Al 14° Congresso Provinciale di FABI Trieste emerge la voglia di combattere contro un sistema bancario iniquo, che ancora una volta vuole far pagare le sue inefficienze ai lavoratori.Bertinotti: "Palese incapacità dei banchieri, dobbiamo ricostruire sistema"
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TRIESTE, SINDACATO UNICO BALUARDO NELLA TEMPESTA DELLA CRISI

Al 14° Congresso Provinciale di FABI Trieste emerge la voglia di combattere contro un sistema bancario iniquo, che ancora una volta vuole far pagare le sue inefficienze ai lavoratori.Bertinotti: “Palese incapacità dei banchieri, dobbiamo ricostruire sistema”
TRIESTE, SINDACATO UNICO BALUARDO NELLA TEMPESTA DELLA CRISI

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Comincia con una metafora marinara il 14° Congresso Provinciale della FABI di Trieste. Mentre sulle banche e soprattutto sui lavoratori impazza la bora della tempesta finanziaria, il sindacato deve mettersi al timone della barca e traghettare la categoria fuori dalla crisi.
Un compito difficile e senza precedenti nella storia del movimento sindacale bancario, perché per la prima volta le Organizzazioni Sindacali sono chiamate a rimediare ai danni e alle inefficienze del sistema finanziario e alle mancanze della politica.
Il primo a prendere la parola è il Segretario coordinatore di FABI Trieste, Giorgio Dimario.
Dimario, insieme agli altri Segretari Provinciali, passa in rassegna tutte le principali difficoltà attraversate dai lavoratori delle banche triestine. Si parla dell’allungamento dell’orario di sportello della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, gestita in maniera assolutamente inadeguata dai vertici che non hanno investito nel potenziamento degli organici aziendali, lasciando i lavoratori in balia della totale disorganizzazione, ma si toccano anche argomenti più dolorosi. Come ad esempio l’esternalizzazione sulla piazza di Trieste di un ramo d’azienda di Unicredit ceduto, insieme a 90 lavoratori, ad Accenture.
Una vertenza che, soltanto grazie all’intervento della FABI, si è conclusa senza lo smantellamento dei diritti e del Contratto del credito per i lavoratori oggetto di cessione.
Dimario tira poi le somme dell’attività sindacale svolta sul territorio negli ultimi 4 anni. “Nonostante il calo della popolazione bancaria abbiamo mantenuto gli iscritti preesistenti fra gli attivi in servizio, mentre siamo cresciuti fra i pensionati / esodati”.
Dal dibattito emerge la voglia di combattere contro un sistema bancario iniquo che ancora una volta vuole far pagare le sue inefficienze ai lavoratori, ad esempio con la disdetta del Contratto di categoria, ma anche la voglia di essere propositivi e farsi portavoce di un nuovo modello di banca più vicino al territorio e alle famiglie.
Una visione condivisa anche dai lavoratori, che proprio per questo lo scorso 31 ottobre hanno aderito compatti allo sciopero contro la disdetta del Contratto Nazionale, con punte di adesione del 91% a Trieste.
Pesantissimo il j’accuse ai banchieri e alla loro incapacità manageriale. “Nonostante le iniezioni di liquidità della banca centrale europea e i regali fiscali del Governo, continuano a colpire i lavoratori con tagli su tagli. Senza dimenticare che molti di loro non hanno ancora versato il loro contributo al Fondo per la nuova occupazione, che permetterebbe di assumere molti giovani, come previsto dal Contratto Nazionale”.
“Che cos’è questa crisi se non il prodotto dell’incapacità dei banchieri, i quali adesso chiedono ai lavoratori le soluzioni?”, esordisce provocatorio il Segretario Nazionale della FABI, Luca Bertinotti.
Bertinotti, dopo aver portato alla platea dei quadri sindacali triestini il saluto e gli elogi del Segretario Generale Sileoni, si sofferma anche sulla necessità di creare una cabina di regia con la controparte per pensare a un novo modello di banca che funzioni.
Perché quello fin qui proposto dai banchieri fa acqua da tutte le parti. E anche sulla banca online ci sono delle perplessità.
“I banchieri vorrebbero sostituire i lavoratori del front office con le macchine, senza rendersi conto che la popolazione italiana, sempre più anziana, non ha una formazione tecnologica adeguata e lo sviluppo della banda larga è ancora all’anno zero”.
Una situazione incandescente, in cui il sindacato deve essere “baluardo” per tutti i lavoratori, contro la frammentazione della categoria.
“Se qui si sbaglia soluzione”, ammonisce Bertinotti, “rischiamo di azzerare il futuro delle nuove generazioni”.
Seguono lunghi applausi, mentre nella sala si concludono le operazioni di voto per eleggere la nuova Segreteria Provinciale di FABI Trieste e i delegati al Congresso Nazionale di Roma del 2014.
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