SILEONI: “RIPRENDIAMOCI IL CONTRATTO O LA CATEGORIA VERR? SPAZZATA VIA”
Il Segretario Generale al XX Congresso Provinciale di Bologna: Vogliamo banche produttive perché al loro benessere corrisponde il benessere di lavoratori e famiglie. Ma niente sconti sulla pelle dei bancari
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è veramente storia qui a Bologna, dove il SAB locale della FABI è tra i fondatori dell’organizzazione. Un XX Congresso Provinciale dove si tirano le somme, senza nascondere soddisfazione per i risultati ottenuti fin qui. Risultati che vedono la FABI il primo sindacato di categoria con 3200 iscritti e che presenta un centro servizi particolarmente efficiente, al quale fanno riferimento ben quattromila contribuenti del territorio bolognese.
Le difficoltà segnate dalla diminuzione di livelli occupazionali e la grave situazione nazionale che il settore del credito sta vivendo, tra gli argomenti trattati nella relazione di apertura dei lavori del Segretario Coordinatore FABI Bologna, Mike Naldi.
“Oggi viviamo una realtà molto diversa rispetto a quella di qualche anno fa. La crisi che si è abbattuta sul settore ha creato un evidente disomogeneità tra le professioni: il bancario sta pagando una crisi che non ha prodotto mentre chi dovrebbe risolvere i problemi guadagna stipendi fuori misura. Anche Bologna – ha detto Naldi – sta vivendo un momento difficile in termini di occupazione, ma la FABI è presente e non solo mantiene i propri numeri, ma continua a crescere. Del resto qui c’è una tradizione, la FABI di Bologna è tra i fondatori dell’organizzazione. Qui ci sono colleghi che nel 1950 hanno fondato il SAB ed hanno tracciato una strada che noi oggi stiamo seguendo. In questi anni le difficoltà ci sono sempre state, spesso ci siamo dovuti scontrare con la controparte per trovare soluzioni. Ma questo momento è particolarmente complesso. è difficile dover spiegare ai colleghi la situazione come difficile è trattare con chi è dall’altra parte del tavolo. Ma noi siamo presenti e sempre al fianco dei lavoratori”.
Quindi i ringraziamenti del Coordinatore a tutti coloro che hanno reso grande questa organizzazione, con un ringraziamento particolare al Segretario Generale Lando Maria Sileoni e alla Segreteria Nazionale tutta e in particolare al Segretario Generale Aggiunto, Mauro Bossola, e al Segretario Amministrativo, Giuliano De Filippis, per il lavoro svolto in questi anni a difesa della categoria.
“In questi quattro anni siamo riusciti a fare tanto per il settore e siamo diventati una forza rappresentativa e trainante, con 102mila iscritti – ha esordito Sileoni -. Abbiamo scatenato un dibattito a livello nazionale che è uscito dal settore bancario. Qualche esempio: gli stipendi dei manager e la possibilità di pagare con uno loro unico stipendio, quattrocento giovani assunti; il problema delle sofferenze bancarie, 141 miliardi, che vengono costantemente scaricate sui piani industriali. Dimostrare all’interno e all’esterno come stanno le cose, spiegare i problemi che vanno affrontati e qual’è la nostra posizione, è il nostro punto di forza.
Quando ABI ha deciso di disdettare un Contratto fatto insieme ci ha dichiarato guerra e alla guerra si risponde con la guerra. Se avessimo accettato la rottamazione dei cinquantacinquenni 35mila lavoratori un secondo dopo sarebbe stati messi in pensione con un assegno pari al 60% dello stipendio. E sarebbe stato l’inizio della fine della categoria. Da soli abbiamo lottato contro questa possibilità e non perché siamo un sindacato antagonista. Noi vogliamo che le banche vadano bene, perché il benessere delle banche significa benessere dei lavoratori e delle famiglie. Ma non possiamo non rispondere agli attacchi che ci vengono perpetrati. Perché se non ci riprendiamo il Contratto Nazionale, la categoria verrà spazzata via”.
“Senza un Contratto Nazionale – ha spiegato il leader della FABI – si aprirà l’effetto Marchionne in FIAT. Ogni banca e Gruppo potrà farsi il proprio contratto aziendale: il sindacato perderà l’unico strumento di difesa della categoria e i lavoratori rischieranno il loro posto. Perché di questo parliamo, di difesa del posto di lavoro. Come se ne esce? Io sono moderatamente ottimista che si possa riaprire il tavolo delle trattative. Ma se non dovesse succedere, sono già indette due giornate di sciopero e stiamo preparando altre forme di mobilitazione”.
Ancora una volta Sileoni ha infiammato la platea che ha salutato il suo intervento con un lungo applauso.
Bologna, 16/11/2013
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