SILEONI: ?UNITI CONTRO LA DISDETTA DEL CONTRATTO?
Il Segretario Generale al XX° Congresso della FABI di Bergamo. “Trattiamo con ABI solo a 3 condizioni: nessun taglio occupazionale, sospensione della disdetta del Contratto e che il rinnovo contrattuale non sia messo in discussione”. Presenti oltre 500 dirigenti sindacali e attivisti
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Si aprono sulle note de la Cura di Franco Battiato i lavori del XX° Congresso della FABI di Bergamo. Un tributo a tutti i lavoratori iscritti, circa 5200 su 8mila addetti, che rappresentano la vera forza del sindacato, l’unico bene da tutelare e difendere.
Al centro del dibattito, sviluppato nella sala Oggioni del Centro Congressi Giovanni XXIII°, ancora una volta la disdetta del Contratto Nazionale, a pochi giorni dallo sciopero che ha riscosso il consenso bulgaro da parte della categoria, con punte d’adesione del 95%.
Il Segretario Generale della FABI Sileoni, in piedi sul palco, delinea le prossime tappe della mobilitazione, come riportato nella sua intervista di oggi dal Corriere della Sera: “Se ABI non ritira la disdetta del Contratto siamo pronti a nuovi scioperi e anche a iniziative di protesta non convenzionali”.
La FABI, afferma il suo leader, potrebbe sedersi attorno a un tavolo a trattare con i banchieri solo a tre precise condizioni: che la disdetta del Contratto sia quantomeno sospesa, che l’ABI garantisca di non essere intenzionata a ulteriori tagli occupazionali e che il prossimo rinnovo contrattuale non sia messo in discussione.
Sileoni lo dice chiaramente, interrotto a più riprese dagli applausi dei 500 dirigenti sindacali e attivisti presenti in sala: “Ci aspetta una vertenza durissima. Non si tratta di un fuoco di paglia. Proprio per questo è fondamentale che tutti i dirigenti sindacali locali continuino a supportare la battaglia della Segreteria Nazionale”.
Perché se permane la disdetta, i lavoratori sono spacciati: “Vogliono destrutturare il Contratto Nazionale”, spiega Sileoni, “per avere mano libera sulla gestione del personale, cancellare gli inquadramenti, azzerare i premi aziendali anche in presenza di utili, rottamare obbligatoriamente i 55enni”.
E proprio da Fabio Scola, Coordinatore di FABI Bergamo, arriva l’assist al Segretario Generale, sempre sulle note di Franco Battiato. “Non alzeremo mai bandiera bianca”, puntualizza, “in gioco è il futuro dei lavoratori”.
Poi uno sguardo a tutte le conquiste portate a casa dal sindacato in questi ultimi quattro anni. Le racconta Attilio Granelli, Segretario Nazionale FABI, che ringrazia pubblicamente il Segretario Generale Sileoni per il ruolo politico di primo piano giocato dalla FABI in questo ultimo quadriennio e per le tante campagne, sapientemente orchestrate, e portate all’attenzione dell’opinione pubblica anche attraverso gli organi di stampa, a cominciare da quella contro i super stipendi dei top manager e contro l’assimilazione della figura del bancario a quella del banchiere.
E ancora: le battaglie contro il prepensionamento obbligatorio degli ultra 55enni con relativa decurtazione dell’assegno di sostegno al reddito, per la stabilizzazione dei precari e la solidarietà generazionale, in favore delle banche popolari, che devono mantenere le loro specificità per sostenere il territorio e i lavoratori, senza omologarsi alle banche spa.
Infine uno sguardo al SAB di Bergamo, il secondo in Italia per numero d’iscritti. A snocciolare i numeri il Segretario amministrativo di FABI Bergamo, Valerio Poloni: “siamo cresciuti per iscritti, soprattutto nel mondo del credito cooperativo e fra i pensionati e gli esodati, e abbiamo potenziato i nostri servizi di assistenza fiscale e legale per i lavoratori”.
Diverse e di peso anche le vertenze affrontate sul territorio: dal piano industriale del Gruppo UBI, alla salvaguardia dell’autonomia negoziale nel Credito Bergamasco, ormai parte del Banco Popolare.
Conclude gli interventi Maria Luisa Serina, Segretaria provinciale FABI Bergamo, che sottolinea come sia anche compito del sindacato promuovere le pari opportunità nelle aziende bancarie, proponendo strumenti di flessibilità oraria innovativa che vengano incontro alle esigenze familiari delle donne, purtroppo ad oggi ingiustamente penalizzate nei percorsi di carriera.
Costruire sindacato che coinvolga tutti e che non lasci indietro nessuno: questo l’impegno della FABI di Bergamo per i prossimi quattro anni.
Bergamo 09/11/2013
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