LA FABI AL FIANCO DEI BANCARI: ?NON CEDEREMO AI RICATTI DELL?ABI?
Al XX Congresso Provinciale di FABI Reggio Emilia, la storia del sindacato e le vicende che stanno attanagliando la categoria. Casini: “Non possiamo permetterci di mollare ora. I colleghi devono sapere che noi siamo dalla loro parte”
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Sulle note di “In questo mondo di ladri” di Antonello Venditti e un filmato con le immagini più significative di questa crisi finanziaria che ha investito anche gli istituti di credito italiani, si apre il XX Congresso Provinciale di FABI Reggio Emilia. E poi c’è la storia, quella della FABI e del primo Contratto Nazionale firmato dal sindacato più rappresentativo della categoria, ma anche la storia della FABI di Reggio Emilia, quella fatta dalle battaglie e dalle manifestazioni in piazza per la difesa dei lavoratori.
è la difficile situazione nel Credito Emiliano, azienda che sta mettendo a dura prova le relazioni sindacali, ad aprire la relazione del Coordinatore di Reggio Emilia, Doriano Catellani.
“Mi voglio fermare un attimo sul Credem – ha esordito Catellani – che, oggi, nel 2013, ci scrive diffidandoci dall’inviare mail ai nostri iscritti in banca. Non ho parole. La contrattazione, che è il primo compito di un sindacato, ha trovato nel quadriennio scorso, esiti che definirei’il massimo ottenibile’ in questi tempi. Ormai si è generata una situazione con cui dovremo convivere per diverso tempo e con sempre più difficoltà”.
Quindi un resoconto dei quattro anni appena passati: l’incremento delle attività del centro servizi, la partecipazione ai corsi di aggiornamento organizzati dalla struttura nazionale, l’ampliamento dell’ufficio legale e i convegni su antiriciclaggio e articolo 118. Ma anche la soddisfazione per aver reso la FABI di Reggio Emilia il sindacato più rappresentativo sul territorio con 2300 iscritti. Iscritti che continuano a salire nel tempo, grazie al proselitismo vincente di questa struttura, ma anche alle risposte certe che i sindacalisti locali sono stati in grado di dare.
Cause ed effetti della crisi: ancora un video ne traccia sinteticamente le linee. Quelle linee che circoscrivono “il lato oscuro”. Finanza, management spietato e pressione sul lavoratore. I tre attori protagonisti nel film delle pressioni commerciali.
“Cosa pu ò fare il sindacato? Credo che la FABI – ha detto Catellani – debba mantenere la propria identità originaria: il valore autentico e praticato dell’autonomia. Oggi, con la disdetta del Contratto Nazionale e il mancato rinnovo del fondo di solidarietà, i manager continuano a prendere stipendi da capogiro. Loro, che hanno creato questa situazione di crisi, sono ancora lì. E i bancari sono tornati a scioperare con percentuali altissime, per dire basta a questi banchieri. Per affermare che la colpa non pu ò essere scaricata sui lavoratori. La FABI, forte dei suoi 100 mila iscritti, continuerà ad essere al fianco dei bancari. L’ABI voleva rottamare i 55enni con un assegno al 60%. La FABI ha detto no! Ed è bene che si sappia che continueremo a dire di no, perché non possiamo permettere che la categoria dei bancari venga cancellata”.
Poi la parola al Segretario Nazionale Franco Casini.
“Quanto è stato fatto qui a Reggio Emilia è la dimostrazione che la FABI è un sindacato che non sta chiuso nei palazzi, ma va tra la gente, scende nelle piazza e difende la categoria. Ed è questa la nostra forza. Qui si svolge oggi il Congresso Provinciale, un momento importante per tutti noi. Un momento in cui si tirano le somme, ma anche un momento in cui si guarda avanti. E in questo momento di difficoltà – ha detto Casini – con un attacco come mai perpetrato alla nostra categoria, dobbiamo essere uniti, umili e al fianco dei colleghi. Dobbiamo continuare a girare nelle filiali, quelle piccole come quelle più importanti. Perché devono sentire che noi ci siamo. è importante il proselitismo, ma non per avere un iscritto in più. Ma perché quell’iscritto, quella famiglia, sappiano che noi ci siamo. Questo Contratto Nazionale lo dobbiamo riconquistare. Non ci sono alternative: o vinciamo noi, come bancari e come famiglie, o vincono i banchieri. Abbiamo bloccato le trattative, una decisione che crea forti disagi. Ma non possiamo mollare. Quindi andiamo tra i colleghi e spieghiamo loro le motivazioni per cui non possiamo ora andare a trattare. Perché se non avremo più un contratto nazionale non avremo più un riferimento di garanzia. Allora sappiate che, finché avremo anche un solo iscritto, continueremo a lottare”.
In chiusura, il saluto del Segretario Nazionale alla città del Tricolore: “Viva la FABI, viva Reggio Emilia, viva l’Italia”.
Reggio Emilia, 30/11/2013
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