CARIPARMA, C?? UN NUOVO PIANO DI RIORGANIZZAZIONE
Riprese le trattative, l’azienda va verso il Progetto Liguria e l’ottimizzazione territoriale. Perplessità è stata espressa dai sindacati. La FABI: “Razionalizzare va bene, ma senza scotti per il personale”
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Riprese le trattive aziendali, dopo lo stop nazionale dovuto alla disdetta del Contratto Collettivo, Cariparma non ha perso tempo ed ha presentato alle Organizzazioni Sindacali una serie di progetti ed informative di riorganizzazione. All’incontro che si è tenuto il 15 gennaio scorso, l’azienda ha esposto la volontà di attuare il “Progetto Liguria”, ovvero il trasferimento, tramite conferimento di ramo d’azienda, da Cariparma a Carispezia, delle 16 filiali di Cariparma che operano in Liguria, unitamente al Centro Imprese e al Centro Private di Genova, e ai relativi rapporti della clientela. In particolare, i Centri Imprese Cariparma e Carispezia di Genova saranno riuniti in unico polo, sempre con sede a Genova, e la filiale Genova 5 di Cariparma sarà chiusa ed accorpata alla filiale Genova Bolzaneto di Carispezia. Secondo l’azienda ci ò comporterà una razionalizzazione della rete ligure che sarà rappresentata sul mercato da un unico marchio, con un efficientamento dei costi. I sindacati hanno, come previsto dal CCNL, richiesto l’immediata apertura della procedura di confronto, in modo da affrontare quanto prima le tematiche relative alle ricadute sul personale coinvolto, ovvero 153 unità.
“Il progetto in sé non suscita preoccupazioni – ha dichiarato Fabrizio Tanara, Segretario Coordinatore FABI Parma – ma è evidente che dobbiamo prima valutare l’impatto che potrebbe avere sui colleghi. La razionalizzazione c’è, ma per come è stato esposto il progetto, non prevede cambiamenti strutturali, ma a noi ci ò che interessa è la salvaguardia dei lavoratori e su questo ci concentreremo”.
Ma non è tutto. L’azienda ha, inoltre, presentato un piano di revisione degli orari nelle filiali di piccole dimensioni, allo scopo di liberare tempo in funzione commerciale nelle filiali più piccole, attraverso l’utilizzo prevalente di personale part time. Una soluzione per la quale i sindacati hanno espresso forte perplessità, sia per la complessità dell’impianto orario prospettato dall’azienda, sia per l’impatto gestionale sulla composizione del personale della filiale che sarà condizionato dall’orario applicato al pubblico.
Infine, il progetto di ottimizzazione territoriale. A detta dell’azienda, quest’ultimo sarebbe necessario in termini di riduzioni di costo ed avverrebbe secondo due tipologie di interventi: chiusura di 21 filiali con migrazione dei rapporti su una filiale accorpante e trasformazione di 9 filiali in recapiti con migrazione dei rapporti sulla filiale individuata come principale.
“In questo caso siamo più cauti – ha sottolineato Tanara – Qui si tratta di chiusure, è vero che i costi si riducono, ma vanno valutate bene le ricadute. Tutto andrà visto con particolare attenzione, perché si tratta di capire dove saranno ricollocati i colleghi e con quali ruoli. La questione sarà quindi gestita con la massima attenzione”.
Parma, 20/01/2014
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