Il Segretario Generale della FABI Sileoni, dati alla mano, fa le pulci ai banchieri: l'84% delle sofferenze figlie di scelte sbagliate fatte ai piani alti delle banche. Leggi la denuncia sui quotidiani e su tutte le agenzie di stampa">

SOFFERENZE BANCARIE, IL TRUCCHETTO DELL’ABI

Il Segretario Generale della FABI Sileoni, dati alla mano, fa le pulci ai banchieri: l’84% delle sofferenze figlie di scelte sbagliate fatte ai piani alti delle banche. Leggi la denuncia sui quotidiani e su tutte le agenzie di stampa
SOFFERENZE BANCARIE, IL TRUCCHETTO DELL'ABI
Il Segretario Generale della FABI Sileoni, dati alla mano, fa le pulci ai banchieri: l'84% delle sofferenze figlie di scelte sbagliate fatte ai piani alti delle banche. Leggi la denuncia sui quotidiani e su tutte le agenzie di stampa

Da La Stampa di giovedì 28 novembre 2013
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LA STAMPA/su tutte le edizioni giovedì 28 novembre 2013
SILEONI (FABI) «Le sofferenze? Frutto delle scelte dei manager
La maggioranza delle sofferenze bancarie da 133 miliardi di euro non deriva da piccoli prestiti. Per lo più (circa 110 miliardi l' 84% del totale) riguardano prestiti sopra i 125 mila euro. E la loro concessione rientra non nelle responsabilità dei bancari allo sportello, ma «nelle autonomie e nelle competenze delle direzioni generali, dei cda e dei consigli di gestione delle banche». è quanto denuncia il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, in risposta al presidente Abi Antonio Patuelli che aveva parlato delle sofferenze come «fenomeno sociale», in quanto diffuso tra piccoli debitori. Ma se il bancario che sbaglia «pu ò rischiare il licenziamento», sottolinea Sileoni, quei manager che hanno causato il boom di sofferenze «sono ancora al loro posto, strapagati e impuniti». [F. SP.]
WALL & STREET 27 novembre 2013
La cambiale (scaduta) delle banche
Il Blog di Massimo Restelli e Gian Maria De Francesco
Se le banche italiane hanno gli archivi informatici pieni di mutui, =leasing e più in generale di prestiti diventati inesigibili come =fossero cambiali scadute, la responsabilità è quasi tutta da =cercare nella «cattiva gestione» prodotta dagli stessi vertici degli istituti. La stoccata è del =leader della Fabi Lando Maria Sileoni=20=295420 , che torna così a incrociare le lame col presidente dell'Abi Patuelli.
Secondo il leader del primo sindacato del credito, il cosiddetto =«impatto sociale» sui volumi delle sofferenze bancarie si ferma =infatti al 15,6% : «In pratica, caro Patuelli, le 924mila posizioni in sofferenza su crediti =fino a 25mila euro rappresentano circa 20 miliardi sui 133 complessivi, =mentre i crediti inesigibili superiori a 125mila euro arrivano a toccare =la percentuale del 72,6% e i super debitori, quelli con debito superiore a 25 =milioni di euro, pesano per l'11,7%», attacca Sileoni facendo =così precipitare il macigno delle sofferenze sul campo di battaglia =Abi-sindacati che deciderà il modello di banca del futuro: il contratto che regola la vita dei =303mila bancari italiani è stato disdettato da Palazzo Altieri in anticipo rispetto alla scadenza =naturale di giugno 2014, premettendo che in mancanza di un accordo con =le forze sociali, il settore è pronto a essere regolato dai soli accordi aziendali. Sebbene il tavolo sia formalmente =saltato e i sindacati, dopo la serrata di fine ottobre, abbiano =proclamato altre 15 ore di sciopero entro gennaio, le trattative =sottotraccia stanno proseguendo: il capo del Casl=20è Francesco Micheli che è anche direttore generale di Intesa =Sanpaolo, di cui è il fine uomo-macchina.
Pochi giorni fa, Patuelli aveva invece evidenziato come le =sofferenze fossero un fenomeno dal grave impatto sociale: a giugno le =sofferenze pesavano appunto già 133 miliardi sui bilanci dell'=industria bancaria, cui sommare altri 200 miliardi di euro. Una situazione da film horror , tanto che il governo è intervenuto con la Legge di stabilità introducendo un regime fiscale =più favorevole dell'attuale e sostanzialmente allineato a =quanto accade nel resto d'Europa.
«Nonostante le dichiarazioni del direttore generale della =Banca d'Italia, Salvatore Rossi, vadano esattamente nella =direzione opposta, Patuelli vuole dimostrare che non c'è disattenzione nella gestione del credito da parte delle banche, vuole =far passare il messaggio che le sofferenze non sono figlie di una =cattiva gestione del credito erogato sempre ai soliti noti», rincara la dose Sileoni sottolineando come i crediti detriorati =siano «sistematicamente inseriti nei piani industriali dei grandi =gruppi bancari e scaricate sui lavoratori anche in termini di recupero =dei costi. Come dire: la cattiva qualità del credito è colpa dei lavoratori bancari».
E non è un caso - prosegue senza mezzi termini la Fabi =- che gli affidamenti a partire da 125mila euro rientrano nelle =autonomie e nelle competenze delle direzioni generali, dei consigli =d'=20amministrazione e dei consigli di gestione delle banche. «Se un =bancario sbaglia - conclude Sileoni - pu ò rischiare il licenziamento, mentre quei manager che hanno contribuito a =raggiungere la cifra record di 133 miliardi di sofferenze stanno ancora =lì al loro posto, strapagati e impuniti».
ASCA =27 =Novembre 2013 - 17:59
Banche: Sileoni (Fabi), manager non pagano per crescita sofferenze
(ASCA) - Roma, 27 nov - ''Il presidente dell'Abi Antonio Patuelli =sta dichiarando in questi giorni alle televisioni, radio e quotidiani nazionali, che il problema delle =sofferenze bancarie e' ormai diventato un fenomeno dal grave impatto =sociale. Nonostante le dichiarazioni del Direttore generale della Banca =d'Italia, Salvatore Rossi, che vanno esattamente nella direzione opposta. Voglio ricordare che le sofferenze =bancarie a giugno del 2013 ammontavano a circa 133 miliardi di euro e le =stesse sofferenze vengono sistematicamente inserite nei piani =industriali dei grandi gruppi bancari e scaricate sui lavoratori anche in termini di recupero dei costi'' cosi' Lando =Sileoni, segretario generale della Fabi, il maggiore sindacato del =credito.
''Come dire: la cattiva qualita' del credito e' colpa dei =lavoratori bancari. Gli stessi numeri citati dal presidente Patuelli, dimostrano esattamente il contrario: i crediti inesigibili =superiori a 125mila euro arrivano a toccare la percentuale del 72,6% e i =super debitori, quelli con debito superiore a 25 milioni di euro, pesano =per l'11,7%. E non e' un caso che gli=20affidamenti a partire da 125mila euro in su rientrano tutti nelle =autonomie e nelle competenze delle direzioni generali, dei consigli =d'amministrazione e dei consigli di gestione delle banche. Insomma: il =solito giochetto di prestigio, che rispediamo al mittente. Se un bancario sbaglia, talvolta puo' rischiare anche il =licenziamento, mentre quei manager che hanno contribuito a raggiungere =la cifra record di 133 miliardi di sofferenze stanno ancora li' al loro =posto, strapagati e impuniti'', prosegue il numero uno della Fabi.
''Dichiari l'Abi quali fra i 133 miliardi di sofferenze sono quelli =erogati senza garanzie, dica apertamente e con chiarezza e trasparenza a =quanto ammontano gli importi di affidamenti erogati sulla parola, chi li =ha erogati e perche'. Questo e' il nuovo modello di banca che vogliamo, piu' attento ai =territori, alle famiglie e alle imprese, alle lavoratrici e ai =lavoratori bancari, un nuovo modello di banca al servizio del Paese che =sappia riconquistare, con la trasparenza, la fiducia dei=20mercati e delle persone'', conclude Sileoni.= =com/men
RADIOCOR ==27-11-13 17:53:47
17:53 - Banche: Sileoni, sofferenze colpa di manager strapagati e =impuniti=20

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 27 nov - "Se un bancario =sbaglia, talvolta puo' rischiare anche=20il licenziamento, mentre quei manager che hanno contribuito a =raggiungere la cifra record di 133 miliardi di sofferenze stanno ancora =li' al loro posto, strapagati e impuniti". Cosi' il segretario generale =della Fabi, Lando Maria Sileoni, commenta in un video pubblicato sul sito internet del sindacato le parole del presidente =dell'Abi, Antonio Patuelli, sulle sofferenze bancarie. Patuelli, nota =Sileoni, "sta dichiarando in questi giorni alle televisioni, radio e =quotidiani nazionali, che il problema delle=20sofferenze bancarie e' ormai diventato un fenomeno dal grave impatto =sociale", per "dimostrare che non c'e' disattenzione nella gestione del =credito da parte delle banche" e che "le sofferenze non sono figlie di =una cattiva gestione del credito erogato sempre ai soliti noti". Sileoni cita la ripartizione delle sofferenze in =base all'importo dei crediti, sottolineando che "il cosi' detto impatto =sociale sui volumi delle sofferenze bancarie e' pari al 15,6% (in =pratica, caro Patuelli, le 924mila posizioni in=20sofferenza su crediti fino a 25mila euro rappresentano circa 20 miliardi =sui 133 complessivi), mentre i crediti inesigibili superiori a 125mila =euro arrivano a toccare la percentuale del 72,6% e i super debitori, =quelli con debito superiore a 25 milioni, pesano per l'11,7%". Secondo Sileoni, quindi, "l'Abi vuol fare vedere =soltanto una faccia della luna, mentre la faccia nascosta, ve la =facciamo vedere noi". "Non e' un caso - attacca Sileoni - che gli =affidamenti a partire da 125mila euro in su rientrano tutti nelle autonomie e nelle competenze delle direzioni generali, dei =consigli d'amministrazione e dei consigli di gestione delle banche". Si =tratta insomma, prosegue, del "solito giochetto di prestigio, che =rispediamo al mittente". "Dichiari l'Abi - conclude Sileoni - quali fra i 133 miliardi di sofferenze sono quelli erogati =senza garanzie, dica apertamente e con chiarezza e trasparenza a quanto =ammontano gli importi di affidamenti erogati sulla parola, chi li ha =erogati e perche'".
CORRIERE DELLA SERA.it 17:53 27/11/2013
Banche: Sileoni, sofferenze colpa di manager strapagati e impuniti
Milano, 27 nov - "Se un bancario sbaglia, talvolta puo' rischiare =anche il licenziamento, mentre quei manager che hanno contribuito a raggiungere la cifra record di 133 miliardi di =sofferenze stanno ancora li' al loro posto, strapagati e impuniti". =Cosi' il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commenta =in un video pubblicato sul sito internet del sindacato le parole del presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, sulle sofferenze =bancarie. Patuelli, nota Sileoni, "sta dichiarando in questi giorni alle =televisioni, radio e quotidiani nazionali, che il problema delle =sofferenze bancarie e' ormai diventato un fenomeno dal grave impatto sociale", per "dimostrare che non c'e' =disattenzione nella gestione del credito da parte delle banche" e che ="le sofferenze non sono figlie di una cattiva gestione del credito =erogato sempre ai soliti noti". Sileoni cita la ripartizione delle sofferenze in base all'importo dei crediti, sottolineando che ="il cosi' detto impatto sociale sui volumi delle sofferenze bancarie e' =pari al 15,6% (in pratica, caro Patuelli, le 924mila posizioni in =sofferenza su crediti fino a 25mila euro rappresentano circa 20 miliardi sui 133 complessivi), mentre i crediti =inesigibili superiori a 125mila euro arrivano a toccare la percentuale =del 72,6% e i super debitori, quelli con debito superiore a 25 milioni, =pesano per l'11,7%". Secondo Sileoni, quindi, "l'Abi vuol fare vedere soltanto una faccia della luna, mentre la faccia =nascosta, ve la facciamo vedere noi". "Non e' un caso - attacca Sileoni =- che gli affidamenti a partire da 125mila euro in su rientrano tutti =nelle autonomie e nelle competenze delle direzioni generali, dei consigli d'amministrazione e dei consigli di =gestione delle banche". Si tratta insomma, prosegue, del "solito =giochetto di prestigio, che rispediamo al mittente". "Dichiari l'Abi - =conclude Sileoni - quali fra i 133 miliardi di sofferenze sono quelli erogati senza garanzie, dica apertamente e con =chiarezza e trasparenza a quanto ammontano gli importi di affidamenti =erogati sulla parola, chi li ha erogati e perche'".
IL MONDO / finanza / 27 Novembre 2013=20
Banche: Sileoni (Fabi), manager non pagano per crescita sofferenze
Roma, 27 nov - ''Il presidente dell'Abi Antonio Patuelli sta =dichiarando in questi giorni alle televisioni, radio e quotidiani =nazionali, che il problema delle sofferenze bancarie=20e' ormai diventato un fenomeno dal grave impatto sociale. Nonostante le =dichiarazioni del Direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore =Rossi, che vanno esattamente nella direzione opposta. Voglio ricordare =che le sofferenze bancarie a giugno del 2013 ammontavano a circa 133 miliardi di euro e le stesse sofferenze vengono =sistematicamente inserite nei piani industriali dei grandi gruppi =bancari e scaricate sui lavoratori anche in termini di recupero dei =costi'' cosi' Lando Sileoni, segretario generale=20della Fabi, il maggiore sindacato del credito. ''Come dire: la cattiva =qualita' del credito e' colpa dei lavoratori bancari. Gli stessi numeri =citati dal presidente Patuelli, dimostrano esattamente il contrario: i =crediti inesigibili superiori a 125mila euro arrivano a toccare la percentuale del 72,6% e i super debitori, =quelli con debito superiore a 25 milioni di euro, pesano per l'11,7%. E =non e' un caso che gli affidamenti a partire da 125mila euro in su =rientrano tutti nelle autonomie e nelle competenze delle direzioni generali, dei consigli d'amministrazione e dei consigli =di gestione delle banche. Insomma: il solito giochetto di prestigio, che =rispediamo al mittente.Se un bancario sbaglia, talvolta puo' rischiare =anche il licenziamento, mentre quei manager che hanno contribuito a raggiungere la cifra record di 133 miliardi =di sofferenze stanno ancora li' al loro posto, strapagati e impuniti'', =prosegue il numero uno della Fabi. ''Dichiari l'Abi quali fra i 133 =miliardi di sofferenze sono quelli erogati=20senza garanzie, dica apertamente e con chiarezza e trasparenza a quanto =ammontano gli importi di affidamenti erogati sulla parola, chi li ha =erogati e perche'. Questo e' il nuovo modello di banca che vogliamo, =piu' attento ai territori, alle famiglie e alle imprese, alle lavoratrici e ai lavoratori bancari, un nuovo modello =di banca al servizio del Paese che sappia riconquistare, con la =trasparenza, la fiducia dei mercati e delle persone'', conclude Sileoni.
Il Fatto Quotidiano 27 novembre 2013
Banche, Fabi: “Sofferenze bancarie scaricate sui =lavoratori” ==Un'=20analisi di Bankitalia segnala invece che i consigli di amministrazione =degli istituti di credito sono "sostanzialmente vecchi, maschilisti e =piuttosto provinciali, con una capacità mai troppo approfondita di =valutare professionalità e reputazione dei propri membri”
“Le sofferenze bancarie, che a giugno del 2013 ammontavano a =circa 133 miliardi di euro, vengono sistematicamente inserite nei piani =industriali dei grandi gruppi bancari e scaricate sui lavoratori anche =in termini di recupero dei costi”. Questa l'accusa, lanciata in un video messaggio pubblicato sul sito =internet del sindacato, del segretario generale della Fabi, Lando Maria =Sileoni, nei confronti dell'Abi nella figura del suo presidente =Patuelli, accusato di “voler dimostrare che non c'è disattenzione nella gestione del =credito da parte delle banche”.
“I crediti inesigibili superiori a 125mila euro - sostiene =Sileoni- arrivano a toccare la percentuale del 72,6% e non è un caso =che sono nelle competenze delle direzioni generali, dei consigli =d'=20amministrazione e dei consigli di gestione delle banche. Se un bancario =sbaglia- aggiunge il segretario- pu ò rischiare anche il licenziamento, mentre quei manager che hanno =contribuito a raggiungere la cifra record di 133 miliardi di sofferenze =stanno ancora lì al loro posto, strapagati e impuniti”. L'=Abi deve quindi “dichiarare quali fra i 133 miliardi di sofferenze sono quelli erogati senza =garanzie, dica apertamente e con chiarezza e trasparenza a quanto =ammontano gli importi di affidamenti erogati sulla parola, chi li ha =erogati e perché”.
Un'analisi di Bankitalia basata sui processi di =autovalutazione di 43 istituti pubblica intanto un'analisi che =segnala “consigli sostanzialmente vecchi al vertice delle banche, =maschilisti e piuttosto provinciali, con una capacità mai troppo approfondita di valutare professionalità e reputazione =dei propri membri”. Uno studio che mostra come la presenza di donne =sia pressoché inesistente, l'età media dei consiglieri superi i 60 anni e che pochissimi di essi abbiano =respiro internazionale. Nel 93% dei casi i board sono composti da =uomini. Nonostante la presenza femminile sia in aumento, in 17 delle 43 =realtà esaminate la componente femminile=20è ancora del tutto assente e in altre 18 è pari ad una sola =rappresentante. Se poi si vanno ad analizzare le figure di vertice, il =genere femminile è ancora meno rappresentato: nessuna donna siede infatti sulla poltrona di =presidenza e una sola su quella di amministratore delegato.
I board risultano poi sostanzialmente vecchi: basti pensare che in =media i consiglieri hanno 60,4 anni, ben di più rispetto all'=età media rilevata per le società quotate italiane di maggiori dimensioni (59,3) e a quella delle =omologhe Ue (58,2 anni). In particolare, in tutti i board esaminati la =figura del presidente fa capo a un uomo con età media più elevata =degli altri consiglieri. Scarso anche il turn over. I consiglieri delle banche hanno infatti =in media una permanenza nello stesso board pari a 6,2 anni. E l'=analisi evidenzia un periodo di permanenza più lungo per le cariche di presidente (in media pari a 9,2 anni con casi =in cui è superiore ai 15 anni) e di amministratore delegato =(superiore in alcuni casi a 10 anni).
I Cda hanno poi una connotazione piuttosto provinciale: sono =infatti rari i casi di consiglieri con esperienza internazionale e per =le banche più orientate al mercato nazionale, anche se di grandi dimensioni, la gran parte dei =consiglieri proviene da imprese rilevanti del territorio o delle =associazioni di categoria e da organizzazioni locali. A livello di =istruzione, poi, nel 64% i consiglieri sono laureati, quota inferiore ai componenti dei cda delle maggiori società quotate =(75%). Quanto ai requisiti di professionalità e onorabilità, =l'analisi della Banca d'Italia rileva poi che nel concreto =la presenza di inopportunità della nomina=20- quali, ad esempio, le condanne penali per reati finanziari, =sanzioni amministrative anche interdittive o coinvolgimenti in procedure =fallimentari - non viene adeguatamente valutata né sotto il =profilo della competenza professionale né sotto quello della reputazione.
Mentre le modalità di valutazione della professionalità dei =consiglieri sono prevalentemente formali e non sempre assicurano =l'adeguata composizione del board sotto il profilo della =competenza tecnica. Bankitalia osserva inoltre un'=20insufficiente attenzione dedicata alla distinzione e alla valorizzazione =di ruoli e responsabilità all'interno dei board. Per quanto =riguarda infine i comitati costituiti internamente dalle banche, quello =per il controllo interno e/o rischi è presente nel 53% degli istituti a fronte del 99% delle società =quotate, mentre il comitato remunerazioni è presente nel 44% delle =banche contro l'88% degli emittenti quotati.
ANSA 27 NOVEMBRE 2013
Banche: Fabi, sofferenze causate da scelte dirigenti. Sileoni risponde a Patuelli, 84% superiori a 125mila euro

(ANSA) – ROMA, 27 NOV – Le maxi sofferenze da 133 miliardi di euro che stanno colpendo le banche sono frutto delle scelte dei dirigenti e dei vertici bancari poiché sono costituite per l stragrande maggioranza (circa 110 miliardi l’84% del totale) dai prestiti sopra i 125mila euro, soglia oltre la quale decidono le direzioni generali, i cda e i consigli di gestione e non i lavoratori bancari. E’ quanto denuncia il segretario generale della Fabi Lando Sileoni in risposta al presidente Abi Antonio Patuelli che aveva parlato delle sofferenze come ”fenomeno sociale” visto che su 1,1 milioni di soggetti in sofferenza oltre 900mila erano per crediti di importo minore fino a 125mila euro. ”Gli stessi numeri citati dal presidente Patuelli dimostrano esattamente il contrario – spiega – il così detto impatto sociale sui volumi delle sofferenze bancarie è pari al 15,6% (in pratica, caro Patuelli, le 924.000 posizioni in sofferenza su crediti fino a 25.000 euro rappresentano circa 20 miliardi sui 133 complessivi), mentre i crediti inesigibili superiori a125mila euro arrivano a toccare la percentuale del 72,6% e i super debitori, quelli con debito superiore a 25 milioni di euro, pesano per l’11,7%”. ”Se un bancario sbaglia, talvolta pu ò rischiare anche il licenziamento, mentre quei manager che hanno contribuito a raggiungere la cifra record di 133 miliardi di sofferenze stanno ancora lì al loro posto, strapagati e impuniti” aggiunge e chiede ”all’Abi quali fra i 133 miliardi di sofferenze sono quelli erogati senza garanzie, dica apertamente e con chiarezza e trasparenza a quanto ammontano gli importi di affidamenti erogati sulla parola, chi li ha erogati e perché”. (ANSA).
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