La banca invia la lettera di avvio procedura: con il nuovo modello di rete, al via dal 17 febbraio, a rischio 250 posti di lavoro, da aggiungere ai 220 del vecchio piano. Marioli: "Subito confronto per verificare i numeri. No a tagli indiscriminati"
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BANCO POPOLARE, 250 NUOVI ESUBERI IN VISTA

La banca invia la lettera di avvio procedura: con il nuovo modello di rete, al via dal 17 febbraio, a rischio 250 posti di lavoro, da aggiungere ai 220 del vecchio piano. Marioli: “Subito confronto per verificare i numeri. No a tagli indiscriminati”
BANCO POPOLARE, 250 NUOVI ESUBERI IN VISTA

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Il nuovo modello di rete Hub and Spoke del Banco Popolare, che entrerà in funzione dal prossimo 17 febbraio, porterà con se nel 2014 circa 250 esuberi, da aggiungere ai 220 del vecchio piano industriale, oltre alla chiusura di 60 filiali.
Lo ha recentemente comunicato l’azienda alle Organizzazioni Sindacali, nella lettera di avvio procedura.
Immediata la reazione della FABI, che ha chiesto un confronto preventivo sul modello di rete per verificare che i numeri di eccedenze presentati dal Gruppo non siano gonfiati.
Nella lettera, l’azienda ha detto che si rendono necessari ulteriori interventi sul costo del lavoro anche a causa di nuove possibili rettifiche sui crediti, conseguenza della creazione dell’Unione Bancaria Europea.
Secondo quanto scritto nella lettera, gli esuberi potranno essere gestiti attraverso gli strumenti messi a disposizione dal Contratto Nazionale: riduzione o sospensione dell’orario di lavoro, esodi da realizzare attraverso il Fondo Esuberi, fruizione di banca ore ed ex festività e, infine, mobilità territoriale e professionale.
“Non siamo disponibili a condividere un processo di ricollocazione delle risorse di cui non si capiscono né logica né finalità, soprattutto se ci ò comporterà demansionamenti”, ha commentato Piero Marioli, Coordinatore FABI Banco Popolare.
“Prima di affrontare il discorso delle eccedenze di personale, vogliamo analizzare attentamente gli impatti che il nuovo modello di rete avrà sull’organizzazione del lavoro. Facciamo comunque notare che è inaccettabile che ancora una volta il prezzo della disorganizzazione e dell’inefficienza del management, che probabilmente anche quest’anno porterà a un bilancio in forte perdita, siano pagati in prima persona dai lavoratori”.
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