di certificazione della salvaguardia e quella con l’indicazione della decorrenza della pensione oppure il rigetto della richiesta.
Il decreto interministeriale del 22 aprile 2013 – di attuazione delle disposizioni contenute nella legge 228/2012 – ha previsto 1.590 posti per gli autorizzati alla contribuzione volontaria (che peraltro dovrebbero essere incrementati dalla prossima legge di stabilità); 850 per gli autorizzati alla prosecuzione volontaria e in attesa di concludere la mobilità ordinaria; 2.560 a disposizione per lavoratori cessati dal lavoro e in mobilità ordinaria o in deroga; 5.130 per i lavoratori cessati a seguito di accordi collettivi o individuali. Chi rientra nelle ultime due categorie entro il 25 settembre doveva inviare domanda di salvaguardia alle direzioni territoriali del lavoro.
Il ministero ha comunicato che le richieste pervenute sono state 6.044 da parte dei cessati in mobilità e ammontano a 5.179 quelle dei cessati. L’Inps invece non ha fornito dati riguardanti le due categorie di sua competenza esclusiva.
Ma mentre proseguono le operazioni per attuare i provvedimenti di salvaguardia più recenti, gli esodati bancari del periodo 2008-2010 sottolineano il ritardo con cui ogni anno vengono sbloccati i fondi a loro favore, di cui è già stata prevista la copertura. Per il 2013, infatti, non è stato ancora emanato il decreto ministeriale che consente di pagare l’assegno straordinario a carico del fondo sociale per l’occupazione. Secondo quanto denuncia la Federazione autonoma bancari italiani, per il 2011 il decreto fu pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» il 27 gennaio dell’anno successivo, mentre per il 2012 si è dovuto attendere fino al 22 ottobre dello stesso anno.
Il problema riguarda i lavoratori del settore bancario esodati tra il 31 ottobre 2008 e il 31 maggio 2010 che, quale conseguenza della legge 122/2010, arriveranno alla pensione fino a un anno dopo il termine dell’assegno straordinario a carico del fondo sociale per l’occupazione. Questa finestra viene coperta con un intervento straordinario che per ò deve essere sbloccato di anno in anno. Nel 2013 i lavoratori coinvolti sono 1.494, mentre nel 2014 ci sarà il picco con 2.894 unità, per poi scendere a 1.069 nel 2015, 83 nel 2016 e 106 nel 2017. «Fin dall’inizio di questa vicenda avevamo chiesto di salvaguardare tutte le posizioni e non solo alcune», commenta Vincenzo Saporito, responsabile welfare della Fabi. «Adesso è compito del Governo applicare la legge ed emanare il conseguente decreto di sblocco dei fondi. Troviamo inaccettabile, vergognoso e indegno di uno Stato di diritto questo ritardo nei pagamenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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