LAVORO, DIRITTI, SOLIDARIETà
"Che senso ha avere le mani pulite, se le avremo tenute in tasca?"
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XXI CONGRESSO PROVINCIALE FABI PADOVA

LAVORO, DIRITTI, SOLIDARIETà
“Che senso ha avere le mani pulite, se le avremo tenute in tasca?”
XXI CONGRESSO PROVINCIALE FABI PADOVA

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Fedeli all’insegnamento di Don Lorenzo Milani, a Padova, di certo, le mani le hanno usate ed i risultati si vedono. In meno di dieci anni la FABI è passata da meno di 900 iscritti a oltre 2000, “l’aumento di adesioni è il frutto del fare buon sindacato, con modestia , tanta passione e senza la presunzione di considerarsi i più bravi”. Emanuele De Marchi, Coordinatore della Segreteria Provinciale della FABI di Padova non nasconde soddisfazione ed orgoglio per questo risultato, che presenta ai delegati al XXI Congresso Provinciale, dal titolo: ” Lavoro, Diritti, Solidarietà ” e qualcuno si sarà chiesto se i dirigenti patavini non abbiano preso per sbaglio, dal ripostiglio, un cartello impolverato degli anni Settanta quando lavoratori e studenti manifestavano urlando queste parole. “Purtroppo no, la storia si ripete, e oggi nel terzo millennio la tanto idolatrata globalizzazione tende a sbiadire queste parole se non addirittura cancellarle” – dice con un pizzico d’amarezza De Marchi, che punta subito il dito contro la classe politica ed i banchieri, colpevoli in gran parte di quella – “Crisi che ha generato effetti negativi sui bilanci delle aziende, ma siamo fortemente convinti che molte banche usano questa crisi come una clava per poter realizzare e giustificare tagli indiscriminati al mondo del lavoro, smantellando nei fatti diritti normativi ed economici. Siamo sotto attacco. Dobbiamo difenderci. Saperci difendere non è solo legittima difesa ma sarà l’unico modo per continuare a esistere come categoria”.
Approdiamo a Padova, la dotta, famosa per la sua università, fra le più antiche e famose, dove si laure ò la prima donna al mondo, Elena Lucrezia Cornaro, e dove insegnarono scienziati del calibro di Galileo Galilei. Senza trascurare Niccol ò Copernico, Leon Battista Alberti, Melchiorre Cesarotti e una schiera infinita di personaggi che si sono distinti in diverse discipline o arti e che hanno fatto di Padova il loro luogo d’incontro. Una curiosità: il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, studi ò a Padova, nel liceo “Tito Livio”.
Anche qui, in quel Nord-Est una volta ricco, la crisi ha messo in ginocchio piccole e medie imprese, ossatura vera dell’azienda Italia. Anche qui, le direzioni delle banche pensano cervelloticamente strategie commerciali e ricette miracolistiche, che puntualmente si rivelano fallimentari, tranne che per le società di consulenza, pagate a suon di milioni e per i manager liquidati con buone uscite stratosferiche”.
“Solo noi della FABI abbiamo denunciato questi comportamenti vergognosi, ancor più di questi tempi; solo noi della FABI abbiamo messo l’opinione pubblica al corrente di questa irresponsabilità sociale dei banchieri”, come ha spesso dichiarato ai media il Segretario Generale della FABI, più volte ricordato durante i lavori del congresso padovano, che “si è dimostrato uomo di straordinaria visione politica e strategica, fungendo da collante con le altre Organizzazioni Sindacali e facendo assurgere la FABI a protagonista assoluta, anche con un’ottima copertura mediatica rivolta ai cittadini”.
La relazione, a più voci, ha poi affermato con forza che la FABI deve respingere e contrastare l’attacco da parte dell’ABI al CCNL, opporsi alla rottamazione obbligatoria dei 55enni, richiedere con forza l’accesso dei giovani al lavoro, difendere e valorizzare le Banche di Credito Cooperativo e le Banche Popolari “con i propri modelli partecipativi, da sempre vicine ai territori, nei fatti e non solo con gli slogan”.
“Il futuro non sarà facile – ha detto Emanuele De Marchi, avviandosi a concludere – ma abbiamo il diritto di viverlo, di viverlo tutti assieme, per questo è fondamentale che ci sia un sindacato di qualità e di servizio, autonomo, libero e democratico come la FABI, senza rendite di posizione o rilassamenti. Vogliamo metterci passione e ragione e così, sono sicuro, riusciremo a tutelare e difendere i nostri iscritti. Care colleghe e cari colleghi, oggi il futuro è nelle nostre mani!”.
Lungo applauso per questa esortazione e questa promessa, che – com’è stato ricordato più volte – è la promessa della FABI Nazionale e del suo leader, Lando Maria Sileoni.
Prima aveva parlato Giuliano De Filippis, Segretario Nazionale Amministrativo, che ha segnalato come sia andato in crisi il modello sociale, con un crollo dei Valori cui era informata la nostra società e la nostra stessa vita.
Lavoro, diritti, sindacato sono parole che sembrano svuotate di significato. Il sindacato dovrebbe andare al di là della battaglia tra il mondo del lavoro e quello che è definito il mondo del capitale’.
Insomma, riferirsi alla “responsabilità sociale del capitale, nel nostro caso delle banche, è un ossimoro, perché la responsabilità sociale confligge con l’idea stessa di capitale”.
Per De Filippis, il sindacato deve servire da coagulo di tutte forze migliori, che possono impegnarsi per un cambiamento vero, per ideare un nuovo modello di società e, nel nostro settore, un nuovo modello di banca. Non servono eroi, ma un impegno comune e tutti devono fare la loro parte. Il’bene comune’ azienda deve andare avanti, perché la banca così com’è ora non pu ò andare bene per il futuro e per i lavoratori. “I banchieri non sanno che pesci pigliare – ha accusato De Filippis – e, quindi, dobbiamo prendere noi l’iniziativa, facendo proposte e mettendo in piedi la famosa’cabina di regia’, fatta di persone capaci e al di sopra delle parti, per far nascere la banca del futuro”.
Dopo il dibattito, che ha toccato il tema dei giovani, delle BCC, della comunicazione, dei servizi e del rapporto con gli associati (solo per citare gli argomenti più gettonati) le votazioni per il nuovo Comitato Direttivo Provinciale, che ha eletto la Segreteria. Conferme per Emanuele De Marchi, Coordinatore, e per Alberto Frizzarin, Segretario Amministrativo.
«Per il grande desiderio che avevo di vedere la Bella Padova, culla delle arti sono arrivato…ed a Padova sono venuto, come chi lascia uno stagno per tuffarsi nel mare, ed a sazietà cerca di placare la sua sete.» – scriveva il sommo William Shakespeare ne “La bisbetica domata”.
Verrà anche da qui la forza del sindacato per domare la bisbetica Abi? Visti i brillanti risultati della FABI patavina, questo presagio illumina il volto di tutti.
Padova 22/11/2013
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