FABI BELLUNO: PICCOLI MA AGGUERRITI
FABI Belluno alla prova del Congresso: continuano ad aumentare gli iscritti in questa piccola città di provincia, nonostante il calo della popolazione bancaria. Masocco: “Qui grande adesione allo sciopero”. Granelli: “categoria senza Contratto è allo sbando”
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La FABI di Belluno guarda al futuro ma nel segno della continuità. Si avvia infatti verso la riconferma la Segreteria Provinciale che ha portato il SAB di questa piccola città di provincia, nel cuore delle dolomiti, ad aumentare considerevolmente il numero dei propri iscritti, nonostante il calo della popolazione bancaria registrato in questi anni.
Nel dibattito congressuale si parla soprattutto del pacchetto di 15 ore di sciopero da realizzare entro febbraio: la decisione presa due giorni fa unitariamente da tutti i sindacati del credito per proseguire la mobilitazione contro la disdetta del Contratto Nazionale di categoria.
A centrare il nocciolo della questione politica è Attilio Granelli, Segretario Nazionale della FABI.
“Bisogna che la categoria ci sostenga e non ceda di un millimetro perché la situazione è drammatica”, esordisce Granelli, che si sofferma poi sulle conseguenze concrete che la disdetta del Contratto avrà a breve sui lavoratori.
“Dal primo luglio se il Contratto non viene rinnovato muore: ci ò vuol dire che ogni gruppo potrà arbitrariamente intervenire sull’orario di lavoro, magari portandolo a 40 ore settimanali. Verranno meno la normativa sulla tutela dei trasferimenti, le norme sulle relazioni sindacali.
Ci ò significa che l’organizzazione aziendale e gli stessi esuberi non passeranno più attraverso il confronto con i sindacati e le banche potranno avere mano libera sui licenziamenti.
“La categoria senza il Contratto è allo sbando”.
Di ampio respiro la relazione della Coordinatrice di FABI Belluno, Lorella Masocco.
Masocco ha messo in fila tutte le vertenze affrontate negli ultimi quattro anni di mandato: le riorganizzazioni di Cassa di risparmio del Veneto, Gruppo Intesa Sanpaolo, e gli accorpamenti di filiali, nonché il progressivo allontanamento dei centri decisionali delle banche locali dal territorio e infine la cessione del ramo d’azienda della Banca Sella a Cassa di Risparmio Bolzano.
Poi il problema dei trasferimenti, particolarmente sentito nelle banche di Belluno e provincia.
E ancora la diminuzione del turn over, dovuto anche alla riforma Fornero, i piani industriali sempre più basati sul taglio dei costi del personale, e una crisi che continua incessantemente a minacciare la redditività delle banche, fino a rinnovo dei Contratti Integrativi Aziendali su cui inciderà anche la disdetta del Contratto Nazionale.
Un’offensiva, quella messa in atto dai banchieri, contro cui la categoria ha reagito compatta anche in provincia.
Impossibile non citare, a questo punto, l’ottima riuscita dello sciopero del 31 ottobre, nonostante alcuni tentativi di “sabotaggio” da parte delle banche, spesso colpevoli di aver infranto le norme di garanzia.
Infine un monito per il futuro: “Dobbiamo riappropriarci della nostra dignità di lavoratori”, anche se i tempi si annunciano difficili. Perché, conclude la Coordinatrice di FABI Belluno, citando Giovanni Paolo II, “non c’è speranza senza paura, né paura senza speranza”.
Belluno 14/11/2013
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