"Andiamo a riprenderci la speranza in una società più giusta e solidale. Andiamo a riprenderci i diritti che i nostri colleghi bancari hanno conquistato in oltre sessant'anni di lotte sindacali. Andiamo a riconquistarci il Contratto Nazionale"
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PER UNA CIVILT? DEL LAVORO, IN UNA BANCA SOCIALMENTE UTILE

“Andiamo a riprenderci la speranza in una società più giusta e solidale. Andiamo a riprenderci i diritti che i nostri colleghi bancari hanno conquistato in oltre sessant’anni di lotte sindacali. Andiamo a riconquistarci il Contratto Nazionale”
PER UNA CIVILT? DEL LAVORO, IN UNA BANCA SOCIALMENTE UTILE

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“Licenziamenti collettivi, esternalizzazioni senza accordi, disdetta dei contratti di lavoro, sono le armi letali contro le quali stiamo oggi combattendo. Per la maggior parte dei lavoratori bancari è un brusco risveglio dall’illusione che le tutele del proprio rapporto di lavoro fossero eterne e frutto di chissà quale diritto supremo. Ora tutti sappiamo, che sono frutto di un Contratto di Lavoro, frutto di decenni di battaglie da parte dei colleghi nel passato”.
Guido Fasano, Segretario Coordinatore della FABI di Udine, parla chiaro e non ha peli sulla lingua.
D’altra parte, come fare diversamente? Infatti, proprio nella sala dove si celebra il Congresso Provinciale, il 3 aprile 2012 si riunirono i lavoratori di Hypo Alpe Adria Bank durante la giornata di sciopero indetta per contrastare i folli progetti di riorganizzazione aziendale, che portarono a un centinaio di licenziamenti e all’esternalizzazione senza accordo sindacale di 80 lavoratori. Mai fino ad ora, in Italia, vi è stata una vertenza nel settore bancario così drammatica.
“è in atto l’aggressione alle norme fondamentali che hanno regolato per decenni il rapporto di lavoro dei bancari: Contratto Nazionale, contratti aziendali e regionali, regole del licenziamento, regole per l’assunzione” – continua Fasano – “Da decenni le leggi che intervengono sulle regole del mondo del lavoro hanno reso le storiche acquisizioni contrattuali sempre meno esigibili”.
Ma il sindacato non molla e, forte dei suoi Valori e della sua tradizione, mantiene integra la sua forza sindacale per poter contrattare “a furor di popolo bancario” le richieste dei lavoratori.
“Ma anche questa energia va alimentata rinforzando e diffondendo la consapevolezza del senso democratico della rappresentanza e l’importanza dell’utilizzo degli strumenti di azione sindacale”.
In questo percorso è di fondamentale importanza la sintonia con le altre organizzazioni sindacali di settore. “In questo momento storico la divisione del sindacato sarebbe un regalo troppo grande per chi vuole la distruzione della categoria” – ammonisce il coordinatore della FABI udinese.
L’analisi della situazione nazionale e locale è “chirurgica”: dalla disdetta del CCNL, che sostanzia la volontà di distruggere la categoria dei bancari, che solo lì pu ò trovare definizione e forma, e di eliminarne la funzione di garanzia dei diritti; alla disdetta dei Contratti Integrativi Aziendali (in provincia ha riguardato la Federazione Credito Cooperativo regionale, il Mediocredito regionale, il Monte dei Paschi di Siena, l’Unicredit ancora in attesa di farlo); ai licenziamenti collettivi (a Udine hanno colpito l’Hypo Bank, complessivamente 97 dipendenti, e la Kaertner Sparkasse, complessivamente 62; senza parlare di esternalizzazioni (in provincia sono state realizzate, senza alcun accordo sindacale nell’Hypo Bank e hanno interessato 80 dipendenti) e di nuove articolazioni delle prestazioni lavorative, nonché delle indagini della magistratura sull’operato di taluni manager.
Con quali gli strumenti trovare nuove regole di un patto sociale che regoli e definisca una moderna civiltà del lavoro? E come far da questo discendere i comportamenti che ne sostanzino l’efficacia? L’impresa è particolarmente difficile.
“La storia ci ha insegnato che quando non è il lavoratore che adopera i mezzi di produzione, ma sono questi che adoperano il lavoratore, allora diventa lui stesso mezzo di produzione,’risorsa umana’ alla quale Il risultato del lavoro diventa estraneo alla propria attività”.
In questa situazione e con queste preoccupazioni, quali le cose da fare per dare un futuro alla categoria?
“La crisi del modello di potere sindacale, anche se non ancora confessata, va affrontata insistendo nella ricerca metodi di reale rappresentanza dei lavoratori, affinché producano il senso della condivisione delle azioni strategiche con i vertici sindacali per la costruzione o ricostruzione di regole esigibili a tutela delle persone che lavorano” – riflette Fasano.
Per quanto concerne le banche e la loro funzione, bisogna urgentemente tornare al modello tradizionale, affinché il risparmio sia tutelato e ridistribuito in loco, dando fiducia alle piccole e medie imprese, contribuendo pertanto alla realizzazione di una comune crescita economica.
Poi, Guido Fasano accusa l’Associazione bancaria italiana di miopia politica: “La disdetta anticipata del contratto nazionale ABI è l’apoteosi di una politica perdente”.
La FABI ha da tempo proposto l’istituzione di un gruppo di lavoro ristretto tra Segreterie Nazionali e ABI, sotto la supervisione di studiosi indipendenti, per affrontare la questione decisiva della banca del futuro e avviare il percorso di rinnovo del Contratto Nazionale, tuttavia, sinora i banchieri hanno finto di non sentire o non hanno voluto capire.
Infine la conclusione del Coordinatore della FABI friulana:” Non saremo come Zora, città invisibile di Calvino, che per essere ricordata dagli uomini rimase immobile, uguale a se stessa e si disfece, scomparve, venne dimenticata dalla Terra. Andiamo a riprenderci la speranza in una società più giusta e solidale. Andiamo a riprenderci i diritti che i nostri colleghi bancari hanno conquistato in oltre sessant’anni di lotte sindacali. Andiamo a riconquistarci il Contratto Nazionale”.
Il gruppo dei dirigenti sindacali della FABI udinese rinnova il patto con i suoi iscritti e con i bancari tutti, impegnandosi nella sfida del rinnovamento sindacale, unito alla storica passione per la partecipazione sociale.
Luca Bertinotti, Segretario Nazionale, aveva parlato della necessità, in tempi come questi, di tenere duro: “Non basta esistere, occorre resistere. La FABI vuole mettere in sicurezza la categoria, cui vuole dare futuro, fermando la frammentazione e l’instabilità dei rapporti di lavoro, assicurando norme contrattuali certe, che prevedano formazione, ammortizzatori sociali interni e nuove politiche di welfare, concentrando le risorse a tutela, presidio e sviluppo di nuove professionalità, oltre a garanzie di copertura sociale, anche inedite, per i lavoratori del credito”.
Un dibattito partecipato ha confermato la passione della FABI udinese per i temi a sfondo sociale e sindacale.
Prima, la relazione aveva fatto riferimento sia alla crescita del numero di adesioni “pur in un momento di calo degli addetti del settore” e alla salda guida della categoria da parte della Segreteria Nazionale e, particolarmente, del Segretario Generale, Lando Maria Sileoni, “uomo di carisma e straordinarie capacità di leadership, che ha tracciato con tempismo e lungimiranza un nuovo modello di confronto con i datori di lavoro, fatto di forte capacità negoziale, coinvolgimento dei lavoratori e capacità di comunicare efficacemente, anche con il supporto della nostra web tv”.
Senza sorprese le votazioni, con la conferma di Guido Fasano al posto di Coordinatore e di Sergio Tosolini a quello di Segretario Amministrativo. Karen Zanier, novità assoluta, ricoprirà l’incarico di coordinatrice di una sorta di “scuola di politica sindacale”, rivolta ai giovani, con l’obiettivo di formare le nuove generazioni alle sfide del futuro, partendo dai grandi Valori del sindacato.
Mandi e bon lavôr a duç.
Udine 16/11/2013
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