Sono stati i nostri banchieri a sbagliare indotti dalla crisi, o piuttosto la crisi è stata indotta dagli sbagli dei banchieri? La risposta la dava già Luigi Einaudi, che diceva: "il banchiere, il quale elargisce i denari dei depositanti a chi non è in grado di restituire, malversa la roba altrui e deve finire in galera"
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UBI VERITAS, IBI LIBERTAS

Sono stati i nostri banchieri a sbagliare indotti dalla crisi, o piuttosto la crisi è stata indotta dagli sbagli dei banchieri? La risposta la dava già Luigi Einaudi, che diceva: “il banchiere, il quale elargisce i denari dei depositanti a chi non è in grado di restituire, malversa la roba altrui e deve finire in galera”
UBI VERITAS, IBI LIBERTAS

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“Quanto e quando dovremo intervenire sui modelli di business e sui processi di erogazione del credito per recuperare tempi e risorse profuse a quattro mani e disperse ai quattro venti, non a sostegno di un’economia sana, ma di un irresponsabile e autoreferenziale’desiderata’ dei nostri’banchieri’ così poco virtuosi?”.
è solo una delle accuse che il Segretario Coordinatore della FABI di Cuneo, nonché Segretario Nazionale, Luca Bertinotti, rivolge ai banchieri italiani nella relazione introduttiva al XVI congresso provinciale di questa provincia del Piemonte profondo.
Certamente l’arroganza di respingere e nemmeno rispondere al lungimirante appello di costituire una “cabina di regia”, per governare gli effetti di questa crisi sul sistema bancario, lanciato attraverso i mezzi di stampa prima di ferragosto, da parte del nostro Segretario Generale Lando Maria Sileoni, dà la cifra dell’insensibilità e della chiusura al dialogo da parte dell’associazione datoriale, in cui ha prevalso la solita scorciatoia della negazione del confronto e del ricatto dei tempi, nel rifiuto di invertire la rotta e di mettere in sicurezza una categoria di lavoratori e lavoratrici che da anni sopporta e qualifica il lavoro e la propria professione attraverso l’impegno costante e quotidiano, malgrado il difficile e sempre più complesso contesto in cui opera.
Eppure, l’andamento dell’economia nazionale e la situazione del settore bancario, in particolare, impongono un approccio ben diverso per la soluzione dei problemi e delle criticità, che non l’arrocco dell’Associazione Bancaria Italiana che continua a respingere con stizza le accuse e le demonizzazioni rivolte alle banche, per le responsabilità di una crisi che per i banchieri è “nata lontano”.
“Sono stati i nostri banchieri a sbagliare indotti dalla crisi, o piuttosto la crisi è stata indotta dagli sbagli dei banchieri?” – continua Luca Bertinotti – “Ancora una volta dobbiamo interrogarci e chiederci da dove incominciare, da quali fattori della produzione, da quali processi e comportamenti mentali, economici, sociali e politici dobbiamo muoverci”.
La risposta a questi interrogativi secondo l’economista David Harvey nel suo testo “Enigma del capitale e il prezzo della sua sopravvivenza” è molto tranchant: “possiamo cominciare dovunque ci pare, purché non restiamo al punto di partenza”.
Inutili e improduttive, se non addirittura risibili, dunque, le “prediche” dei banchieri ottuagenari, responsabili di un contesto a cui pretendono dare soluzioni a spese di altri, dopo aver inoculato nel sistema, proprio loro, il problema.
“Ora, dopo la forte e chiara risposta dei colleghi e delle colleghe con il grande sciopero del 31 ottobre scorso, dobbiamo riaprire quindi il confronto, sgombrando il campo dai tatticismi e dalle provocazioni dell’ABI, affrontando i nodi e le prospettive di fare banca con una visione prospettica e di complessiva tenuta della categoria a partire dall’unicità e imprescindibilità del Contratto Nazionale” – sostiene il Coordinatore della FABI di Cuneo.
Se la legge di stabilità dovesse prevedere e concedere la deduzione in cinque anni, a partire già dal 2013, delle rettifiche di valore sui crediti, la famosa voce 130 del bilancio, per il settore bancario e assicurativo si libererebbero nuove e aggiuntive risorse che porterebbero “acqua” non solo ai bilanci bancari ma doverosamente a tutti i portatori d’interesse, famiglie, imprese, azionisti e dipendenti.
Peraltro, la ricerca di nuovi modelli di servizio combinata alla multicanalità dovrà essere affrontata nella prossima discussione con le banche senza prescindere dal “fattore umano”, dalla consapevolezza che la capacità di relazione e il presidio in termini di contatto diretto e professionale sono insostituibili e al centro della capacità di generare con successo e lungimiranza le fonti di reddito del settore bancario.
“Dobbiamo affrontare con serietà i processi di razionalizzazione della rete degli sportelli e la riqualificazione del personale bancario, ricercando la condivisione con le banche su quali nuovi profili e’mestieri’ si debba sviluppare il rapporto di lavoro attraverso canali consulenziali, di servizio e assistenza nel post vendita dei prodotti bancari che si individueranno tempo per tempo” – così Luca Bertinotti, con la visione politica del Segretario Nazionale.
Non aveva mancato, Bertinotti, nella sua relazione di marcare le differenze del settore Federcasse da quello dell’ABI.
“Il settore delle BCC, pur non esente da pecche e permeato in un tessuto economico sociale complesso, sta cercando di dare risposte più vicine e razionali sui territori dove opera e di realizzare uno sbocco “sistemico” per sopportare gli oneri e le adempiente alle normative, alla legislazione e ai futuri parametri imposti da Basilea3″.
Molti gli spunti offerti dalla relazione al dibattito, che si è sviluppato indicando alcune vie da seguire, come la necessità di ripensare e adeguare l’ammortizzatore sociale della categoria, senza impoverirlo o snaturarlo, per sostenere il ricambio generazionale senza ricatti e con le necessarie e indispensabili garanzie per i prossimi “esodati”.
E ancora, il severo ammonimento che non pu ò essere minimamente concepita la frantumazione di una categoria lavorativa, mediante l’espulsione dei lavoratori “over 50/55”, attraverso la spinta a nuove e più drastiche esternalizzazioni, a progressive dequalificazioni del lavoro allo sportello e all’introduzione indiscriminata del canale della promozione finanziaria per sconvolgere il rapporto di lavoro e svilire il punto di riferimento “fisico” rappresentato dallo sportello bancario.
Al termine della giornata, le votazioni da cui sono usciti il nuovo Direttivo e la Segreteria provinciali, con adeguata rappresentanza di quote rosa..
Cuneo 08/11/2013
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