CASINI: ?SOLO NOI POSSIAMO DIFENDERE LA CATEGORIA. SE ABI VUOLE LO SCONTRO, LO AVR??
Il Segretario Nazionale, al VIII Congresso Provinciale FABI Modena, a muso duro contro la disdetta del Contratto Nazionale che rischia di spazzare via la categoria. “Scendiamo in piazza e riprendiamoci il CCNL”
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“Da 65 anni protagonisti con la FABI per un futuro di solidarietà, occupazione e per la tutela del Contratto Nazionale”, con questo slogan si apre il VIII Congresso Provinciale FABI Modena. Un SAB forte che negli ultimi dieci anni ha continuato a crescere in termini di iscritti, nonostante il calo dei livelli occupazionali: qui, infatti, da 4mila bancari si è passati a 3500. Ma la FABI, primo sindacato di categoria, rappresenta ben 1300 lavoratori del settore del credito.
“Questa è per noi l’occasione di fare il punto della situazione e rendere conto del nostro operato – ha esordito Luca Baroni, Coordinatore FABI Modena -. Prendo in prestito una frase di Papa Francesco che mi ha molto colpito e che, credo, renda l’idea di quanto la nostra società sta affrontando:’I più gravi mali che affliggono il mondo in questi anni sono la disoccupazione dei giovani e la solitudine in cui vengono lasciati i vecchi. I vecchi hanno bisogno di cure e di compagnia; i giovani di lavoro e speranza, ma non hanno né l’uno né l’altra, e il guaio è che non li cercano più’. In questo scenario neanche il mondo sindacale poteva restare indenne dalle tensioni. Il settore del credito non vive in una campana di vetro – ha proseguito Baroni – e non è un caso che da quasi un decennio affiorino anche qui le tentazioni, aziendali, di farsi i propri contratti di lavoro”.
Quindi, il Coordinatore ha ripercorso la storia della FABI, senza tralasciare il fatto di aver, da sola, firmato il primo Contratto Nazionale del settore del credito. Un Contratto che oggi è a rischio, ma che la FABI non è disponibile a cedere ad uno smantellamento. In questo panorama, cosa aspetta i sindacalisti di modenesi nel prossimo futuro? La risposta la dà ancora il coordinatore Baroni.
“Oggi il sindacalista è chiamato a rivendicare risposte su: dilagare delle contestazioni disciplinari, che hanno il solo scopo di diminuire i costi di premi ed incentivi; la questione del dimensionamento degli organici, con agenzie che generalmente operano in uno stato di rassegnazione all’emergenza perenne; la completa incapacità organizzativa dimostrata dalle Direzioni in merito agli orari prolungati”.
Ma nella relazione del Coordinatore anche un focus su quanto accaduto nel territorio modenese in questi ultimi anni: dal Gruppo Banca Popolare dell’Emilia Romagna, protagonista della fusione per incorporazione della Banca CRV in BPER e dal successivo piano industriale, alla banca Modenese Spa, con la fusione per incorporazione nel Gruppo Carife. Poi il commissariamento della Cassa di Risparmio di Ferrara Spa, e la dolorosa vicenda della Hypo Alpe Adria Bank, presente a Modena con uno sportello. Alla luce di tante difficoltà, FABI Modena è cresciuta, segno evidente che i lavoratori hanno trovato nel SAB locale una struttura forte in grado di dare risposte concrete.
Presente in sala anche il Sindaco di Modena, Giorgio Pighi, che ha rimarcato come l’eccesso di semplificazione rischia di produrre i suoi effetti solo sui lavoratori bancari. Quindi la necessità di proposte e il ringraziamento alle Organizzazioni Sindacali la cui preziosa collaborazione ha permesso di portare le banche ad investire su imprese innovative.
Non lascia cadere la critica rispetto ai temi di occupazione l’Assessore Provinciale al Lavoro, che ha sottolineato come non solo la politica, ma tutti soggetti interessati debbano dare il proprio contributo per avviarci ad un cambiamento che sappia rispondere alle esigenze delle famiglie. Ma non tralascia neanche il ringraziamento alla FABI modenese per l’aiuto prestato in occasione del terremoto del 2012. Aiuto che si è concretizzato in un assegno per la ricostruzione del polo scolastico di Medolla.
Alla politica locale, ha fatto poi eco l’intervento del Segretario Nazionale Organizzativo Franco Casini.
“A voi politici voglio fare una premessa: noi spesso veniamo scambiati per banchieri, dalla società e dalla stessa clientela. Noi siamo bancari, dipendenti con famiglie e problemi. Allora sappiate che noi siamo dalla parte di chi viene e ci chiede aiuto per andare avanti. Perché le loro difficoltà, sono anche le nostre difficoltà”.
Quindi il passaggio alla situazione nazionale che sta affrontando la disdetta del Contratto Nazionale da parte di ABI.
“Siamo il primo sindacato di categoria, abbiamo un ruolo politico importante nella difesa dei lavoratori. I colleghi devono sapere che noi siamo loro vicini, perché non ci stiamo giocando un aumento di stipendio, ma il posto di lavoro. Dobbiamo riconquistarci il Contratto Nazionale. Non permettiamo ai banchieri di spazzare via la categoria. Giriamo tra i lavoratori e continuiamo a spiegare che senza il CCNL non avremo più strumenti per difendere i bancari. L’ABI deve ritirare la disdetta, e su questo non siamo disponibili ad indietreggiare. Noi avevamo chiesto una cabina di regia con figure professionali valide in grado di trovare soluzioni per riattivare il settore. Perché non siamo contrari al cambiamento, anzi. Riteniamo che sia fondamentale cambiare. Ma non alle condizioni dei banchieri che in un periodo come quello che sta affrontando il Paese, conoscono un’unica soluzione: tagliare sul personale. In questa situazione, oggi, dobbiamo tornare a scendere in piazza. Andiamo a riprenderci il Contratto. Vogliono lo scontro? Lo avranno. Perché siamo rimasti gli unici a difendere i lavoratori bancari”.
Durante gli interventi non sono mancati i ringraziamenti al Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni, e alla Segreteria Nazionale tutta, per la lungimiranza politica e la capacità di controbattere agli attacchi perpetrati alla categoria.
Modena, 23/11/2013
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