Ristrutturazioni in vista per le società del Gruppo Intesa: Mediocredito, Mediofactoring e per Banca Monte Parma. In totale si parla di 238 esuberi. FABI: "No a soluzioni coercitive. Raggiunti, intanto, gli obiettivi dell'ultimo piano industriale
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INTESA SANPAOLO, AL VIA NUOVE RISTRUTTURAZIONI SOCIETARIE

Ristrutturazioni in vista per le società del Gruppo Intesa: Mediocredito, Mediofactoring e per Banca Monte Parma. In totale si parla di 238 esuberi. FABI: “No a soluzioni coercitive. Raggiunti, intanto, gli obiettivi dell’ultimo piano industriale
INTESA SANPAOLO, AL VIA NUOVE RISTRUTTURAZIONI SOCIETARIE

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Intesa Sanpaolo alle prese con una nuova riorganizzazione delle sue società di leasing e factoring. Stavolta nel mirino ci sono Mediocredito italiano e Mediofactoring. Nonostante le recenti rassicurazione del CEO, Carlo Messina, che ha negato l’esistenza di esuberi per il prossimo piano industriale.
La prima accentrerà tutte le attività di leasing del Gruppo, svolte da Leasint, Centro leasing e Neos Finance, con la costituzione di un polo della finanza d’impresa. Operazione che comporterà 153 esuberi.
In Mediofactoring, invece, secondo i piani dell’azienda, dovrà confluire Centro Factoring, semplificazione societaria che causerà il taglio di 35 posti di lavoro.
L’azienda, alla fine della settimana scorsa settimana, ha avviato un’unica procedura per gestire le ricadute occupazionali delle due operazioni e nel primo incontro con i sindacati ha dichiarato di volerle affrontare attraverso una serie di soluzioni penalizzanti per i lavoratori, come ad esempio i demansionamenti con riduzione di salario.
Una proposta subito rispedita al mittente dalla FABI e dagli altri sindacati.
Consideriamo questa posizione inaccettabile e respingiamo qualsiasi tipo di soluzione coercitiva e traumatica”, ha detto Giuseppe Milazzo, Coordinatore FABI di Intesa Sanpaolo.
“Ancora una volta la banca pare incapace di ricercare soluzioni innovative e di crescita diverse dal mero taglio dei costi e dei posti di lavoro, peraltro in società che continuano a produrre buoni risultati di bilancio e hanno in corso molteplici outsourcing di attività.
Per noi sono possibili solo soluzioni a livello di Gruppo e con le tutele definite nell’accordo del 19 ottobre 2012, in perfetta continuità con le intese già raggiunte nel corso dello scorso anno”.
La mina Banca Monte Parma. Ma gli esuberi si abbattono anche sulle banche dei territori. Sempre la scorsa settimana il Gruppo ha dichiarato almeno 50 eccedenze di personale in Banca Monte Parma, l’istituto acquisito tre anni e mezzo fa. Una banca nella quale i dipendenti si sono già fatti carico di pesanti sacrifici negli ultimi due anni, con il taglio della contrattazione integrativa.
Secondo quanto si legge nella lettera di avvio procedura, recapitata ai sindacati, l’azienda intende ridurre ulteriormente il costo del lavoro di tre milioni di euro, nonostante questo sia diminuito del 30% dal 2011.
Anche in questo caso, la FABI si è fatta sentire, definendo insostenibili i progetti dell’azienda.
“Questa è la moneta con la quale l’azienda intende pagare l’impegno, i sacrifici, la competenza e la professionalità che i lavoratori hanno profuso in questi due anni”, hanno dichiarato provocatoriamente la FABI e le altre sigle.
“Procederemo ad avviare il confronto contrattualmente previsto e a mettere in atto tutte le iniziative più opportune, con il pieno coinvolgimento e la partecipazione di tutti”.
Raggiunti gli obiettivi dell’ultimo piano industriale. Intanto oggi l’azienda, in un incontro con i sindacati, ha annunciato che gli obiettivi del piano industriale 2013 relativo alle fusioni infragruppo, sono stati pienamente raggiunti: i lavoratori hanno aderito massicciamente agli strumenti volontari di riduzione del costo del lavoro concordati con le Organizzazioni Sindacali. Ben 12.000 sono state le richieste di giornate di solidarietà, 1270 le domande di part time e 450 le uscite, tra esodi e pensionamenti.
Milano 28/01/2014
Leggi il servizio de Il sole 24 Ore con dichiarazione del Coordinatore FABI Intesa Sanpaolo, Giuseppe Milazzo
IL SOLE 24 ORE mercoledì 29 gennaio 2014
Credito. Al via le procedure con i sindacati in Mediocredito, Mediofactoring e Banca Monte Parma: 253 esuberi
Intesa ristruttura il leasing Micheli: nel prossimo piano più ricavi per tutelare l’occupazione RISULTATO RAGGIUNTO
Centrati gli obiettivi per le 5mila uscite del 2011 e le 600 del 2013 – Arrivate 12mila domande per 100mila giornate di solidarietà
Cristina Casadei
In attesa di conoscere i dettagli del piano industriale che verrà presentato tra fine aprile e inizio maggio la prima certezza è che i top manager del gruppo Intesa Sanpaolo stanno lavorando per aumentare i ricavi e tutelare l’occupazione, come ha detto il ceo Carlo Messina alla presentazione del nuovo Mediocredito. La seconda certezza è che si sono aperte le procedure che riguardano Mediocredito e Mediofactoring, dove sono previsti rispettivamente 153 e 35 esuberi, e Banca Monte Parma dove gli esuberi sono 50. Totale 238 eccedenze, risalenti a piani passati.
Bisogna per ò fare le debite distinzioni perché una cosa è il prossimo piano industriale del gruppo che sarà orientato a tutelare e sostenere l’occupazione, un’altra sono queste procedure che accompagnano «la vita dell’azienda nel suo divenire e nel suo efficientamento», spiega il chief operating officer del gruppo Francesco Micheli. In un settore dove ci si sta avviando a una fase di pesante ristrutturazione che potrebbe portare a 50mila esuberi sembra per ò difficile che il primo gruppo non sarà toccato da ricadute occupazionali. I manager sono al lavoro per evitare impatti sociali. Micheli ha ribadito che «nuovi prodotti, nuovi mestieri, nuove attività e sviluppo dei ricavi sono la misura per fronteggiare gli esuberi. Lavoreremo a un piano che tende a minimizzare le ricadute sul personale». Per ò, avverte Giuseppe Milazzo della Fabi, «se le dichiarazioni che non ci saranno esuberi prevedono demansionamenti e moderazione salariale costosa per i lavoratori, alla presentazione del piano partirà una difficile vertenza». Per tastare il clima, basti l’incertezza del pagamento del premio che dovrebbe avvenire dopo la presentazione del piano ma che il gruppo non ritiene sostenibile perché i risultati non sarebbero stati raggiunti.
Sono invece stati centrati gli obiettivi dei protocolli relativi agli esuberi e agli anni 2011 e 2013. Ieri nell’incontro di verifica con i sindacati il gruppo ha consegnato un primo bilancio. Per il protocollo relativo al 2011 è emerso che dei 5mila esuberi ne sono già usciti 4.500, il ritardo delle altre 500 uscite sarebbe dovuto all’effetto Fornero. Anche per il protocollo relativo al 2013 che prevedeva 600 esuberi è stato raggiunto l’obiettivo: tra pensionamenti ed esodi volontari le uscite sono state 453, mentre ci sono state 12mila domande per un totale di quasi 100mila giorni di solidarietà corrispondenti a una riduzione di 138 lavoratori per lo stesso periodo. A questo si aggiungano le 1.270 richieste di nuovi part time.
Nei prossimi giorni toccherà al Mediocredito centrare gli obiettivi. Nella lettera di avvio procedura i termini sono molto netti, a partire dal titolo che fa riferimento alla 223. I tempi sono stretti, il termine è fissato per il 30 aprile, poi partirà il programma di risoluzione del rapporto di lavooro. «Consideriamo questa posizione inaccettabile e respingiamo qualsiasi tipo di soluzione coercitiva e traumatica», ha detto Milazzo. Gli esuberi, per lo più quadri direttivi, saranno individuati tra coloro che possono andare in pensione, poi tra coloro che hanno i requisiti anagrafici e contributivi per accedere alle prestazioni straordinarie del Fondo di solidarietà e, infine se questo non bastasse per raggiungere gli obiettivi, saranno individuate persone da far accedere alla sezione emergenziale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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